MotoGP | KTM, arrivano sirene da Bajaj: previsto un taglio del 50%
Rajiv Bajaj, futuro boss del brand austriaco, ha intenzione di dimezzare i soldi destinati (tra le altre cose) al racing. KTM torna a tremare.
Sembravano rientrate le voci sulla crisi di KTM, particolarmente attiva nel Motomondiale e con ben quattro piloti ufficiali in MotoGP. Il nuovo detentore della maggioranza, Rajiv Bajaj, ha dichiarato alla TV indiana la sua volontà di tagliare i costi del 50%, il che avrà sicuramente una ripercussione sul programma motorsport della Casa austriaca.
L'annuncio: “Taglio di oltre il 50%”
Mentre si attende solo il nulla osta da parte dell'Antitrust per il cambiamento della maggioranza assoluta di Pierer Mobility AG (che potrebbe arrivare già a novembre, ndr), il nuovo fantino del cavallo pazzo KTM Rajiv Bajaj ha già le idee piuttosto chiare per il futuro dell'azienda. “Vediamo l'opportunità di ridurre le spese generali di oltre il 50%, tra cui ricerca e sviluppo, marketing che include il racing, operazioni ed amministrazione generale” sono le parole che il nuovo numero uno di KTM avrebbe detto all'emittente indiana CNBC-TV18 e poi riportate da Tuttosport. Suona già un campanello d'allarme, quindi, per il motorsport orange. Un taglio così drastico è una mazzata inimmaginabile per l'azienda più poliedrica del panorama motociclistico, capace di spaziare in maniera vincente dal Motomondiale ai rally, passando per il motocross.
“Rispetto a novembre, abbiamo già tagliato il personale in fabbrica da 6000 persone a 4000, ma riteniamo che siano ancora troppi - continua Bajaj nell'intervista -. Ciò che più mi ha sorpreso è il numero degli operai che, nel concreto, costriuscono le moto. Si parla di circa un migliaio, mentre tutto il resto è formato da white collars (lavoratore impiegatizio che svolge mansioni amministrative, ndr). La burocrazia, insieme ai costi di gestione troppo alti in Europa, porteranno tante Case a spostare la produzione in India o Thailandia così come hanno già fatto Triumph, Ducati e BMW”.
Quale futuro per KTM?
Le parole di Rajiv Bajaj mettono all'erta tutto il motorsport, soprattutto il Motomondiale. KTM rappresenta una Casa importante tanto in MotoGP, dove ha avuto un aumento della performance a partire dall'annuncio di Bajaj datato 22 maggio, quanto in Moto3 dove da anni rappresenta il punto di riferimento sia dal punto di vista prestazionale che tecnico. I dubbi dei piloti KTM tornano ad invadere il mercato: con la griglia 2026 già ben definitiva, che vedrà il costruttore di Mattighofen schierare Pedro Acosta e Brad Binder nel team interno; mentre Enea Bastianini e Maverick Viñales saranno nel rinnovato Tech 3 Racing rilevato dall'ex Haas in Formula Uno Günther Steiner. I contratti dei quattro piloti scadranno al termine del 2026, così come quelli di tutti i piloti ufficiali: se Brad Binder sembra ormai arrivato alla fine di un ciclo con KTM, Maverick Viñales dovrà dimostrare di essere tornato al meglio dall'infortunio che lo sta tormentando dal Sachsenring. I più papabili rimangono Enea Bastianini e Pedro Acosta: il primo viene da un biennio in Ducati sfortunato ed una prima stagione in KTM difficilmente decifrabile. Chiaramente il pezzo più pregiato è proprio Acosta, l'unico in grado di far funzionare al meglio la RC16: per lui continuano ad esserci le sirene di Ducati, che ha però nel conterraneo Fermín Aldeguer il proprio futuro così come ha ribadito Luigi Dall'Igna più volte.
Lato Moto3, invece, la questione è diversa. Nel 2028, causa Liberty Media, anche la entry class del Motomondiale dovrebbe diventare un monomarca: sempre secondo indiscrezioni che stanno prendendo velocemente piede, sembrerebbe essere Yamaha la Casa designata. Questo ridurrebbe i costi di ricerca e sviluppo per quanto riguarda la Moto3 per KTM, che non dovrebbe quindi rimanere come telaista così come ha fatto per diversi anni in Moto2 prima di affidarsi a Kalex. L'articolo dove si annuncia l'intervento quasi miliardario di Bajaj per salvare KTM, recita: “KTM può respirare”. Ora sembrerebbe più appropriato dire che a Mattighofen, sotto il nuovo capo-tiranno, l'aria sia sempre più rarefatta nonostante le montagne austriache.
Valentino Aggio
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