La MotoGP ha lasciato il Misano World Circuit, ma nel paddock durante il weekend si è continuato a parlare della decisione di Dorna e FIM di introdurre le "Sprint Race". La decisione ha diviso i fans, così come i piloti e gli addetti ai lavori. Come tutte le novità ha bisogno di tempo per essere accettata dai più e chiudere categoricamente alle nuove idee è sbagliato. Resta però qualche perplessità sul perché si sia arrivati a questa decisione, a maggior ragione dopo la presentazione dei risultati del survey lo scorso venerdì con la maggior parte dei fan che bocciava le "short race".

IL FORMAT

Partiamo dal principio, ovvero come si svolgerà e quali saranno le regole della "Sprint Race". Il weekend di gara della prossima stagione non dovrebbe subire troppi stravolgimenti nella giornata del venerdì, con le tre classi che disputeranno regolarmente le prime due sessioni di libere. Quindi niente qualifica il venerdì, come invece accade in F1, con le monoposto che dopo una sola sessione di libere devono sfidarsi sul giro secco. La MotoGP entrerà in pista dopo la Moto2, non più dopo la Moto3, e vedrà le FP1 e FP2 passare dagli attuali 45' a 60'. Inoltre sarà proprio il combinato dei primi due turni di libere a decretare chi accederà direttamente al Q2.

La vera rivoluzione per la MotoGP, tuttavia, arriverà il sabato. Le FP3 passeranno da 45' a soli 30' andando a rimpiazzare così le FP4 che spariranno dal motomondiale. Dorna ha garantito di non voler sottrarre tempo e spazio a Moto3 e Moto2, ma restano dei dubbi sulle tempistiche. I piloti della MotoGP dopo le FP3 entreranno dunque in pista per i classici turni di qualifiche divisi in Q1 e Q2. Le qualifiche assegneranno le posizioni di partenza sia della "Sprint Race" che del main event della domenica.

La MotoGP "Sprint Race" si disputerà sulla metà esatta dei giri della gara della domenica e sarà preceduta da 15' di procedure in griglia. Questa gara assegnerà punteggio dimezzato rispetto al classico Gran Premio, arrotondato per difetto. In sostanza lo stesso punteggio che oggi assegna la "Tissot Superpole Race" nel WorldSBK: 12 punti al vincitore, 9 al secondo, 7 al terzo e da qui a scalare fino ad 1 punto assegnato al nono classificato. Le regole della "Sprint Race" saranno le stesse delle normali gare domenicali, compreso dunque il "cambio moto" in caso di pioggia.

L'OBIETTIVO DICHIARATO

L'obiettivo di Dorna e FIM è quello di aumentare le attività in pista in modo da offrire uno spettacolo maggiore ai fans. Nel comunicato di Dorna si legge chiaramente l'intenzione di concentrare e massimizzare l'interesse sulla MotoGP, senza interferire con lo sviluppo di Moto3 e Moto2. Resta difficile, almeno per noi, capire però come una cosa non interferisca con l'altra. Una delle novità che vedremo nel 2023, ma che già a Misano si è potuta apprezzare, è l'introduzione di una "fan zone". Novità presa in prestito dal "Paddock Show" della WorldSBK dove poter incontrare i propri beniamini. La MotoGP, come detto, tornerà al centro della giornata di domenica con la classe regina che chiuderà il weekend di gara alle 14. Questo permetterà nuovamente ai fans di tornare sotto il podio con le classiche invasioni di pista.

Quest'ultime, da quando la MotoGP è tornata "aperta" al pubblico dopo le chiusure dovute alla pandemia di Covid-19, sono sparite dalla maggior parte delle gare. Leggendo fra le righe, Dorna sta cercando di coinvolgere nuovamente il pubblico, che sembra aver lasciato le piste: o meglio, alcuni tracciati. Ma se l'obiettivo è coinvolgere il pubblico, il survey lanciato ad inizio stagione poteva essere un buon modo per farlo. Perché la prima decisione presa, ovvero la "Sprint Race", è in netto disaccordo con quanto richiesto dai fans?

C'E' UN PROBLEMA PUBBLICO?

La MotoGP quest'anno sta affrontando, oltre alla ripartenza post biennio Covid-19, anche una grossa crisi economica dovuta dalla guerra in Ucraina. Inoltre, la stagione 2022 è la prima senza Valentino Rossi e in buona parte delle piste è priva del suo successore Marc Marquez. Se il calo di interesse da parte di una certa fetta di pubblico era prevedibile, il calo visto in certi circuiti non è semplicemente riconducibile all'assenza di Valentino Rossi.

I dati degli spettatori in questa prima metà di 2022 sono stati un rollercoaster. A partire dal Qatar, tappa con meno spettatori del weekend, fino agli oltre centomila di Le Mans. In mezzo, tanti round con record positivi come quelli del Sachsenring o di Assen. Fino ai weekend da record negativi come quelli del Mugello o di Silverstone. Anche la tappa di Misano ha visto calare rispetto al passato le partecipazioni in pista, soprattutto nelle giornate di venerdì e sabato, mentre domenica la pista era ben occupata. La "Sprint Race" potrebbe effettivamente giovare ad aumentare il numero di spettatori che riempirebbero la pista fin dalla giornata del sabato e non solo per le gare della domenica.

Credits: motogp.com

La MotoGP sta tuttavia resistendo ad una situazione globale complicata prima dalla pandemia ed oggi dalla guerra, oltre alla crisi economica che tante famiglie e aziende stanno vivendo. In questa situazione, i prezzi presenti in tante piste potrebbero aver condizionato negativamente l'affluenza di pubblico. Misano aveva previsto biglietti doppi per il round della WorldSBK e della MotoGP, con la possibilità per gli appassionati di assistere ai due eventi a prezzi ridotti.

NON TUTTO IL MAL VIEN PER NUOCERE

Quante volte negli ultimi dieci anni la MotoGP ha portato novità che da prima sono state criticate ma che oggi consideriamo normali? Prima di continuare a leggere prendete qualche secondo per pensarci. Partiamo!

Nel 2012 sono arrivate le CRT. Nel 2011 la MotoGP era nel pieno di una grossa crisi. Solo 17 moto al via con una griglia spezzata con le Honda e Yamaha ufficiali a fare una differenza abissale nei confronti di tutto il resto della griglia. Ecco così che nascevano le CRT, telai prototipi con motori 1000cc derivati dalla serie. Una novità che vedeva tantissimi appassionati e pure qualche addetto ai lavori storcere il naso. La MotoGP era però passata da 17 a 22 partenti nell'arco di un solo inverno. Seppur con qualche limite le CRT si sono sempre più avvicinate alle MotoGP, soprattutto in qualifica, dove sfruttavano al meglio la mescola più morbida a loro disposizione. Ma soprattutto, Dorna è riuscita a rimpolpare una griglia MotoGP che sembrava sempre più deserta.

Nel 2014 è l'ora delle Open. Dopo due stagioni con le CRT, con una griglia ormai definita, Dorna decide di rendere più competitiva la classe appena nata modificandone il regolamento e creando le Open. Nella "Open" correvano delle vere e proprie MotoGP ma con motori meno evoluti (era proibito il controllo pneumatico delle valvole, ndr) e con centralina unica. Le Open hanno presto raggiunto una buona competitività riuscendo nelle condizioni di pista più impervie a raccogliere un secondo posto con Aleix Espargaro sulla M1 Open del team Forward ad Aragon ed una vittoria ad Assen con Jack Miller sulla RC213V-RS Open.

Centralina unica per tutti dal 2016. Ed eccoci alla centralina unica per tutte le MotoGP. Era il 2016 e da quell'anno tutte le MotoGP hanno iniziato ad utilizzare la centralina unica fornita da Magneti Marelli. Anche qui, la notizia prima presa come un "limite" per lo sviluppo delle moto, della sicurezza dei piloti e della velocità si è presto trasformata in un'arma per lo spettacolo con gare sempre più combattute e piloti sempre più vicini.

LA MOTOGP IN CERCA DI SPETTACOLO

L'erba del vicino è sempre più verde, recita un vecchio adagio, e così la MotoGP ha guardato nel giardino più vicino: la F1. Nonostante sui social le critiche alla "Sprint Race" siano ancora oggi molte, il Circus della F1 sta tornando a nuova vita con rinnovato entusiasmo (aiutato dal ritorno alla competitività delle rosse di Maranello, ndr). Così Dorna e FIM hanno provato a seguire la strada tracciata dai colleghi di Liberty Media e ha introdotto la "Sprint Race". Non stupisce dunque la dichiarazione di Jorge Viergas, Presidente della FIM, che nella conferenza stampa del Red Bull Ring ha affermato che "la partenza è la parte più spettacolare dell'intera gara".

Per la stessa FIM, quindi, non basta che oggi in moltissime occasioni venti piloti siano racchiusi in poco più di mezzo secondo. Non bastano gare sempre più incerte e con sempre più vincitori diversi e con sempre più case che lottano per la vittoria. Si cerca una spettacolarizzazione cinematografica, forse proprio sull'onda del successo delle serie "Drive to Survive" e "MotoGP Unlimited".

UN CAMBIAMENTO STORICO

Se sarà un successo o meno è difficile dirlo con certezza oggi, perché come abbiamo visto tante novità introdotte da Dorna e FIM hanno poi funzionato. "E non c'è nessuno che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo, perché presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro". I più vecchi di voi si ricorderanno bene queste parole, chi le pronunciò e soprattutto in quale contesto. Abbiamo deciso di usarle non a caso: lo scoppio del caso "Mani Pulite" nel 1992 chiuse l'era della "Prima Repubblica" ed aprì all'arrivo della seconda con le elezioni del 1994. Ecco, la conferenza stampa del RedBull Ring di Carmelo Ezpeleta, Jorge Viergas e Hervé Poncharal per modi, atteggiamento ed arroganza espressa nei confronti delle domande di alcuni colleghi ricordava quel famosissimo discorso di Bettino Craxi al Parlamento Italiano del 1992.

Allo stesso modo, questi due discorsi hanno lasciato un prima e un dopo. Lasciamo ai colleghi che si occupano di politica l'analisi delle parole di Craxi e torniamo a quelle di Ezpeleta, Viergas e Poncharal. La MotoGP non sarà più la stessa: il motomondiale fin dalla sua nascita nel 1949 ha avuto una sola gara a weekend e l'introduzione della "Sprint Race" cambierà completamente il format per come lo conosciamo. Perché se è vero che la "gara corta" per lo moto non è una novità, è anche vero che in WorldSBK il format ha sempre previsto più di una gara a weekend, tanto da non essere mai stato un "Gran Premio". Il Gran Premio per definizione è: "Gara o corsa, spec. automobilistica, di particolare importanza". Sembra banale fermarsi a ragionare sulle definizioni, ma quando rappresenti la massima competizione delle due ruote ogni modifica non è mai banale.

LA SPRINT RACE NON ASSEGNERA' LA VITTORIA 

Questa è la soluzione, facile, trovata da FIM per ovviare alla definizione di Gran Premio. Per le "Sprint Race" verrà aggiunta una nuova colonna accanto a quella delle vittorie. Chi vincerà la "Sprint Race" dunque non sarà considerato un "MotoGP winner". La stessa identica decisione era stata presa a inizio dell'era "Tissot Superpole Race" nel WorldSBK, salvo poi fare dietrofront alla terza gara e assegnare la vittoria piena anche alla "gara corta". Vedremo se Dorna e FIM manterranno almeno in questo caso quanto deciso prima del via del campionato.

LA MOTOGP NON E' LA F1

Dorna e FIM non devono commettere l'errore di mettersi sullo stesso piano elitario della F1. Basta una veloce verifica sui social per capire quanta differenza ci sia tra i due mondi. Il profilo Instagram della F1 conta oltre 26 milioni di followers, quello della MotoGP, esattamente la metà. Non parliamo dei piloti: Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo, conta quasi 30 milioni di followers. Marc Marquez, otto volte campione del mondo, poco più di 6 milioni. Quando si parla di differenze così grandi di persone raggiunte non si può pensare di avere lo stesso approccio.

La MotoGP ha bisogno di farsi conoscere ad un nuovo pubblico. Quello più giovane, innanzitutto, oltre a consolidare la propria "fan base". Il survey ha evidenziato che l'età media è di 36 anni e 4 mesi, di cui solo il 13% è del pubblico femminile. La MotoGP ha dunque bisogno di creare una nuova fetta di pubblico giovane e per farlo bisogna relazionarsi con loro. I giovani con i nuovi mezzi digitali ci sono nati e va affidato a loro il futuro del nostro sport. Abbiamo la fortuna di avere una nuovissima generazione di piloti fortissimi e molto legati tra di loro.

Non è un caso se anche in F1 le uniche rivalità ancora accese sono quelle tra i "veterani": vedasi il contatto ed il relativo team radio di Fernando Alonso nei confronti di Lewis Hamilton. Mentre i nuovi talenti sia di F1 che MotoGP sono sempre più amici, tanto da passare tempo insieme anche fuori dalla pista. Questa generazione di giovani piloti deve essere il mezzo per coinvolgere i nuovi tifosi grazie ai canali a loro più familiari.

Credits: motogp.com

LA PAY TV NON PAGA

La MotoGP è ormai su Pay TV in quasi tutti gli stati in cui è trasmessa: è finita l'epoca in cui una rete pubblica o in chiaro poteva permettersi di acquistare i diritti televisivi della classe regina. Questo ha ovviamente influito negativamente sul numero di persone che possono vedere le gare, anzi ha radicalizzato ancora di più lo spettatore spesso imboccato da linee editoriali delle reti televisive. Con la Pay TV è sempre più difficile che uno spettatore occasionale facendo zapping la domenica all'ora di pranzo finisca sulla MotoGP e si fermi a guardarla. Questo fenomeno, a lungo andare, ha creato una mancanza di conoscenza per una buona parte degli spettatori.

E' recente la notizia che Marc Marquez ha ufficialmente un nuovo manager: Jaime Martinez. Marc Marquez è un otto volte campione del mondo, eppure in Spagna non è subito riconoscibile se non dagli appassionati. Sembrerebbe proprio questo il motivo della separazione dallo storico manager Emilio Alzamora. Negli ultimi dodici anni Jaime Martinez ha gestito l'immagine di Red Bull Motorsport con ottimi risultati e i fratelli di Cervera sperano di avere lo stesso successo. Un'apertura al pubblico generalista che si è riconosciuta subito da un uso più intenso dei social.

SOCIAL E STREAM SONO IL FUTURO

Viviamo in un mondo sempre più digitale, la MotoGP se ne sta accorgendo ma sembra non interessarsene più di tanto. Sarebbe fondamentale per Dorna riuscire a creare format davvero innovativi per avvicinare i giovani alla MotoGP. I nuovi appassionati sono da ricercare proprio in quei canali che invece la MotoGP tiene a debita distanza per tutelare i diritti televisivi. La "Sprint Race" potrebbe essere l'occasione per aprirsi e mostrare "in chiaro" la MotoGP, cercando di conquistare nuovi giovani appassionati. Oggi Dorna invece blocca ogni video che riprende le attività in pista non pubblicato dai propri canali.

La difesa dei diritti è sicuramente una delle cose fondamentali per un'azienda che sta guadagnando, ma oggi la MotoGP è in grossa difficoltà. Ha aiutato i team durante la pandemia coprendo parte degli stipendi dei meccanici, ed oggi deve affrontare un aumento notevole del prezzo dei trasporti: come dimenticarsi delle casse bloccate in Africa che hanno di fatto cancellato la giornata del venerdì a Termas de Rio Hondo. A Misano i team sono già stati avvisati della possibilità che a Motegi si riproporrà il weekend di due giorni. La gara giapponese è infatti il weekend successivo a quella di Aragon e Dorna già domenica sera dovrà spedire tutto il materiale in Giappone. Il rischio che alcuni carichi arrivino in ritardo è ancora alto.

Tornando al tema principale: aprirsi al mondo dello streaming potrebbe ridare nuova linfa ad una MotoGP che è in cerca di attenzioni. Limitarsi a riprodurre in formato "Instagram" pezzi di gara non può bastare. I giovani vanno coinvolti attraverso mezzi davvero coinvolgenti per loro. Il successo di piattaforme come Twitch o YouTube potrebbe essere utile a far conoscere la MotoGP e creare nuovi fans.

IL RUOLO CHIAVE DELL'INFORMAZIONE

Infine, veniamo a noi: se la TV è lo strumento più utilizzato dai fans per seguire le gare, sono i siti ed i canali social delle testate giornalistiche che gli spettatori usano per informarsi e farsi un'opinione. Sta a noi, addetti ai lavori, cercare di formare ed educare un pubblico sempre più ampio, oltre che informarlo.

Per oltre vent'anni si è cavalcata l'onda di Valentino Rossi mettendolo in contrapposizione con tutti i piloti che lo hanno sfidato nella sua lunghissima e vittoriosa carriera. Questo ha impoverito però la cultura degli spettatori della MotoGP, che sono diventati semplici tifosi del "Dottore". L'assenza del campione di Tavullia ha infatti portato questi ad abbandonare la MotoGP. Sarà fondamentale, per noi e tutta la stampa di settore e non, iniziare a lavorare tutti nella stessa direzione. Quella del fare appassionare gli spettatori al nostro sport. Non ai personaggi, che ovviamente aiutano a trascinare lo sport, ma che non devono diventare l'unico motivo di interesse. Iniziare a raccontare come funziona davvero una MotoGP, la tecnica, il perché certe cose accadono. Raccontare i piloti, come persone, che possono sbagliare e non vanno crocefissi per un errore.

Insomma, servirà un enorme cambio di passo anche per tutti. Noi siamo pronti a farlo, e voi siete con noi?

Mathias Cantarini

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