Dopo la cocente delusione del GP di Stiria, in casa Ferrari è arrivato il momento di rialzarsi: imperativo ricucire il gap prestazionale già dall’Ungheria. Obiettivo non semplice e di non facile realizzazione perché, al netto dell’incidente fratricida di Leclerc, le SF1000 in gara avrebbero accumulato un ritardo abissale nei confronti delle Mercedes. I problemi delle monoposto Made in Maranello sono evidenti e molteplici e riguardano tutti i settori chiave: vale a dire motore, telaio e aerodinamica. Si fa sempre più insistente che la voce a Budapest possa arrivare una sorta di Ferrari B con nuove pance e un musetto di filosofia Mercedes. Riusciranno queste soluzioni a migliorare una vettura non nata sotto i migliori auspici.

Cosa salvare dal GP della Stiria?

Ricordiamo che nel GP di Stiria in Ferrari hanno introdotto un alettone anteriore leggermente modificato, per cercare di ridurre il carico aerodinamico generato, oltre a un nuovo fondo piatto. L’obiettivo era di incrementare il carico aerodinamico generato dal fondo riducendo l’incidenza delle ali per ridurre la resistenza all’avanzamento. Inoltre, cosa non da poco, si sperava di rendere la SF1000 più guidabile e sincera nelle traiettorie impostate dal pilota (LEGGI QUI). Obiettivo riuscito? In parte: la monoposto ha guadagnato effettivamente due decimi e mezzo circa nel giro complessivo, ma solamente nel primo e terzo settore. Inoltre i team di vertice hanno incrementato ulteriormente le loro performance. Purtroppo a mancare è stata, per via dell’harakiri al primo giro, un’ulteriore raccolta dati che sarebbe dovuta avvenire nel corso della gara.

Budapest punto di svolta: arriverà un musetto più stretto?

Sicuramente in Ferrari sanno di essere arrivati già a una sorta di prova d’appello e l’Hungaroring sarà una sorta di spartiacque. Aleggia nell’aria la notizia di una Ferrari B, ma quanto c’è di vero? Non è un mistero che a Maranello si stava studiando il concetto di un musetto più piccolo. Tale soluzione, introdotta da Mercedes già dal 2015, quest’anno ha preso piede su diverse vetture. Ridurre la sezione iniziale di una monoposto comporta una migliore penetrazione aerodinamica. Ma, come rovescio della medaglia, richiede uno studio approfondito per evitare il bloccaggio aerodinamico che si genererebbe in punta. Inoltre tale soluzione comporterebbe anche il rifacimento dei piloni e della zona centrale dell’anteriore. In particolare i turning vanes verrebbero sostituiti dalle ali di manta, o zanne, per incanalare aria nel sotto scocca. Voci vorrebbero la Ferrari utilizzare una soluzione basata concettualmente su quella McLaren. Ovvero una filosofia intermedia: un musetto con la chiglia centrale e un corpo più snello per ridurre la sezione centrale, anche se tale soluzione ha costretto i tecnici di Woking ad abbandonare l’S-Duct.

Pance più strette e fluidodinamica rivista

Se la comparsa del nuovo musetto non è detto che avvenga già in questo weekend di gara. È quasi sicuro la presenza di una SF1000 rivista e corretta nella zona pance. I tecnici pare abbiano scoperto che gran parte del drag (resistenza aerodinamica all’avanzamento) sia dovuta alle masse radianti all’interno delle pance. Queste, disposte a sandwich, non garantirebbero una sufficiente estrazione del calore, infatti nel secondo appuntamento stagionale si è visto un cofano motore con sfoghi leggermente più grandi.

Gli uomini del Cavallino, con ogni probabilità, interverranno cambiando la disposizione delle masse radianti cercando una migliore efficienza sia aerodinamica che di smaltimento del calore. Inoltre si pensa che verranno ridisegnati anche gli scarichi in modo da lasciare un canale interno per evitare bloccaggi aerodinamici. La nuova fluidodinamica interna, dovuta alla nuova disposizione degli organi interni, farà sì che ci potrà essere anche una diversa conformazione delle pance esterne con un relativo studio aerodinamico. Chissà che questa soluzione possa, in qualche modo, rinvigorire anche la Power Unit: ma questo è un capitolo a parte che a Maranello dovranno ugualmente studiare a fondo.

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Michele Montesano