Il 2 maggio è una data che tutti coloro che amano il panorama dei Rally non possono dimenticare. Questo giorno riporta infatti al momento in cui, a distanza di 365 giorni tra loro, Attilio Bettega e la coppia Henri Toivonen e Sergio Cresto persero la vita nel medesimo evento: il Tour de Corse.

Sulle stesse strade. Con la stessa auto, quella Delta con il numero 4. Due incidenti che avrebbero cambiato per sempre la storia del WRC. Da quei tragici episodi, il Mondiale Rally decise di modificare le norme tecniche, con l'obiettivo di rendere più sicuro l'intero ambiente.

UN'ASCESA RAPIDA

Attillio Bettega era considerato l'astro più luminoso del panorama rallystico italiano. Nato a Molveno il 19 Febbraio 1953, manifestò sin da giovanissimo una grande passione per le auto, che lo spinse a debuttare nel suo primo rally all'età di 19 anni. Ben presto, il suo innato talento venne prepotentemente a galla: a suon di successi nelle competizioni locali e regionali, arrivò per lui l'opportunità di entrare nel gruppo Fiat, raccogliendo l'eredità del "Drago" Sandro Munari.

Dalla 131 Abarth Rally alla Ritmo 75, riesce a ritagliarsi progressivamente uno spazio sempre maggiore nei rally iridati, Conquista diversi piazzamenti a podio, portando al debutto la nuova Lancia 037 Gruppo B. La sua carriera subisce una prima battuta d'arresto in seguito ad un grave incidente nel 1982, proprio in Corsica, quando riporta gravi fratture alle gambe.

L'INCIDENTE

Rimessosi in sesto, torna ad alto livello nelle stagioni successive, dimostrando di poter competere con i migliori specialisti della categoria. Impegnato nel Rally di Corsica del 1985, è pronto ad un'ottima prestazione dopo il podio nel Rally d'Italia dell'anno precedente. Nella PS4 Attilio Bettega perde il controllo dell'auto e finisce contro un albero, morendo sul colpo. Il navigatore Maurizio Perissinot esce invece illeso dallo schianto. Una morte che scuote la squadra italiana, che decide di ritirare le proprie auto, ma anche l'Italia intera. Da quel momento il mondo del rally, complice anche il rogo mortale di Toivonen e Cresto l'anno seguente, non sarebbe stato più lo stesso, mettendo definitivamente al bando le pericolose Gruppo B.

Luca Pellegrini - Marco Privitera