A meno di un mese dall’inizio del Mondiale SBK, la FIM rivede l’algoritmo dei giri motore delle moto omologate per il 2020. Ducati mantiene i giri di fine stagione, Honda si avvicina alla Rossa mentre Yamaha, Kawasaki e BMW rimangono invariate rispetto alla scorsa stagione, pur avendo introdotto un modello nuovo.

Manca ormai poco all’inizio del Mondiale SBK 2020 (24-25 febbraio i test ufficiali, 28 febbraio - 1 marzo il primo round) e la FIM ha rivisto i giri motori iniziali per le moto omologate che disputeranno il campionato. La novità più succosa è data dalla nuova Honda CBR1000RR-R che avrà un regime di rotazione iniziale simile alla Panigale V4R, mentre le altre moto mantengono sostanzialmente gli stessi regimi dello scorso anno.

HONDA A -500 DA DUCATI

E’ stato fissato a 15600 giri il regime iniziale per la nuova arma di casa HRC per il Mondiale 2020. Un numero considerevole che fa sì che Honda si fermi a soli 500 giri dai mostruosi 16100 della Panigale V4R, regime con il quale la moto bolognese ha chiuso la stagione scorsa dopo la decurtazione subita prima del round di Aragon “grazie” alle vittorie in serie di Alvaro Bautista nella prima fase del campionato. Ritornerà il grande duello dei primi anni 2000 tra Ducati ed Honda? Per ora sono loro le moto con il regime più alto della pattuglia di moto sullo schieramento.

YAMAHA E BMW DAVANTI A KAWASAKI

Esattamente come lo scorso anno con l’introduzione della nuova BMW S1000RR, sia i bavaresi che la casa di Iwata hanno un regime di rotazione superiore alla Kawasaki ZX10RR, la moto campione in carica con Jonathan Rea. 14950 rpm iniziali per Yamaha, che oltretutto ha rivisto la R1M, portando il motore ad essere omologato per la normativa Euro4, contro i 14900 di BMW ed i 14600 della verdona di Akashi.

I FUORI CONCORSO

Nella tabella resa nota dalla FIM lo scorso 5 febbraio, risultano ancora omologate MV Agusta con i suoi 14950 rpm, Suzuki con i suoi 14900 rpm, Aprilia RSV4 con 14700 rpm e la cara Ducati Panigale V2 che può “vantare” 12400 rpm, ben lontani però dai numeri della sua erede. Restano ancora la vecchia BMW S1000RR (14950 rpm) e soprattutto la “vecchia” CBR1000R SP2 del 2019 che può vantare ancora 15050 rpm iniziali e che verrà portata in pista dal team Moriwaki Althea.

Insomma, i numeri iniziali fanno ben sperare che Honda HRC abbia azzeccato il progetto con la nuovissima CBR1000RR-R, moto che si spera possa ottenere qui risultati ottenuti sempre con HRC. Quest’anno ci sono tutti i presupposti per assistere ad una stagione interessantissima e ricca di spunti con più case a lottare per vittoria, piazzamenti e titolo mondiale.

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