Roger Penske: il Capitano ha usato il pugno duro con i suoi
Credits: IndyCar Official website

Tanto tuonò che piovve: lo smacco subito nelle qualifiche alla Indy 500 non poteva passare inosservato in casa Penske, che si troverà così a rinnovare completamente il suo top management per quanto riguarda la IndyCar. Dopo la doppia squalifica di domenica scorsa, Tim Cindric, Ron Ruzewski e Kyle Moyer sono stati sollevati dai propri incarichi e licenziati dall’azienda. Il team del Capitano ora deve trovare le energie per riprendersi al più presto. 

Una decisione per certi versi inevitabile

Ve lo avevamo raccontato in questi giorni: dapprima l’esclusione dalla top 12 e poi la retrocessione in ultima fila per le vetture di Josef Newgarden e Will Power sono stati due fulmini a ciel sereno per diversi motivi. In primo luogo, perché hanno messo in mostra due situazioni abbastanza inedite nel mondo IndyCar, in secondo luogo perché sono andate a toccare due delle tre vetture della squadra di Roger Penske, che non solo è un simbolo e un vero e proprio ambasciatore della categoria nel mondo, ma è anche il proprietario dell’organizzazione e dell’Indianapolis Motor Speedway. Tutto l’insieme ha dato origine alla tempesta perfetta nel mondo delle corse a stelle e strisce, con diversi addetti ai lavori ben poco inclini alla comprensione. Basti pensare a Pato O’Ward, che ha addirittura dichiarato che le due vetture avrebbero dovuto essere squalificate. Dal canto suo, Roger Penske ha rilasciato uno stringato comunicato in cui, ovviamente, non appoggia il messicano, ma lascia ben intendere il suo pensiero e la sua condotta. 

Nulla è più importante dell’integrità morale dello sport e dei nostri team. Negli ultimi due anni, abbiamo avuto alcuni fallimenti organizzativi e per questo motivo abbiamo dovuto effettuare alcuni cambiamenti assolutamente necessari. Mi scuso con i nostri fans, i nostri sponsor e tutti i nostri dipendenti per non essere stati all’altezza. 

A fare le spese di questo errore madornale sono stati, dunque, il Presidente Tim Cindric, il Managing Director Ron Ruzewski e il General Manager Kyle Moyer. In pratica, le tre figure apicali del team, che da questo momento lasceranno i propri ruoli. 

Credits: IndyCar Official website

Troppi errori e la necessità di ripartire

Non è un caso che nel comunicato ufficiale Roger Penske parli di errori e fallimenti, al plurale. Come già spiegato nei giorni scorsi, il caso Push-to-pass della passata stagione ha lasciato strascichi importanti, interni ed esterni. In quel frangente, Cindric fu sospeso per tre gare, per poi andare a rassegnare le dimissioni da diversi ruoli operativi all’interno dell’organizzazione Penske nel corso dell’inverno. La brutta figura di domenica scorsa ha definitivamente segnato il suo futuro interno all’azienda, e non solo il suo. Un peccato che una storia da corsa del genere si sia conclusa in maniera così ingloriosa, ma effettivamente era complicato intravedere altre soluzioni all’orizzonte.

Piove sul bagnato, è proprio il caso di dirlo, in casa Penske. Il 2025 doveva essere l’annata del rilancio in IndyCar per il team, che nella passata stagione ha vissuto di alti (pochini) e bassi (tanti). La Indy 500 poteva rappresentare il punto di svolta, invece corre il rischio di essere l’ennesima occasione sprecata, mentre i rivali di Ganassi hanno almeno due piloti in top 10 che potrebbero essere in lizza per la vittoria. Chiaro, sulla Brickyard tutto è possibile, ma ad oggi sembra veramente complicato per gli alfieri del Capitano sperare in qualcosa di buono. 

E poi c’è tutta la stagione da affrontare con un team che, per forza di cose, sarà scosso dalle fondamenta. Intendiamoci, l’organizzazione è solida e ben radicata, e avrà tutte le risorse per rispondere con forza ad un momento così complicato. Il rischio, però, è che il 2025 si possa rivelare ancora più difficile e buio del campionato passato, con tutte le conseguenze del caso, quando invece avrebbe dovuto gettare le basi per la riscossa futura. Nei prossimi giorni arriveranno ulteriori notizie; per ora, resta un po’ di rammarico, perché, lo ribadiamo, Cindric, Ruzewski e Moyer non meritavano di uscire di scena in questo modo. Però, si sa, chi è causa del suo mal...

Nicola Saglia