Credits: FIA Formula E
Credits: FIA Formula E

A Tokyo la Formula E ha scollinato metà stagione e ha regalato due gare ricche di spunti e di episodi da analizzare, con la gara del sabato disputata sotto la pioggia e che ha visto un vincitore a sorpresa in Stoffel Vandoorne e la gara della domenica che invece ha consegnato l'ennesimo successo a Nissan e a Oliver Rowland, che sembra aver messo ormai un'ipoteca sul titolo.

Rowland uno step sopra tutti

Anche a Tokyo si è avuta la conferma come quello di Rowland sia ormai un monologo, con due pole position - sebbene al sabato la qualifica non si sia disputata per pioggia - e due podi (un secondo e un primo posto) che gli consentono di ampliare ulteriormente il gap in classifica e di portarlo a 77 punti sul primo diretto inseguitore, Pascal Wehrlein. A questo punto del campionato è ormai assodato che Rowland stia viaggiando su un altro livello anche rispetto al suo compagno di squadra Norman Nato: è eloquente il fatto che Rowland ha ottenuto il 93,6% dei punti conquistati da Nissan sinora, con Nato che - al netto del lampo di Miami - non sta riuscendo in alcun modo a mantenere lo stesso livello.

Sono in una fantastica serie positiva di risultati e in un momento chiave del campionato, devo dar credito totale al team. Sono tornato in squadra l'anno scorso, credo che l'anno prima abbiano chiuso noni tra i Costruttori, e abbiamo ricostruito tutto e raggiunto il livello dove siamo ora, e abbiamo migliorato il pacchetto tra la season 10 e la season 11 in modo significativo.

A 7 gare dalla fine l'inglese - come già detto a caldo nel post-gara - è sicuro di non voler fare calcoli e anche a Shanghai, tra 2 settimane, non farà calcoli. Attualmente, considerando il vantaggio a sua disposizione, Rowland potrebbe chiudere i giochi per il titolo nella seconda gara di Berlino in programma a metà luglio al Tempelhof Airport.

Ovviamente è un ottimo vantaggio, ma non sto pensando al campionato. Molti parlano del vantaggio che ho, io invece ho cercato di mantenere la stessa mentalità di sempre, mi sono detto che non farò nulla di diverso fino a dopo Shanghai e questo è ancora valido. Siamo solo a metà, è vero che ho un vantaggio significativo ma il modo migliore per perderlo è iniziare a pensarci. Quindi continuerò con la stessa linea solita. 

Dietro Rowland i rivali piangono

Se da una parte la costanza e la superiorità di Rowland ormai non sorprendono più, dall'altra invece i rivali faticano a mantenere una minima costanza per tenerne il passo. Wehrlein - il rivale diretto in campionato - a Tokyo ha ottenuto solo un secondo posto domenica beffato dalla SC finale, dopo lo zero sotto la pioggia del sabato. Da Costa ha ottenuto solo 19 punti nelle ultime 4 gare, contro i 92 di Rowland, e nella seconda gara di Tokyo una collisione a centro gruppo lo ha messo KO per la rottura della sospensione anteriore. Peggio è andata a Barnard, che dopo il podio di sabato, domenica a un certo punto sognava il salto in terza posizione nel Mondiale prima di essere messo KO da Edoardo Mortara, regalando a Rowland una SC fondamentale per salvare energia e mantenere la leadership. 

A questi tre nomi manca costanza e velocità, fattori che Rowland ha a suo favore: difficile, in questa Formula E, riuscire a mantenere un alto livello di rendimento, per la natura di una serie dove serve mettere fuori i gomiti per mantenere la propria posizione, a costo di finire a muro. Pensieri che Rowland, sempre in testa e nelle prime posizioni, in questo momento non si pone.

Ticktum porta Kiro ai piani alti

In un Q&A diffuso dai canali ufficiali di Kiro prima di Monte Carlo, il COO Russell O'Hagan aveva dichiarato come il team doveva porsi l'obiettivo di diventare un “giant killer” per raggiungere il target dei 100 punti in questa stagione, definendolo “un grosso step e una sfida incredibile”. Un'idea ambiziosa per la nuova proprietà del fu Nio e ERT, che tra Monaco e Tokyo grazie ai piazzamenti di Dan Ticktum ha però iniziato a portare a casa punti importanti. Su tutti, i 25 complessivi ottenuti nelle due gare di Tokyo da Ticktum, eletto anche “Driver of the Day” domenica. 

Credits: Cupra Kiro
Credits: Cupra Kiro

L'inglese ha mostrato nelle ultime 4 gare una buona velocità e una buona costanza, pur mantenendo quella dose di esuberanza che a Monaco gli è costato un buon risultato alla domenica e che a Tokyo gli è costato un assalto alla pole nella finale a causa del tocco a muro che lo ha messo fuori gioco. 

Sono stati anni piuttosto deprimenti finora, nelle ultime gare siamo riusciti a far rientrare tutto nella finestra più costantemente, il che mi ha dato più fiducia. Ci stiamo avvicinando, penso che abbiamo un bel pacchetto. Oggi (domenica, ndr) potevamo fare le cose in un modo leggermente migliore tra me e Pascal ma sto cercando di godermi il momento. Sono felice per il team, è stato brutto anche per loro, molte persone sono qui da quando sono arrivato io e sono contento di regalargli questo podio e di essere io a farlo. Spero che ci sia modo di ottenerne altri. 

La speranza di Ticktum si ritrova anche nelle parole di O'Hagan che prima di Monaco sognava di poter diventare una presenza costante in top-10. Shanghai - pista che secondo Ticktum potrebbe non essere congeniale a Kiro a differenza di Tokyo e Monaco - è già un banco di prova importante per confermare il livello raggiunto dal team nelle ultime due settimane. Team al quale dovrà servire anche il contributo di Beckmann, uno dei due piloti ancora senza punti in classifica.

Colpo Vandoorne: paga l'azzardo con il Pit Boost

La prima delle due gare del weekend l'ha vinta a sorpresa Stoffel Vandoorne grazie alla fruizione del Pit Boost avvenuta in un momento che si è rivelato perfetto grazie alla bandiera rossa causata dal momentaneo problema tecnico di Maximilian Gunther. Il belga, tornato al successo dopo 3 anni e 49 gare, ha usufruito del suo pit boost molto presto, al giro 11, ed è stato fortunato perché due giri dopo il guasto del tedesco di DS ha costretto la direzione gara ad esporre la rossa. Così facendo, il gruppo è ripartito compatto e Vandoorne si è ritrovato con un vantaggio enorme, gestito poi nel corso della seconda parte di gara non senza rischi.

È bello, la gara non è stata semplice, sicuramente le opportunità erano tante con la pioggia e con tutta la gestione da dover fare. Abbiamo un po' scommesso con la nostra strategia, ma era tutto calcolato e alla fine tutto è andato a nostro favore. Le chance che ciò accada in Formula E sono pochissime, ma questa volta il piano è andato molto bene. Siamo andati estremi, ma sono felice per me e per il team, possiamo festeggiare con un occhio a domani. È bello quando nel briefing si parla di tutta una serie di opzioni e sai che un'idea del genere è rischiosa ma era calcolato. Che poi tutta una serie di scenari giochino a tuo favore, in Formula E è veramente raro. Sono felicissimo, abbiamo dovuto farla e sapevamo che poteva ripagarci alla grande.

La bandiera nera spegne i sogni di Dennis

È raro nel motorsport odierno vedere un pilota squalificato, ma è stato questo il caso di Jake Dennis. L'inglese, alla ripresa dopo l'interruzione per la rossa causata da Gunther nella gara del sabato, prima della ripartenza è rientrato ai box per usufruire del Pit Boost e, di conseguenza, guadagnare tempo su tutti gli avversari. Un'idea all'apparenza geniale, ma che la direzione gara ha giudicato non conforme al regolamento, esponendo la bandiera nera al #27 di Andretti. Secondo la direzione gara, Dennis sarebbe entrato ai box con la pit lane chiusa per usufruire del Pit Boost, infrangendo l'articolo 23.16 del regolamento sportivo della Formula E che dice come “sotto circostanze eccezionali, il Direttore di Gara può chiedere la chiusura della pit lane durante la gara per ragioni di sicurezza. I piloti possono entrare, in alcuni casi, solo per usufruire di riparazioni eccezionali ed evidenti”. Non è stato questo il caso di Dennis, sebbene non sia citato il Pit Boost in questi casi, che difende tuttavia la scelta della squadra.

[La pit lane] Era aperta. Dalle informazioni che avevamo, era aperta. Era chiusa in uscita e lì mi sono fermato, ma l'entrata era aperta. La squadra ha fatto tutto alla perfezione.

In effetti dall'onboard di Dennis non si vede nessun semaforo rosso prima dell'ingresso della pit lane, sebbene poi si vedano un paio di semafori rossi in piena corsia box. Tuttavia, più che l'articolo 23.16, sembrerebbe che la violazione riguardi un altro articolo, nello specifico il 41.7 che dice: “Se il Direttore di Gara decide che è sicuro richiamare ai box la SC, un messaggio ”STANDING START" verrà mostrato ai piloti via il sistema di messaggistica ufficiale. Tutti i pannelli luminosi della FIA mostreranno la scritta “SS”, le bandiere gialle e il segnale di SC verranno tolti e le luci della vettura saranno spente. Questo sarà il segnale per i piloti che la SC rientrerà alla fine del giro. […] Una volta che la SC rientra ai box, tutte le vetture devono tornare ai box, prendere posizione in griglia e seguire le procedure segnalate negli articoli 36.13, 36.14 e 36.15". Dennis e Andretti avevano la possibilità di fare reclamo, ma la casistica che si è verificata è molto similare a quanto Lucas di Grassi fece a Londra nel 2021 quando rientrò in pit lane sotto SC per risalire la classifica. Mossa che fu poi penalizzata e regolamento che fu cambiato per evitare casi simili.

Mattia Fundarò