La partenza dell'E-Prix di Tokyo. © FIA Formula E
La partenza dell'E-Prix di Tokyo. © FIA Formula E

L'edizione inaugurale dell'E-Prix di Tokyo di Formula E ha fatto registrare la vittoria di Maximilian Gunther con la Maserati. Ma oltre a questo, sono diversi gli aspetti meritevoli di analisi all'indomani della gara giapponese: ecco quelli più interessanti emersi dal quinto appuntamento stagionale della serie elettrica.

Cinque vincitori diversi in cinque gare

Continua la striscia dei diversi vincitori in ciascuna gara. Dopo Pascal Wehrlein, Jake Dennis, Nick Cassidy e Sam Bird, Max Gunther aggiunge il suo nome alla lista dei piloti che sono saliti sul gradino più alto del podio. Una statistica ancora più impressionante se si considera che questi piloti fanno parte di cinque team diversi (Porsche, Andretti, Jaguar, McLaren e Maserati) e che utilizzano quattro powertrain differenti (Porsche per i primi due, poi Jaguar, Nissan e Stellantis). E realisticamente, potrebbero aggiungersi da qui a fine campionato all'elenco dei vincitori anche Mitch Evans e Oliver Rowland, i due che ci sono andati più vicini finora, senza dimenticare altri come Norman Nato, Antonio Felix Da Costa, Stoffel Vandoorne, Jean-Eric Vergne, Robin Frijns e Sebastien Buemi.

Ancora una volta, continua a regnare l'incertezza in Formula E, e la regola per vincere è quella di essere costante. I primi tre, Cassidy, Dennis e Wehrlein, finora sono stati quelli che meglio hanno interpretato questo aspetto, ma basta poco per cambiare: a Misano la classifica potrebbe essere nuovamente stravolta rispetto a quella che vediamo ora.

Pista di Tokyo: rimandata al…2025

Il circuito di Tokyo convince a metà: la pista è interessante (rispetto agli altri tracciati di Formula E), e i piloti l'hanno apprezzata, paragonandola anche a Roma. Molto caratteristica la parte del “salto” nel primo settore, con le vetture che decollano per qualche istante dopo aver superato un dosso. Tuttavia, la pista si è rivelata molto stretta, e nonostante queste vetture siano molto piccole, è stato difficile vedere dei sorpassi. Se da un lato questo ha creato una gara meno caotica delle altre, dall'altro ha rallentato il gruppo, con i piloti che hanno girato molto piano, sapendo di non poter essere superati: alla fine, è servita una massiccia gestione da parte di Rowland per finire superato da Gunther. La pista non viene quindi bocciata, ma neanche promossa a pieni voti: aspettiamo una seconda edizione prima di confermare pienamente il giudizio.

Rowland, da scaricato a contendente al titolo

Sembra quasi una favola quella di Oliver Rowland: una decina di mesi fa l'inglese concludeva un'infruttuosa esperienza con Mahindra a metà stagione, dopo la gara di Monaco, venendo sostituito da Roberto Merhi. Sembrava che per Rowland non potesse esserci più posto in Formula E, ma ecco che a fine 2023 è giusta la chiamata della Nissan, con cui aveva già corso tra il 2018 e il 2021, cogliendo una vittoria e quattro piazzamenti sul podio.

Le prime due gare non sono state brillantissime, ma da gara 2 di Diriyah è improvvisamente scattato il click, con la pole conquistata in qualifica e il terzo posto in gara. Piazzamento poi replicato anche a San Paolo, superando al photofinish Dennis e Wehrlein, mentre a Tokyo sembrava essersi materializzata l'occasione perfetta: partito dalla pole in un circuito gremito di dipendenti Nissan, l'inglese ha provato a vincere, venendo però beffato da Gunther. Nonostante la vittoria sfumata, i tre podi consecutivi (e le due pole) gli valgono per ora la terza posizione in campionato: che Rowland possa davvero rientrare della partita iridata?

Jaguar in affanno

La gara della Jaguar non è stata particolarmente brillante. In qualifica Cassidy è stato penalizzato per un'irregolarità tecnica, dovendo partire dal fondo. Evans, invece, è rimasto per buona parte della gara a centro gruppo, prima che un contatto lo facesse uscire fuori dai punti. Alla fine Cassidy ha chiuso ottavo, limitando i danni, ma la testa della classifica è stata persa, e anche quella dei Mondiali Team e Costruttori sono a rischio nei confronti di Porsche. La Casa del Giaguaro non è stata particolarmente brillante, e dopo un avvio di stagione positivo anche Cassidy sembra aver acquisito un po' di ruggine nella pausa tra Diriyah e San Paolo. Toccherà rimettersi in sesto prima del doubleheader di Misano, in cui Porsche potrebbe già iniziare l'allungo decisivo.

Nissan ha raggiunto Jaguar e Porsche?

È vero, ha vinto Maserati. Però Nissan per la terza gara di seguito ha chiuso sul podio, e se si estende anche a McLaren, la scorsa gara ha anche vinto. Per i giapponesi (con sede in Francia), sembra essersi chiuso il gap con i migliori. Solo un anno fa festeggiavano il secondo posto di Nato a Roma come se fosse un Mondiale: adesso sembra che al Mondiale possano davvero ambirci.

Forse sono ancora un po' deficitari sul passo gara, ma in qualifica Nissan appare come la macchina complessivamente migliore. E considerando sia che la pole vale tanto (3 punti), sia come gli altri contendenti al titolo si tolgano punti a vicenda, non è impensabile pensare che Nissan, ma anche McLaren, possano avere un ruolo nella lotta al titolo. Nella peggiore delle ipotesi, come ago della bilancia; ma nella migliore, come protagonisti assoluti.

Alfredo Cirelli

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