Roland Ratzenberger è stato troppo spesso considerato ingiustamente “l'altra” vittima del weekend più tragico nella storia della Formula 1. Un destino beffardo e crudele, che lo ha portato via poche ore prima che la scomparsa di Ayrton Senna finisse per monopolizzare l'opinione pubblica e cambiare in maniera irreversibile la storia di questo sport. Oggi il pilota austriaco viene ricordato a Imola nel trentennale della scomparsa, con la deposizione di una targa alla presenza dei genitori.

Ratzenberger, a caccia di un sogno

La Simtek non era certamente un fulmine di guerra, ed il povero Roland era chiamato a dover dare il meglio di sé con un contratto che lo legava alla neonata scuderia britannica per sole cinque gare. Dopo i successi conquistati in Giappone e le numerose apparizioni nella 24 Ore di Le Mans, per lui si erano finalmente aperte le porte del grande Circus. Un debutto alla soglia dei trentaquattro anni: una cosa pressoché inimmaginabile al giorno d'oggi, ma che da un certo punto di vista lo legava al più grande di tutti. Anche Senna era infatti un classe 1960: tra i due c'erano infatti poco più di tre mesi dal punto di vista anagrafico, ma un abisso sotto il profilo della popolarità e del curriculum costruito in pista.

Così lontani, ma così uguali. Se l'incidente di Ratzenberger nelle ore immediatamente successive venne quasi considerato come un “incidente di percorso”, la scomparsa del brasiliano finì per risvegliare bruscamente il mondo della Formula 1 dalla sensazione di poter essere divenuto invulnerabile. Basterebbe pensare alle parole degli addetti ai lavori in quella giornata: pilota troppo inesperto, scuderia impreparata, al punto che persino Alain Prost in diretta TV sostenne come certi team minori dovessero fornire le necessarie garanzie tecniche ed economiche prima di potersi presentare al via di un Gran Premio.

Una dinamica che non lasciò scampo

Ed in effetti è lecito ipotizzare che una concausa del dramma fu proprio dovuto ad un errore di inesperienza del pilota: dopo essere finito in testacoda alla Tosa, infatti, Ratzenberger rientrò in pista passando sul cordolo interno (ai tempi particolarmente alto), finendo presumibilmente per danneggiare i supporti dell'ala anteriore. Senza rientrare ai box per verificare le condizioni della macchina, l'austriaco si lanciò poi nel giro successivo per puntare ad ottenere una qualificazione che sarebbe stata pari ad una vittoria.

Ma le cose per lui finirono diversamente: l'ala anteriore si staccò improvvisamente nel punto più veloce della pista, quando le vetture si apprestavano ad affrontare in sesta piena la curva Villeneuve ad una velocità di circa 315 km/h. A quel punto, non c'era nulla che il pilota potesse fare: l'impatto contro le barriere fu devastante, e a nulla valsero i tentativi da parte dei soccorritori, in un macabro “teatro” mostrato impietosamente in mondovisione.

La tribuna dedicata a Roland Ratzenberger
La tribuna dedicata a Roland Ratzenberger

Il ricordo di Imola

Da allora, non è mai venuto a mancare il ricordo di Roland da parte dell'Autodromo di Imola e dei tifosi, che transitano all'altezza della tribuna della Tosa a lui dedicata lasciando un fiore, una bandiera, un proprio ricordo. Oggi, a distanza di trent'anni da quella giornata, in pista saranno presenti gli anziani genitori del pilota austriaco, per l'inaugurazione di una targa volta ad onorare la sua memoria. E domani, nella giornata ribattezzata ‘Senna30’, ci sarà il doveroso spazio anche per lui.

Marco Privitera

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