Credits: Red Bull Content Pool
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La notizia è arrivata nel pieno del weekend del Gran Premio d’Italia, e forse anche per questo è passata un po’ in sordina. Daniel Ricciardo ha deciso ufficialmente di dire basta: l’australiano si è ritirato dalle gare per diventare Ambassador di Ford Racing. Giusto così, forse, visti gli ultimi risultati in pista; resta l’amaro in bocca per quello che poteva essere e non è stato. 

Un talento grande tanto quanto il suo sorriso

Daniel Ricciardo ha lasciato un segno importante nel paddock sin dal suo esordio, con i colori di un team HRT palesemente in ritardo sul resto del gruppo e in cui mettersi in mostra era praticamente impossibile. Il suo nome circolava già da diversi anni all’interno della galassia Red Bull, dopo alcune stagioni con ottimi risultati nelle categorie propedeutiche, anche con i colori del team italiano RP Motorsport. Ma ciò che saltava agli occhi, a proposito di Daniel, prima ancora del talento, era la naturale simpatia, la predisposizione al gioco e allo scherzo che non lo hanno mai abbandonato nel corso degli anni e quella predisposizione alla sincerità in ogni momento. 

Dopo un paio d’anni in Toro Rosso, ecco la promozione in Red Bull al fianco di Sebastian Vettel, proprio in quel rivoluzionario 2014 che segnò l’avvento delle power unit ibride. E fu qui che il talento di Mister Ricciardo si mostrò grande almeno quanto il suo sorriso: tre vittorie ottenute nel corso della prima stagione con la scuderia di Milton Keynes, il team mate surclassato e una serie di sorpassi da far sobbalzare gli spettatori sul divano e da far impallidire gli avversari. Ricciardo Shuffle, ecco il suo marchio di fabbrica: finta da una parte e dentro dall’altra, con il malcapitato di turno impossibilitato a reagire. Per chi non avesse idea di cosa stiamo parlando, il suggerimento è quello di recuperarsi il sorpasso su Vettel a Monza alla Roggia

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Canada 2014: la prima vittoria in carriera

Sette le vittorie ottenute nel quinquennio 2014-2018 con Red Bull, prima dell’arrivo del ciclone Verstappen e della palese scelta del team di puntare tutto sull’olandese, che portò poi alla decisione di passare in Renault. È stato qui che la stella di Daniel, nonostante alcuni sprazzi di talento cristallino, ha iniziato a spegnersi, nonostante l’approdo due anni più tardi in McLaren e il ritorno nella galassia dei due tori, prima di essere definitivamente sostituito da Lawson dopo Singapore 2024. Fortunatamente, c’è stato ancora il tempo per un’ultima perla, al volante della vettura che oggi domina il Mondiale: il successo di Monza 2021, pur favorito dal contatto tra gli sfidanti Hamilton e Verstappen, resterà per sempre nel cuore dei tifosi italiani. 

Il nuovo ruolo di Ambassador per Ford

Anche se i giorni di gara sono alle spalle, il mio amore per tutto ciò che riguarda le quattro ruote rimarrà sempre alto. Per questo motivo sono orgoglioso di collaborare con Ford, diventando un ambasciatore globale. Lavorerò a stretto contatto con il team Ford Racing, concentrandomi in particolare sul marchio Raptor e su ciò che questo è diventato per molti clienti. Quando ho deciso che era giunto il momento di ritirarmi, ci ho pensato a lungo. Volevo trovare il modo più autentico per rimanere in contatto con il motorsport. Per me, correre è sempre stato divertimento. Mi ha reso felice e ha creato ricordi che dureranno tutta la vita.

Queste le parole con cui il pilota di Perth ha annunciato al mondo la sua decisione. Da diverso tempo, in realtà, era scomparso dai radar, facendosi raramente ritrarre in mezzo alla natura, con una barba e un abbigliamento più adatti ad un cercatore d’oro nel Montana dell’800 che non ad un pilota. In alcuni casi, aveva anche già anticipato in qualche modo la sua decisione di non voler tornare al volante di una vettura, nonostante in diversi avessero accostato il suo nome al marchio Cadillac. Ottima la scelta di Ford, non c’è che dire: Daniel è sicuramente un buon Ambassador per tutto il mondo, portatore di valori positivi e di un’energia incredibile

Resta la sensazione, nonostante tutto, che abbia raccolto meno di quanto meritato, e non sempre per colpa sua. Nonostante ciò, fa comunque piacere sapere che la possibilità di rivederlo nel paddock resta alta: non dimentichiamo che Ford sarà partner tecnico di Red Bull a partire dal 2026. Chissà che questo non sia l’inizio di una nuova vita per lui, sempre tra i motori ma con un ruolo completamente.

Allora, come direbbe lui, Enchantè, Mr. Ricciardo: quel paddock che continua a prendersi troppo sul serio ti sarà sempre debitore. Buon vento, Daniel!

Nicola Saglia