Motomondiale | Balaton Park 2025 - Commento LIVE Gara

Credits: McLaren / X.com
Credits: McLaren / X.com

Per molti gli ultimi giorni di agosto segnano la fine dell’estate e il rientro dalle ferie: per gli appassionati del motorsport, questo periodo segna soprattutto la ripresa del Mondiale di Formula 1. Tali settimane rappresentano spesso anche l’occasione per i piloti di riflettere sul futuro della propria carriera e decidere, eventualmente, di appendere il casco al chiodo. Questo è quello che successe 40 anni fa ad un Niki Lauda che, dopo aver annunciato in Austria il suo ritiro a fine stagione, il 25 agosto ottenne la sua 25a e ultima vittoria di carriera in F1 al GP Olanda a Zandvoort.

Il secondo “stint” di Lauda in Formula 1 con la McLaren

La storia di Lauda ha avuto un percorso simile a quello che farà Schumacher dopo di lui: dopo aver ottenuto tante vittorie e due Mondiali Piloti con la Ferrari ed essersi ritirato dopo il 1979, l’austriaco ritornerà in F1 nel 1982 chiamato da una McLaren in crisi di risultati e che puntava a ritornare competitiva con lui. A differenza di Michael con Mercedes, il secondo capitolo di Niki in F1 fu molto più soddisfacente con tante vittorie e con la conquista del Mondiale 1984 sulla MP4/2 motorizzata TAG Porsche, riuscendo a prevalere sul più giovane compagno di squadra Alain Prost per solo mezzo punto.

Al terzo titolo iridato, però, segui una stagione 1985 davvero deludente, segnata da ben 9 ritiri nelle prime 11 gare per problemi meccanici alla MP4/2B. Tutto questo influenzò la sua allora clamorosa decisione di appendere il casco al chiodo a fine stagione, annunciato a Spielberg durante il weekend del GP Austria (concluso con un altro ritiro mentre era in lotta per il podio). Per molti tale scelta fu dettata dalla sua volontà di concentrarsi sulla sua omonima compagnia aerea (la Lauda Air), per altri fu figlia dei risultati deludenti e del crollo dei suoi rapporti col team di Woking dopo avergli preferito Keke Rosberg (pilota mai apprezzato da Niki) per il 1986.

Il GP Olanda 1985 tra il duello iridato e la rimonta di Niki

E così arrivammo a Zandvoort per l’11a prova del Mondiale 1985 con Alain Prost che condivideva la vetta della classifica piloti con Michele Alboreto (Ferrari) con 50 punti a testa mentre Lauda era a sole 5 lunghezze. Nelson Piquet firmò la pole position con la sua Brabham-BMW demolendo il record del circuito di ben due secondi e mezzo nelle qualifiche del venerdì (le uniche “buone” per la griglia a causa della pioggia scesa nel sabato) mentre Keke Rosberg, a sei decimi, completò la prima fila con la Williams-Honda. Alain Prost si piazzò terzo davanti alla Lotus-Renault di Ayrton Senna e ad un sorprendente Teo Fabi (Toleman-Hart) mentre Niki Lauda firmò il decimo tempo per chiudere la quinta fila davanti a Elio de Angelis. Male invece Michele Alboreto, solamente 16° con una Ferrari che ha sofferto di grip e trazione fin dall’inizio del weekend.

Alla partenza Piquet bruciò la pole mandando la sua Brabham in stallo insieme alla Arrows di Boutsen: così Rosberg passò al comando davanti a Senna, Fabi e Prost mentre Lauda sfruttò la partenza caotica per salire in quinta posizione. Al sesto giro Niki passò anche Teo per prendersi il quarto posto e al 14° giro seguì il suo compagno Alain nel sorpasso su Senna per salire in zona podio. Purtroppo i sogni di gloria di Fabi svanirono al 18° giro, quando la sua Toleman alzò bandiera bianca per un problema al cuscinetto di una ruota posteriore. Come era consueto in quegli anni, l’affidabilità giocò un ruolo fondamentale nella gara: al 20° passaggio, il leader Keke Rosberg fu costretto al ritiro per la rottura del motore Honda sulla sua Williams. Così Prost ereditò la testa della gara davanti a Senna mentre Lauda, allo stesso giro, decise di anticipare la sua sosta e di cambiare le gomme.

Lauda resiste a Prost e si prende a Zandvoort il suo ultimo urrà

La scelta strategica pagò in quanto l’austriaco, anche se a fine gara dirà che si fermò troppo presto, sfruttò le gomme nuove per guadagnare terreno sui suoi avversari. Tra essi spiccò proprio il compagno Prost che, complice anche una sosta lenta di 18.31 secondi al giro 33, rientrò anche alle spalle di Senna in terza posizione. Il francese ripasserà il suo futuro rivale brasiliano (protagonista diversi mesi prima all’Estoril) al 47° passaggio e si metterà all’inseguimento del compagno Lauda, provando più volte l’attacco senza però mai riuscire a passarlo. La gestione dei pneumatici e la difesa del pilota austriaco, a sua volta, furono esemplari, permettendogli di resistere alla pressione continua del francese che, a sua volta, rischiò grosso al giro 58 mettendo due ruote sull’erba e bloccando le anteriori nell’entrata della vecchia curva 8 (Hondenvlak).

La difficoltà nei doppiaggi dell’ex-Ferrari permetterà ad Alain di riprovarci ancora fino all’ultimo attacco alla chicane Marlboro nel penultimo giro, ma anche lì finì con un nulla di fatto. Così Niki Lauda arrivò alla bandiera a scacchi precedendo il compagno Prost di 232 millesimi, conquistando così la sua 25a e ultima vittoria di carriera in Formula 1. Dietro alle due McLaren-TAG Porche, Ayrton Senna salì con la Lotus sul terzo gradino del podio dopo aver resistito nel finale agli attacchi di un Michele Alboreto quarto di rimonta sulla sua Ferrari. Completarono la zona punti Elio De Angelis (Lotus) e Nigel Mansell (Williams). Da lì in poi, la stagione 1985 di Lauda continuerà tra ritiri e un infortunio al polso che lo terrà fuori per Spa e Brands Hatch, ma l’immagine del podio, con Niki insieme ai futuri due rivali Senna e Prost, rappresenta ancora oggi un “passaggio di consegne” verso coloro che sarebbero stati gli assoluti protagonisti della F1 di fine anni 80/inizio anni 90. 

Lauda Podio GP Olanda F1 1985
Credits: McLaren / X.com

Andrea Mattavelli