Credits: FIA Formula E
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Due diversi vincitori tra sabato e domenica, un Rowland che fa un passo falso ma mantiene un ampio gap e Porsche che ormai alza bandiera bianca a cinque gare dalla fine: Shanghai ha offerto nuovi temi che porteranno la Formula E verso Giacarta e verso i primi, possibili, verdetti. 

Rowland non è infallibile

Sicuramente quello di Shanghai non sarà un weekend da ricordare per Oliver Rowland, che lascia la Cina con solo 10 punti ma con una leadership in campionato sostanzialmente invariata su Pascal Wehrlein, distante 68 lunghezze. Rowland sabato non è riuscito a mettere in pratica la sua consueta strategia, con l'Attack Mode finale che non è servito a metterlo al riparo dagli attacchi di Barnard, Ticktum e degli altri inseguitori e con Gunther che è stato capace di superarlo usando la stessa strategia, andando a vincere. Domenica, invece, l'inglese è stato assente non giustificato: 17° in qualifica, 13° in gara e mai protagonista sotto la pioggia cinese data la difficoltà a poter superare. Risultati che, uniti a quelli deludenti di Nato, tolgono a Nissan la leadership nella classifica Team per un punto a favore di Porsche.

Quello di domenica è stato un risultato deludente, sinceramente è stata una delle gare più difficili di sempre per via della visibilità limitata data dallo spray. Non era possibile fare di più. Nel complesso il weekend è stato positivo, abbiamo guadagnato dei buoni punti su una pista che non è la mia preferita e siamo ancora in lotta per tutte e tre le classifiche, che saranno il nostro focus per il finale di stagione.

Porsche è ancora viva, ma…

Sabato il doppio piazzamento fuori dai punti ha messo la parola fine alla doppia rincorsa di Porsche al titolo Piloti, con Wehrlein e Da Costa superati in classifica da Taylor Barnard e “doppiati” da Rowland. Il cielo domenicale sopra Shanghai invece ha regalato al tedesco e al portoghese un doppio podio utile sia per le loro classifiche - permettendogli di riprendere il secondo e terzo posto nel Mondiale - sia per quella di Team e Costruttori. Per questo motivo, Wehrlein non ha nascosto come il titolo Piloti non sia più l'obiettivo né suo né del team, ora concentrato a vincere le altre due classifiche, quella dei team dove è al comando con un punto di vantaggio sulla Nissan e quella dei Costruttori dove deve recuperare 26 punti sempre alla Nissan.

Sinceramente il nostro focus ora è sul titolo a squadre e sui Costruttori. Già prima di Shanghai abbiamo capito che il gap (da Rowland, ndr) è troppo ampio, solo se dovesse accadere un miracolo potremmo avere un'altra chance ma vedendo come è andata ieri, senza ottenere punti, diventa irrealistico. Adesso il nostro target è sulle altre classifiche, con l'obiettivo di portarle a casa e di fare del nostro meglio.

Credits: FIA Formula E
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Dello stesso parere è Antonio Felix da Costa, terzo domenica a Shanghai, il quale non nasconde una parziale delusione per aver perso la possibilità di lottare per un titolo piloti che al momento lo vede a 83 punti dalla vetta.

Il titolo team è quello dove ora mettiamo tutte le nostre fiches, cerchiamo di trovare la motivazione per spingere anche se è difficile da accettare quando a Miami sembrava fossimo di nuovo al comando. Le cose cambiano velocemente, va così e dobbiamo accettarlo. La vita va avanti, cercheremo di mettere pressione a Nissan nella classifica Costruttori e a squadre cercando di vincere qualcosa.

Sulla gara di domenica, Wehrlein ha spiegato come per lui la vittoria un obiettivo difficile data la velocità di Cassidy, ma il tedesco ha anche confermato come - dopo le delusioni di Monaco e Tokyo sotto l'acqua - Shanghai rappresenta uno step in avanti nella guida sul bagnato con la GEN3 Evo.

Ho cercato (di lottare con Nick, ndr), ma c'è stato un momento dove c'era un gap piccolo e ho cercato di ridurlo, ma sono uscito… sento che se avessi preso più rischi sarei potuto restare più vicino, ma senza chiudere il gap. Già nella prima fase di gara avevo capito che avrei dovuto accettare il fatto che Nick e Jaguar erano un po' più veloci di me, ma allo stesso tempo eravamo velocissimi perché abbiamo aperto il gap su quelli dietro. Quando abbiamo preso il secondo Attack Mode ho cercato di fare il giro veloce e di portarla a casa. Questa è stata la prima volta quest'anno che ci siamo sentiti a nostro agio, quest'anno è diverso rispetto ai due anni precedenti. Sono felice che abbiamo trovato la strada giusta sul bagnato dopo Monaco e Tokyo.

DS scrive la (sua) storia

A Shanghai sabato è arrivata anche la prima doppietta di sempre di DS Penske grazie al successo di Maximilian Gunther - giunto dopo la pole position conquistata qualche ora prima - e al secondo posto, preso all'ultima curva, di Jean-Eric Vergne. Per DS - in particolare per Gunther - nella prima delle due gare del weekend si sono allineati alla perfezione dinamiche di gara, ritmo e strategia, con il tedesco che è stato capace di sfruttare al meglio il secondo Attack Mode per prendere la leadership e un margine sufficiente per andare a vincere per la seconda volta in stagione dopo il successo di Jeddah.

È stata una giornata incredibile, già in qualifica avevo un ottimo feeling con la vettura, abbiamo fatto ottimi giri ed è stato quello solo il primo passo. Come sappiamo in Formula E le gare sono complesse e lunghe, come quella di oggi [sabato, ndr] con il Pit Boost. Siamo riusciti a gestire tutto bene, abbiamo eseguito tutto bene e avevamo un buon ritmo. Siamo andati lunghi con l'ultimo Attack Mode, avendolo e avendo un buon valore di energia siamo riusciti ad avere la possibilità di giocarci la vittoria. Era chiaro che avrei dovuto superare Oliver e scappare mettendo un gap tra noi nel minor tempo possibile, è andato tutto bene.

Se per Gunther la gara si è decisa negli ultimi giri con il sorpasso decisivo a Rowland che poi gli ha permesso di fuggire, dall'altra parte del box per Vergne è servita l'ultima curva e il doppio sorpasso su Barnard e Ticktum per portarsi a casa il secondo posto finale.

Quando ho capito che il podio era possibile? Solo all'ultimo giro. Sapevo già da qualche giro che avevo più energia (di chi avevo davanti), quindi avevo intuito di essere in una posizione migliore, ho solo aspettato il momento migliore per passare e quello è stato l'ultimo giro.

Per DS un risultato che - unito alla gara di domenica - permette a Vergne e Gunther di fare un grosso salto in avanti con la quinta e la sesta posizione in campionato tra i piloti e con la terza posizione tra i Team davanti alla McLaren.

Cassidy, vittoria che sa di addio a Jaguar

Nick Cassidy torna al successo per la prima volta dall'11 maggio 2024, quando la vittoria nella prima delle due gare di Berlino gli aveva permesso di conquistare la leadership della Season 10. Lo fa in un momento in cui Jaguar sembra stia iniziando a riprendersi da una crisi lunga un'intera stagione che l'ha tagliata subito dal discorso iridato e, soprattutto, in un momento in cui sembra che l'addio del neozelandese dalla Jaguar sia più vicino che mai, verso lidi non ancora noti ma sempre circoscritti alla Formula E. La vittoria di Cassidy di domenica “vendica” il passo falso di sabato causato da un contatto con Jean-Eric Vergne che l'aveva escluso dalla lotta per le posizioni di vetta nelle prime fasi.

Sicuramente è un grande sollievo, sono stato molto orgoglioso della scorsa stagione, penso di aver passato bei momenti da quando mi sono unito alla squadra, mi hanno supportato dal primo giorno e penso che la scorsa stagione sia stata sorprendente. Quest'anno invece è stato difficile, non abbiamo avuto la macchina mentre oggi era la migliore ed è bello sapere che, come team, se abbiamo i mezzi riusciamo a fare tutto bene, ci dà fiducia. Tutti, nel team, cavalcano il momento con me, non mollano mai, hanno cercato performance e questo weekend ne è la prova. Le condizioni al via erano complesse, avevo idea del fatto che le strategie erano diverse tra me e le Porsche, al primo Attack Mode ho fatto il possibile per tenere la leadership. Una volta mantenuta, mi sono rilassato, la vettura si è accesa e nel corso della gara non ho spinto, ho gestito il gap e in queste condizioni è un beneficio perché il margine per fare errori è estremamente risicato e ciò mi ha tolto pressione.

La pioggia non è amica della Formula E

Per il terzo weekend consecutivo la Formula E ha disputato una delle due gare dei double-header di maggio sotto la pioggia. Anche a Shanghai il diluvio che ha colpito alla domenica ha dato grattacapi all'organizzazione e ai piloti. La prima con l'anticipo del via della gara di due ore (dalle 9 del mattino, ora italiana, alle 7) e poi con il rinvio di un'ora e mezza per le difficili condizioni in pista, che avevano portato all'annullamento della fase a gruppi in qualifica. I secondi, perché hanno dovuto lottare con le condizioni del circuito avendo a loro disposizione gomme Hankook per tutte le condizioni, che non regalano lo stesso feeling di un set di gomme da bagnato.

La conseguenza dell'uso di gomme per tutte le condizioni è stata nei diversi errori che hanno visto coinvolti i piloti, che però non hanno portato a danni o incidenti, segno che la presenza di vie di fuga ampie data la natura permanente del circuito hanno aiutato tutti i piloti a rimediare a errori facili da commettere per la tanta acqua presente in pista. Si solleva però il dubbio che forse possa servire una gomma da bagnato: dubbio al quale la Formula E sta già pensando di dare una soluzione con la gomma “Typhoon” che verrà introdotta per la Gen4 da Bridgestone per condizioni di bagnato pesante.

Mattia Fundarò