Storie d’estate | Aurum 1006 km: la passione lituana corre in autostrada
Una gara e un evento unici nel nord Europa, con la pista ricavata tra svincoli autostradali e aree di servizio

La storia del motorsport è stata fatta anche, nel corso degli anni, da quelle gare che rappresentano sfide al limite della follia umana, vere e proprie invenzioni e intuizioni avute da uomini in grado di immaginare e, perché no, sognare qualcosa che prima mancava. Alcune di esse ve le abbiamo raccontate: Baja 1000, Pykes Peak, Bonneville Speed Week sono nomi che fanno venire la pelle d’oca a tutti noi petrolhead. Il Terzo Millennio, quando il mondo delle gare sembrava ormai proiettato verso un futuro in cui per questo tipo di competizioni esiste sempre meno spazio, ha portato in dote, dalla Lituania, una nuova gara che ha molto in comune con queste sfide al limite: la Aurum 1006 km.
Ogni luglio a Palanga l’autostrada diventa una pista
A noi dice poco, ma nella zona del Mar Baltico Palanga è una di quelle località molto note soprattutto per il turismo di tipo balneare; è in qualche modo paragonabile alla nostra Riviera Adriatica. Ha una storia antichissima, e una leggenda narra che un tempo fosse sede del tempio della sacerdotessa pagana Birutè, in cui si tenevano riti magici e ancestrali. Ecco, non è certo un rituale quello che si tiene ogni luglio pochi chilometri più in là, anche se un tocco di magia rimane anche ai giorni nostri.

Definire “pista” il Palanga Circuit richiede una certa dose di fantasia. È molto difficile fare un paragone: forse, a chi ha buona memoria, potrebbe richiamare il mitico Avus di Berlino, ricavato su una autobahn raccordata da due curvoni sopraelevati. Proprio l’incrocio di due tra le principali arterie lituane, la A13 e la A11, rappresenta il fulcro del tracciato, ricavato praticamente negli svincoli e sul cavalcavia che le mettono in comunicazione e sfruttando un varco sulla A13 che funge da tornantino di richiamo. In totale, si tratta di poco più di 2.6 km di particolarissimo tracciato non permanente, a tutti gli effetti un “cittadino”. Meno male che non esistono i caselli come dalle nostre parti, viene quasi da pensare...
Attenzione, però, perché che autostrada sarebbe senza area di servizio? Sì, perché i pit stop vengono effettuati nella zona del paddock ricavata appunto nel posteggio di una delle aree di sosta solitamente utilizzate dai viaggiatori diretti agli stabilimenti balneari.

Aurum 1006 km: 10 ore tra i guard-rail
Nelle zone dell’est Europa, tra foreste, sterminate campagne e strade in terra battuta, la passione per la velocità è sempre stata tangibile. La caduta del Muro di Berlino e del regime sovietico di Mosca ha dato una spinta importante all’apertura verso il mondo delle corse e alla creazione di un movimento che a prima vista può sembrare molto artigianale, ma che in realtà racconta di una determinazione e di una voglia di velocità che ha pochi eguali. Basta riguardare le immagini del recentissimo Rally d’Estonia per farsi un’idea.
La Aurum 1006 km nasce proprio da qui, da quella voglia matta di velocità a portata di mano, oltre che, ovviamente, da una discreta dose di follia. Dieci ore tra guard-rail, sede stradale che si allarga e restringe in continuazione, cavalcavia e autogrill: una cosa veramente d’altri tempi, un percorso massacrante da percorrere per 373 giri. La prima edizione risale al 2000, con la lunghezza della gara di 1000 km e 18 equipaggi in gara. La vittoria andò alla Porsche 911 993 dei locali Vytautas Venskūnas, Vladas Laurinavičius, e Eugenijus Tumalevičius. La fama andò crescendo poi di anno in anno, e diversi piloti e team da paesi vicini e lontani, tanto che la 26° edizione appena tenutasi ha registrato più di cinquanta squadre, suddivise nelle categorie GT, Spec Cars e TCR.
Nel corso degli anni, poi, ha iniziato ad attirare piloti di ogni estrazione, addirittura ex Formula 1 come Jan Magnussen. La cosa forse più bella è notare come la Aurum 1006 km sia ormai diventata un vero e proprio evento nazionale. Per quattro giorni, infatti, l’autostrada prende una vita propria, e diventa sede non solo di gare (con anche alcune categorie di contorno), ma anche di concerti, spettacoli, esibizioni ed esposizioni. Insomma, un vero e proprio paradiso per chi ama il mondo delle corse, anche un po’ vecchio stile.

Per la cronaca, l’ultima edizione ha visto la vittoria di Mantas Matukaitis, Karolis Jovaiša e Egidijus Gražys, a bordo della Audi R8 LMS GT3 Evo del team Bio-Circle & HSG by SWAG. Ma, in fin dei conti, dopo dieci ore sull’autostrada, tra guard-rail e aree di servizio affollate, sono un po’ tutti vincitori... Lunga vita alla Aurum 1006 km, dunque, e a tutte quelle gare alimentate dalla passione pura.
Nicola Saglia