F1 | GP Stati Uniti, un altro weekend da protagonista per Bearman
L'inglese si porta a casa un altro risultato in top ten e due punti fondamentali in vista del finale di stagione.

Duelli, botte, penalità e punti iridati: Ollie Bearman non si è fatto mancare nulla nel corso del weekend di Austin. Dopo la stangata subita il sabato, con i dieci secondi di penalità, l’inglese si è ripreso alla grande in qualifica e gara, portando a casa altri due punti fondamentali per sé e per il team Haas nella gara di casa. Un risultato importante per il rookie, che ha dimostrato ancora una volta di essere uno dei prospetti più interessanti della F1 attuale.
Dalla battaglia con Kimi alla Q3
Il sabato di Oliver era stato in parte meno positivo di quanto ci si potesse aspettare, ma aveva comunque contribuito a lanciare segnali importanti in vista del Gran Premio. L’inglese, scattato dalla sedicesima posizione nella Sprint, era riuscito ad approfittare del caos alla prima curva per recuperare ben otto posizioni e attestarsi in ottava, l’ultima utile per portare a casa punti. La gara breve lo ha poi visto protagonista di un bel duello con Andrea Kimi Antonelli, suo ex compagno di squadra in Prema F2. Nella difesa, l’inglese ha però ecceduto all’uscita di curva 15, superando i famigerati track limits e prendendosi dieci secondi di penalità che lo hanno relegato in fondo al gruppo.
Una bella batosta, non c’è che dire; ancora una volta è sembrato che i commissari siano stati veramente troppo severi, soprattutto considerando la situazione di gara. Bearman non si è però perso d’animo, voltando subito pagina e pensando alla qualifica; fondamentale, per lui, era fare tesoro degli errori della giornata precedente per arrivare più avanti possibile, e così è stato. L’ottava posizione conquistata, arrivando agevolmente in Q3, con il tempo di 1:33.139, ha gettato le basi per un’ottima prestazione nel corso del GP, proprio mentre il team mate Ocon si è trovato a naufragare nelle posizioni di rincalzo senza riuscire a superare il taglio del Q1.
La lotta con Tsunoda e i due punti d’oro

Scattato con gomme medie come la maggior parte dei piloti intorno a lui, Bearman non ha certo avuto uno scatto felice, scendendo in decima posizione già alla prima curva. Nei giri successivi, il contatto tra Antonelli e Sainz lo ha favorito nella rimonta; al giro 30, il team lo ha richiamato ai box per montare le soft, facendolo uscire alle spalle della Red Bull di Yuki Tsunoda. Proprio con il giapponese, per i cinque giri successivi Oliver ha messo in pista un duello degno dello scenario da far west, culminato con l’episodio del 35° passaggio. Nel lungo rettifilo che porta a curva 12, il pilota Haas ha preso la scia della Red Bull davanti a lui, arrivandogli molto vicino e impostando una traiettoria molto aggressiva nella successiva sequenza di curve lente. Il giapponese non si è però fatto cogliere impreparato, mettendosi in una posizione difensiva molto accentuata all’ingresso di curva 14 che ha di fatto sorpreso Bearman, costretto ad andare sull’erba e a finire in testacoda per evitarlo. Lo stesso Ollie non ha risparmiato le critiche al collega.
A proposito di quanto avvenuto con Tsunoda, devo dire che ho trovato la sua manovra molto pericolosa e contro lo spirito del regolamento. Non è certo questa l’immagine che vogliamo dare ai ragazzini che corrono nei kart con tutte le nostre iniziative. Per diversi giri si è mosso in continuazione in frenata, e in quell’occasione in particolare non mi ha lasciato spazio. Avevamo più ritmo e credo che il settimo posto non fosse un target così poco realistico.
Tutto sommato, la mossa di Tsunoda non è sembrata così troppo fuori dalle regole ad un osservatore esterno. Molto probabilmente la frustrazione di Bearman è derivata più dalle manovre precedenti, in cui il giapponese si è forse mosso troppo. E, forse, anche dalla pesante penalità ricevuta il giorno prima, con quei dieci secondi che sono parsi veramente esagerati. Il testacoda dell’inglese si è comunque risolto senza conseguenze, consentendogli di tornare in pista e terminare la gara in nona piazza, con due punti all’attivo fondamentali per lui e per tutto il team Haas.
Una stagione in crescendo: ora serve il gran finale
Per la seconda volta di fila, dunque, dopo l’altro nono posto conquistato a Singapore, Oliver Bearman ha chiuso in zona punti. Una stagione importante, la sua, che sta confermando quanto di buono si era visto nelle tre uscite del 2024 e come l’inglese sia senza dubbio uno dei candidati a diventare i protagonisti assoluti della F1 del futuro. Il divario rispetto ad Esteban Ocon, suo ben più esperto team mate, dopo la gara americana, è ridotto a soli otto punti: 28 a 20. Tutto sommato, si tratta di un divario più che accettabile, arrivati a questo punto.
Oltre a ciò, va sottolineato come le prestazioni di Ollie siano ormai in crescendo da diverso tempo nonostante qualche battuta a vuoto, e il sesto posto di Zandvoort (miglior risultato raggiunto finora) potrebbe essere presto eguagliato e, perché no, migliorato. Ora arrivano piste impegnative, ma su tre di queste Bearman ha già corso: Interlagos (al posto di Magnussen l’anno scorso), Doha e Yas Marina (in Formula 2). Gli ingredienti per fare bene, Haas permettendo, ci sono tutti. L’inglese, non lo dimentichiamo, è anche in lotta per un posto al sole in casa Ferrari, essendo al momento un pilota sotto contratto con Maranello. Le mosse di mercato, in ottica 2027, inizieranno a breve; un gran finale di stagione, per lui, sarebbe certamente un ottimo biglietto da visita.
Nicola Saglia