Questo fine settimana la F1 riaccende i motori sul tracciato del Bahrain per il via del Campionato 2022: andiamo a vedere con la nostra pratica guida i temi principali e le forze in campo per questa stagione, che porta molte novità.

Dove fare attenzione

Dopo due anni di speculazioni ormai dovremmo avere chiaro il quadro delle novità regolamentari del 2022 in F1. Detto questo, i test pre-stagionali hanno evidenziato alcune peculiarità tecniche delle nuove monoposto che bisognerà considerare durante la stagione. Due i temi chiave. Innanzitutto il porpoising: chi gestirà per primo al meglio il fenomeno del pompaggio, potrà disporre di un vantaggio competitivo sulla concorrenza, anche in chiave di consumo sulle coperture. Infine rimane una piccola incognita sul comportamento delle nuove PU, in termini di prestazioni e in termini di affidabilità.

La nuova configurazione delle monoposto dovrebbe generare più duelli corpo a corpo. Teoricamente i piloti avranno meno difficoltà ad usare le scie (ricordiamo che fino allo scorso anno prendere una scia generava molti effetti nocivi a livello aerodinamico). Perché parlarne in termini teorici? Perché stando a quanto riportano i piloti stessi, la "lunghezza" della scia ha subito una riduzione, quindi per beneficiarne degli effetti bisogna andare più "sotto" a chi sta davanti.

Insidie esterne

Il Covid-19 forse ha alleggerito la propria morsa a livello mondiale e la struttura di contenimento dei contagi predisposta dalla FIA ha raggiunto la sua maturità, comprovata da due anni di risultati. La pandemia non dovrebbe più generare problemi, per piloti e calendario, anche se i recenti contagi di Daniel Ricciardo e Sebastian Vettel sembrano comunicare l'opposto.

Il maggiore problema proveniente dall'esterno ora è l'invasione della Russia in Ucraina. Abbiamo già visto alcuni effetti tangibili: fuori Mazepin, fuori l'Uralkali e fuori il GP a Sochi. Non abbiamo ancora visto cosa potranno portare in F1 gli effetti a cascata indotti dal conflitto. La possibile escalation pone un generico punto di domanda sul futuro. Le sanzioni e l'aumento dei costi sulle materie prime e combustibili porteranno sicuramente a problemi di tipo finanziario, per ora nemmeno ben quantificabili, soprattutto in ottica cost cap.

Mercedes

La W13 incarna forse la lettura più "spinta" dei nuovi regolamenti, ma in realtà non abbiamo ben capito dove risieda il potenziale cronometrico della monoposto.

Per Lewis Hamilton (#44) l'anagrafe non gioca a favore, ma la motivazione per tentare la scalata all'ottavo titolo rimane intatta. George Russell (#63) potrebbe risultare l'elemento in più a disposizione della squadra. In realtà Toto Wolff dovrà gestire bene la convivenza tra i due, Russell non è Bottas, anche se l'indole di entrambi i piloti non pare dipingere uno scenario come quello tra Alonso ed Hamilton in McLaren nel 2007.

Red Bull

Adrian Newey non ha mostrato la stessa interpretazione smaliziata del regolamento sfoggiata dalla Mercedes, ma non dobbiamo sottovalutare la monoposto di Milton Keynes. Chissà quanto l'ufficio tecnico di Milton Keynes ha spinto su particolari non visibili della monoposto. Secondo i bene informati Red Bull potrebbe avere mitigato gli effetti del porpoising con un minimo angolo di rake, ma l'informazione va presa con le molle.

In ogni caso la RB18 esce dagli ultimi test con il tempo più veloce e con riscontri che sembrano soddisfare il team. La scuderia metterà Max Verstappen (#1) al centro di tutto, non avremmo neanche bisogno di evidenziarlo, con Sergio Perez (#11) in posizione di numero due. L'olandese avrà imparato a gestire determinate situazioni? A Checo basterà un rendimento come quello del 2021 per il rinnovo?

Ferrari

La scuderia di Maranello arriva da due anni in cui ha raccolto zero vittorie in F1, per non parlare degli anni con zero mondiali. Sulla F1-75 l'ufficio tecnico ha fatto il suo dovere, in termini di lavoro su un concetto tecnico, dopo un paio d'anni di navigazione a vista. Anche qui i contorni delle prestazioni sembrano molto sfumati, nonostante gli avversari parlino di monoposto da battere.

Charles Leclerc (#16) correrà per la quarta stagione con la Rossa: assodato l'aver raggiunto una certa maturità in pista, potrebbe cominciare ad averne abbastanza se la Rossa non dovesse avere potenziale competitivo. Stesse considerazioni per Carlos Sainz Jr (#55), pur non costituendo in Ferrari un punto di pivot come il monegasco. Al momento la questione del rinnovo rimane pendente e deve essere gestita con un minimo di oculatezza da parte di Maranello. Nel rinnovamento Ferrari bisognerà evitare magre figure, come nel caso dell'appiedamento di Vettel due anni fa.

McLaren

La nuova McLaren ha l'obiettivo ambizioso di migliorare i risultati del 2021, dove la scuderia di Woking ha ritrovato la vittoria. La nuova monoposto ha un buon livello di progettazione nel dettaglio e i test hanno evidenziato un certo controllo sul porpoising. In realtà il Bahrain ha evidenziato anche un problema sui freni, che deve trovare risoluzione per le prime gare, altrimenti a Woking non vedranno la bandiera a scacchi.

La scuderia punta sul potenziale di Lando Norris (#4), che negli ultimi anni ha dimostrato una crescita costante e a cui manca solo la vittoria. Daniel Ricciardo (#3) dovrà affrontare una stagione che potrebbe rappresentare un turning point nella sua carriera.

Alpine

Se dobbiamo individuare il punto interrogativo sulla griglia dei primi GP del 2022, l'Alpine fa al caso nostro. La PU transalpina viene accreditata della minore potenza tra i fornitori, tuttavia la monoposto dovrebbe nascondere un asso nella manica. Non sappiamo quale e in questo caso diamo per buona l'indicazione fornita durante la presentazione.

I transalpini presentano la coppia collaudata costituita da Fernando Alonso (#14) ed Esteban Ocon (#31). Lo spagnolo nel 2022 prenderà il ruolo di decano tra i piloti in griglia.

AlphaTauri

La scuderia di Faenza continua a lavorare bene in sinergia con Red Bull, pur conservando la propria indipendenza. Tecnicamente la monoposto ha alcuni punti in comune con quella di Milton Keynes, soprattutto per quanto riguarda la PU ed il treno posteriore.

Vera outsider, potrebbe saltare inaspettatamente fuori dal mazzo, come in quel di Monza 2021, soprattutto con Pierre Gasly (#10). Yuki Tsunoda (#22) avrà tempo di crescere (il vivaio Red Bull pare non avere nessuno disponibile al momento per fare da leva con il giapponese). Sarà interessante, invece, vedere cosa sceglierà per il suo futuro il pilota francese, talento da tenere in debita considerazione.

Aston Martin

Ormai un continuo work in progress, Aston Martin ha piani ambiziosi per il futuro sul medio termine, abbinati a investimenti altrettanto ambiziosi. L'idea di costruirsi una propria PU da F1 è solo l'ultimo "sogno" annunciato in ordine di tempo. La AMR22 lavora su un concetto di pance e radiatori (in termini di volumetrie) quasi in controcorrente, soprattutto se confrontati alla Mercedes o Williams, che montano la stessa PU.

Sebastian Vettel (#5) potrebbe far valere la propria esperienza nello sviluppo di questa generazione di monoposto. Meno tirato rispetto ai tempi della Ferrari per Seb vale la stessa considerazione anagrafica fatta per Lewis Hamilton. Lance Stroll (#18) ormai ha una discreta esperienza di F1 e bene o male sappiamo cosa può e cosa non può apportare.

Williams

Gli anni della scuderia inglese completamente in bambola degli eventi (e fanalino di coda anche della stessa scuderia) sembrano lontani. La nuova vettura, molto aggressiva nella miniaturizzazione nella zona delle pance ed aggressiva nell'interpretazione del regolamento, conferma l'impressione.

Alex Albon (#23) ritorna nel giro che conta, con le insegne Red Bull alla guida di una motorizzata Mercedes, e potrebbe portare quel valore aggiunto che la partenza di George Russell ha tolto. Per Nicholas Latifi (#6) valgono le considerazioni di Stroll.

Alfa Romeo

L'oggetto misterioso dell'accordo tra Stellantis e Sauber torna in pista con una monoposto piuttosto ardita dal punto di vista tecnico. Interessante notare che dalla Ferrari mutui soltanto la PU, con un retrotreno progettato in casa. Alfa Romeo ha palesato un problema al fondo, troppo leggero e troppo poco rigido, riverberato dal pompaggio.

Valtteri Bottas (#77) esce fuori dal giro Mercedes praticamente distrutto, ma sicuramente con la voglia di fare bene, per la prima volta con un ruolo da prima guida. Per Guanyu Zhou (#24) aspettiamo il campionato e sospendiamo il giudizio.

Haas

La scuderia americana incomincia l'anno con un problema mica da ridere, ovvero uno zero alla voce sponsor principale. Sulla monoposto attuale si vede la mano in fase di progettazione da parte di Simone Resta e il treno posteriore completamente fornito dalla Ferrari. Rimangono tutti da contestualizzare i risultati raggiunti nei test in Bahrain.

Mick Schumacher (#47) ha una storia di seconde stagioni molto incoraggiante: di sicuro non può fare peggio dello scorso anno, nel quale non disponeva neppure di un mezzo adeguato. Kevin Magnussen (#20) ritorna in F1 dopo un anno di assenza, con la speranza che alcune spigolosità nel suo modo di correre si siano "appiattite".

Luca Colombo