Nel corso del weekend il Circuit de Catalunya di Barcellona ha ospitato l'ultimo round della F4 Spagnola. Protagonista in negativo è stato Enzo Deligny, pilota francese che fa parte del Red Bull Junior Team. Il quindicenne neocampione rookie in gara 3 è andato oltre il limite, ignorando persino le comunicazioni della direzione gara e del team per cui guida, Campos Racing.

Gli episodi di gara 3

Scattato in prima fila, per difendere la posizione su Valerio Rinicella che era partito meglio, Deligny ha accompagnato quest'ultimo fin sull'erba a lato della pista in maniera pericolosa. Poco dopo, alla staccata di curva 1 ha costretto Theophile Neal ad uscire sulla via di fuga in curva 2. Si potrebbe parlare di manovre eccessive, che hanno messo a rischio gli altri piloti. Ciò che però aggrava la posizione del francese è quanto accaduto in seguito.

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La direzione gara, riconoscendo le manovre oltre al limite, lo ha penalizzato con un drive-through. Nulla di strano verrebbe da dire, se non fosse che Deligny non ha scontato la penalità entro i tre giri previsti da regolamento. Ciò ha comportato l'esposizione della bandiera nera, anch'essa ignorata nonostante i continui richiami anche da parte del team che in cambio ha ottenuto solo gesti di scherno.

Ovviamente a fine gara è arrivata la squalifica, ma è abbastanza? Mentre sui social si scatena l'indignazione degli appassionati, è giusto domandarsi quali potrebbero essere le soluzioni migliori da applicare in casi come questo.

Errore di gioventù o da squalifica duratura?

Alla sua prima stagione in monoposto il quindicenne francese di belle speranze ha messo insieme una stagione soddisfacente, tanto appunto da ingolosire la Red Bull pronta a mettere sotto la sua ala il giovane talento. Quanto fatto in questo weekend però rischia di compromettere la sua carriera, almeno nel breve termine.

Se la manovra in sé ricorda quella di Max Verstappen nei confronti di Charles Leclerc ad Austin - e tante altre al limite, ma regolari -, ignorare le procedure di sicurezza e gli ordini dei commissari sportivi è severamente disapprovato nel mondo del motorsport. Proprio per questo c'è chi chiede persino il ritiro della licenza.

Il manager di Enzo Deligny, Guillaume Le Goff, ha commentato così l'accaduto: "Non aveva idea dell'importanza di ciò che stava facendo. Se glielo avessimo detto, si sarebbe fermato subito. Dopo la gara era dispiaciuto, si è scusato con tutti. E più che altro ignoranza: non aveva mai avuto a che fare con una bandiera nera. Sta imparando, è un errore di gioventù. Nessuno gli ha mai spiegato queste situazioni".

La prima esperienza non dovrebbe, in ogni caso, costituire un'attenuante. Ormai i ragazzi scendono in pista sin da bambini gareggiando nei kart, e anche lì vi sono regole da rispettare. Solo eventuali problemi tecnici potrebbero giustificare in parte l'accaduto, ma ciò non toglie che viene ancora una volta dimostrata o la grave ignoranza del regolamento o, ancora peggio, il menefreghismo. In ogni caso un comportamento da sanzionare.

I precedenti

In passato vi sono state penalità e squalifiche inflitte per aver ignorato la direzione gara, oltre che per l'atteggiamento in pista.

Un episodio grave è quello che ha visto come protagonista Santino Ferrucci, quando nel 2018 era in forze nel team Trident in FIA F2. Il pilota americano, al termine della Sprint race disputatasi a Silverstone, nel giro di rientro tamponò volontariamente la monoposto del compagno Arjun Maini rompendo ala anteriore e braccetto della sospensione. Per lui  arrivò la squalifica dalla gara appena conclusa per non essersi presentato in direzione gara e un ulteriore race-ban di due gare - oltre che una multa - per la volontarietà del contatto. Ovviamente il comportamento di Ferrucci è stato giudicato antisportivo e incivile: un triste spettacolo che l'ha portato al licenziamento.

Più recente la penalità, poi sospesa, inflitta a Nikita Mazepin nel 2020 al termine della Feature Race di F2 a Spa-Francorschamps. Il russo era stato inizialmente penalizzato per aver costretto Yuki Tsunoda fuori dalla pista. A farlo andare nell'occhio del ciclone però è stato il momento in cui, arrivando nel parco chiuso ad alta velocità, ha colpito il cartellone della posizione di arrivo che ha sfiorato il giapponese.

Più indietro nel tempo, nel 2005, fu Pastor Maldonado ad essere squalificato per ben quattro gare, quando a Monaco ignorò le bandiere gialle per un incidente, andò a sbattere e ferì gravemente un commissario di percorso.

Il suo futuro

A Barcellona la convinzione generale segue la linea del manager, ovvero quella della buona fede di Enzo Deligny. La parola però spetta alla federazione spagnola, che si pronuncerà sul caso nei prossimi quindici giorni, per stabilire se merita un'ulteriore punizione.

A rischio è anche la sua permanenza nel Red Bull Junior Team. Il rinnovamento in vista del 2024 per l'Academy della scuderia campione del mondo è già iniziato. Ora tutto dipenderà da come Helmut Marko valuterà la sua condotta. In tempi recenti alcuni piloti, come Dan Ticktum e Juri Vips, sono stati espulsi a dimostrazione che le azioni hanno delle conseguenze sul proseguo della carriera.

Anna Botton 

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