Credit: Press KTM AJO
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Tra le tante novità in Moto3 salta all’occhio il nuovo approccio nello sviluppare il prototipo sfruttando a proprio favore il flusso d’aria. Visto che da questa stagione cambia il regolamento sulle restrizioni nello sviluppo, prima molto più rigido, dando modo agli ingegneri di “esprimersi” al meglio, cercando la performance.

La KTM è la più all'avanguardia sotto il punto di vista aerodinamico. Il team Ajo ha concluso in modo ottimo la tre giorni di prove sul tracciato spagnolo di Jerez de la Frontera, con Rueda primo su tutti nella classifica combinata. La casa austriaca ha portato, oltretutto, in pista ad Jerez il prototipo con diversi e consistenti accorgimenti aerodinamici. Nuovo il parafango che ora è tutt’uno con la piastra che copre il disco freno. Le carene laterali presentano uno scalino, usato molto in MotoGP, che ha l’obiettivo di aumentare l’aderenza in curva con la moto in piega grazie al cosiddetto effetto suolo. Come anche il codino aggiornato e più stretto che rende più scorrevole il flusso d’aria che, dopo aver attraversato il pilota, si va a chiudere.

Quanto conta l'aerodinamica su questo tipo di moto?

Abbiamo visto come le gare di Moto3 siano caratterizzate da grupponi di piccole 250cc che si danno battaglia, e di come sul rettilineo la situazione si possa ribaltare grazie alla scia, che la fa da padrone. 

In generale sui motoveicoli il fattore aerodinamico diventa rilevante, se non fondamentale, dai 100 km/h in su. In quanto dopo questa velocità il problema di sfruttare a proprio favore il muro d’aria che si scontra con la moto è determinante, visto anche che questi prototipi raggiungono i 250 orari. E inoltre la poca potenza del motore monocilindrico, che nelle Moto3 sviluppa 60 CV, porta gli ingegneri a riflettere sempre di più su come “perforare” meglio l’aria per raggiungere velocità più elevate.

Credit: Press KTM AJO

Le Moto3 più veloci delle vecchie 500cc

Nei test di Jerez dedicati alle classi minori del paddock abbiamo notato come le 250cc abbiano infranto i vecchi tempi stabiliti proprio sul circuito spagnolo nella stagione precedente, e non solo. Il più veloce è stato proprio José Antonio Rueda – Red Bull KTM Ajo - che ha fermato il tempo dando circa due secondi di differenza rispetto alla pole che Can Oncu fece dieci mesi fa.  

Il giovane spagnolo ha girato, inoltre, più forte della pole position del 1999 firmata da Àlex Crivillé con la Honda NSR 500 sulla stessa pista. Il tempo che venticinque anni fa valse la prima casella sulla griglia del Gran Premio di Spagna classe 500 era di 1:43.674. Il best lap invece fatto segnare da Rueda è di 1:43.276, ben più veloce della NSR di Crivillé. Complici sicuramente le nuove gomme Dunlop che hanno reso le piccole 250cc molto più rapide in percorrenza curva, ma comunque resta il fatto che queste leggerissime moto – con il peso di 80 chilogrammi - battono addirittura i brutali prototipi due tempi dell’epoca, che raggiungevano il peso di 120 Kg e sprigionavano 180 CV, senza un’elettronica che ne tagliasse la potenza.Le capacità produttive e il progresso tecnologico odierno ha reso veloci prototipi con cilindrata e potenza minore; è quindi difficile fare un confronto con le 500 degli anni '90, ma sentirsi dire che la Moto3 va più forte di quella NSR continua a fare impressione.

Dove arriverà questo sviluppo non lo può prevedere nessuno, ma probabilmente da questa stagione in poi tutti i team di Moto3 daranno più importanza all’aerodinamica.

Damiano Cavallari

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