F1 | Ferrari, scossone al reparto PU 2026: cosa sappiamo dei cambiamenti a Maranello
Pare ormai imminente l'addio a Maranello di Zimmermann e Schmidt, due figure chiave nel progetto PU 2026 che sono pronti a ritrovare Binotto in Audi

Mentre la stagione 2025 sta per entrare nella sua fase conclusiva, le varie scuderie di Formula 1 hanno già gli occhi puntati sul Mondiale 2026 e sul cambiamento regolamentare che entrerà in atto dal prossimo anno. Tra esse la Ferrari è quella che ci arriva forse nella maniera più enigmatica e strana possibile, dopo le voci rimbalzate sulla rete della possibile separazione con Wolf Zimmermann e Lars Schmidt, due ingegneri chiave nella creazione della Power Unit 2026 che, nel caso di partenza confermata, lascerebbero un buco non da poco nel Cavallino Rampante.
Zimmermann e Schmidt promessi sposi all’Audi
L’addio che peserebbe di più sarebbe senza dubbio quello di Zimmermann, ingegnere tedesco che lavora a Maranello da 11 anni e che da marzo 2023 è diventato responsabile del nuovo motore per il prossimo ciclo regolamentare. Sotto le sue mani è nato il motore “Superfast” introdotto nella F1-75 della stagione 2022 e che ha consentito alla Ferrari, almeno nella prima parte di stagione, di essere la più veloce della griglia, tanto da essere considerato dai suoi colleghi il “mago dell’ibrido”.
Per la parte endotermica, invece, Schmidt ha ricoperto il ruolo di ingegnere capo responsabile dal 2021 dopo aver cominciato a lavorare col Cavallino dal giugno 2016 dopo 4 anni passati nella divisione Powetrains di Mercedes. Seconda l’indiscrezione lanciata per prima da Autoracer, Sia Wolf che Lars interromperanno il loro rapporto con la Ferrari a fine anno dopo aver ultimato la nuova Power Unit del Cavallino per unirsi a Mattia Binotto per il debutto di Audi in F1 nel 2026.

Cardile rifiuta l’offerta della casa di Ingolstadt
Una doppia uscita molto pesante per la Scuderia di Maranello, dato il ruolo dei due ingegneri tedeschi nel programma PU 2026 che andranno rinforzare in maniera importante il costruttore di Ingolstadt per il progetto portato avanti dall’ex team principal del Cavallino dopo il suo arrivo a Hinwil nel 2024 e che ha visto l’ingresso nello staff di membri chiave tra cui l’ex direttore sportivo Red Bull Jonathan Wheatley che ora ricopre i panni di team principal della attuale Stake F1 Team KICK Sauber.
In Ferrari, invece, si è registrato l'ingresso di diversi motoristi da Viry-Châtillon dopo la chiusura del programma motori di Renault (ricordiamo che dal prossimo anno Alpine monterà PU Mercedes). Tuttavia i compiti di Zimmermann e Schmidt verrebbero incorporati direttamente da Enrico Gualtieri, attuale direttore tecnico dell’area Power Unit a Maranello. Il 50enne modenese era stato anche lui cercato da Binotto, con Audi che era pronta a fargli una maxi-offerta per convincerlo ad unirlo al loro progetto salvo poi ricevere il “No, grazie” di Enrico, che ha così confermato la sua fedeltà al Cavallino Rampante e che ora pare destinato a prendere le redini dello sviluppo del nuovo motore.
Un’arma a doppio taglio in vista del 2026
Questi movimenti non sono altro che la punta dell’iceberg di un mercato tecnici sempre più in movimento: oltre a Loic Serra e Jerome D’Ambrosio dalla Mercedes e ai motoristi dell’ex-programma Renault/Alpine, in Ferrari è arrivato recentemente l’aerodinamico Franck Sanchez dalla Sauber (in cambio dell’esperto della galleria Ioannis Veloudis), che ora risponde al responsabile Diego Tondi come responsabile dello sviluppo aereo della monoposto 2026, nota anche come “Progetto 678”. Inoltre, l’esperto nell’area del raffreddamento Enas Tas è stato messo sott’occhio da Mercedes che vorrebbe provare a soffiarlo da Maranello dove lavora da oltre 10 anni. Di certo l’addio di due elementi cardine del progetto PU 2026 come Wolf Zimmermann e Lars Schmidt vanno a pesare molto sullo scacchiere della Ferrari in preparazione del prossimo anno.
Il team principal Frédéric Vasseur aveva rassicurato a Monza dicendo che la sua squadra era già tutta focalizzata al 2026 e anche le ultime voci paiono confermare la totale fiducia a lui e a Gualtieri. Tuttavia, con un cambiamento regolamentare all’orizzonte così enorme da portarsi ancora oggi tanti dubbi su quello che sarà l’effettivo “spettacolo” nelle gare tra aerodinamica e gestione batterie, in Ferrari la sensazione è che stiano puntando tutto sul 2026. Un rischio giustificato dall’ingaggio di Lewis Hamilton e dalle ridondanti promesse di gloria ma che, in caso non arrivi il titolo loro promesso, potrebbe portare ad un’ennesima rivoluzione all’interno della Scuderia e ad un ennesimo ciclo di sofferenze per i tifosi del Cavallino.

Andrea Mattavelli