Dopo due anni di assenza, causa pandemia, torna questo weekend il Grand Prix de Pau: gara sul tracciato cittadino nel sud della Francia, che va ad impreziosire nuovamente il calendario di EF Open.

Un evento che negli ultimi anni ha sommato più gare, oltre alla consueta sfida tra vetture a ruote scoperte. Nell'edizione di quest'anno faranno compagnia alla EF Open anche la F4 francese, il WTCR e l'ETCR. Tra quindici giorni, invece, sarà la volta del Pau Classic Grand Prix, ovvero l'evento dedicato alle vetture classiche che hanno fatto la storia di questo appuntamento.

Facciamo quindi un tuffo nella storia di questa prestigiosa gara, il cui primo via risale al lontanissimo 1901. Con tutta probabilità stiamo parlando della prima competizione automobilistica a chiamarsi Gran Premio!

PRIMA EDIZIONE 

La primissima edizione, disputatasi nel 1901, vede vincitori tre piloti francesi per tre diverse categorie. Il primo dei tre era Louis Renault, fondatore dell'omonima casa automobilistica, vittorioso nella categoria "voiturette". Il nome indica piccole vetture, più o meno la Formula 2 dei giorni nostri. Il secondo era Henri Farman, aviatore e designer di aeroplani. Nelle "Auto Leggere" Farman guidava una Darracq (casa automobilistica attiva fra il 1896 ed il 1920). Il terzo era Maurice Farman, vittorioso nella serie "Auto Pesanti" e fratello di Henri!

LA RIPRESA DOPO 30 ANNI: DA MARCEL LEHOUX AD ALBERTO ASCARI

La corsa di Pau ricomparve sulle scene dal 1933, con la vittoria della Bugatti T51 del francese Marcel Lehoux. Una gara durata ben ottanta giri, percorsi in 2 ore e 54 minuti. Alle spalle di Lehoux, Guy Moll (partito dalla pole position) e Philippe Etancelin su Alfa Romeo. Una "ripartenza" che ha dell'incredibile: i partecipanti furono soltanto 16...e solo 9 tagliarono il traguardo! Al via troviamo piloti tutti francesi, tranne il polacco Stanislav Czaykowski.

Dopo lo stop del 1934, l'azione torna l'anno successivo con il primo successo italiano. Tazio Nuvolari si impone su Alfa Romeo, tra l'altro scattato dalla pole position. Sempre nel 1934, penultimo della Formula Libre a Pau, il podio vede salire anhce l'altro italiano presente in gara: Luigi Soffietti, al volante di una Maserati.

Arriviamo poi ad un'edizione particolare (nell'anno 1937), disputata persino da quelli che oggi possiamo chiamare prototipi. Il successo va a Jean-Pierre Wimille su Bugatti. Altro stop, dovuto al Secondo Conflitto Mondiale, tra l'ultima gara nel 1939 e la ripresa nel 1947. Proprio nel biennio 1947-1948 un italiano va a vincere la gara di Pau: Nello Pagani, che nel 1947 vince con la sua Maserati ed oltre 3 ore di corsa, per 110 giri!

Nel 1947 partecipano altri due italiani (Amedeo Gordini e Arialdo Ruggeri, entrambi ritirati)e un pilota di moto: Roger Loyer (vincitore nel 1937 e 1938 delle tappe francesi nelle categorie 250cc e 350cc). Non mancano piloti di sangue blu: Birabongse Banudej, all'epoca era principe dell'attuale Thailandia!

Juan Manuel Fangio, driver a cui non servono di certo presentazioni, vince nel 1949 e nel 1950. Proprio il 1950 segna il via del primissimo campionato mondiale di F1 e, coincidenza, Fangio vince davanti a Luigi Villoresi. L'italiano trionfa nel 1951 con una Ferrari, accompagnato sul podio da Giuseppe Farina su Maserati. Anni di gloria con Alberto Ascari, che vince sulla Ferrari nel 1952 e 1953.

DAL 1954 AL 1974: LEGGENDE DELLA F1 VINCONO A PAU

Jean Behra vince nel 1954 e '55, prima della sospensione nel 1956 a causa dei miglioramenti nella sicurezza, dopo la disastrosa Le Mans del 1955. Nel 1956 vince di nuovo ancora Behra, prima di lasciare il posto dei pluri-vincitori a Maurice Trintignant, nel 1958 (sul terzo gradino del podio anche Giulio Cabianca) e nel 1959, davanti a Bruce McLaren e Lucien Bianchi!

Jack Brabham, primo australiano a vincere un GP di Pau, vince nel 1960. Nel 1961 la gara va a Jim Clark, davanti a Jo Bonniet e Lorenzo Bandini. Clark vince anche nel 1963, 1964 e 1965, diventando così il pilota più vittorioso a Pau. Brabham ritorna alla vittoria nel 1966 (con Graham Hill sul terzo gradino del podio), nel 1968 vince Jackie Stewart e poi Jochen Rindt segna una doppietta, nel 1969 e nel 1970. Come notiamo si tratta di nomi molto importanti che hanno scritto la storia del motorsport! Nel 1973 tocca a Francois Cevert, pilota parigino scomparso prematuramente (considerato ancora oggi uno dei driver più affascinanti) e nel 1974 è la volta di Patrick Depailler, davanti a Jacques Laffite.

DA LAFFITE A SOSPIRI

Laffite coglie il successo nel 1975, quindi due successi di fila per il conterraneo Rene Arnoux, nel 1977 davanti a Didier Pironi e Riccardo Patrese. Pau porta bene ai piloti di F1! Nel 1978 torna a suonare l'Inno di Mameli, con Bruno Giacomelli, mentre al quinto e sesto  troviamo due piloti d'eccezione come Eddie Cheever e Patrick Tambay. L'americano di Roma trionfa nel 1979.

Tra gli altri piloti di grido che hanno vinto a Pau segnaliamo Yannick Dalmas (quattro volte vincitore della 24h di Le Mans) nel 1987; Jean Alesi nel 1989. Nel 1992 un altro italiano conquista Pau, Emanuele Naspetti, seguito nel 1995 da Vincenzo Sospiri!

DAI SUCCESSI DI MONTOYA A MARCO WITTMANN

La striscia di successi per i grandi del Motorsport prosegue, con due trionfi di fila per Juan Pablo Montoya: nel 1997 e 1998. Nel 2005 vince Lewis Hamilton entrambe le gare in F3. L'inglese passerà poi il testimone a Romain Grosjean, vincitore delle due manche l'anno successivo. Dal 2007 al 2010 l'evento principale diventerà il GT, con le vittorie di nomi importanti come Augusto Farfus, Andy Priaulx e Rob Huff. La F3 torna nel 2011 con il successo di Marco Wittman, attualmente pilota in DTM.

Pau è una vera fucina di talenti. Sul gradino più alto del podio negli ultimi anni troviamo Raffaele Marciello, Luca Ghiotto, Felix Rosenqvist, Tom Blomqvist, Esteban Ocon, Antonio Giovinazzi e George Russell. Nel 2018 la F3 arriva al capolinea con la gara francese ed il Grand Prix de Pau sarà poi "salvato" dall'EF Open.

Nell'edizione del 2019 (l'ultima fino ad oggi), con una stupenda vittoria sotto il diluvio trionfa Billy Monger, pilota inglese che all'epoca correva con Carlin. Il britannico, in seguito ad un incidente in un campionato in Inghilterra, aveva subito l'amputazione delle gambe. Per questi motivi era stata costruita una vettura apposta per lui, con il solo uso del volante. Una vittoria due volte sudata per un giovane atleta come Billy, che non ha fatto altro che aumentare la magia di questo tracciato.

Giulia Scalerandi

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