Credits: Pirelli F1 Media Area
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Il secondo appuntamento stagionale di Formula 1 a Jeddah ha consentito di identificare con maggiore precisione i valori in campo su un tracciato dalle caratteristiche decisamente differenti rispetto all'esordio di Sakhir. Il velocissimo circuito saudita, se da un lato ha infatti confermato il ruolo nettamente predominante della Red Bull ed una Ferrari nel ruolo di seconda forza, dall'altro ha evidenziato un'interessante compattezza alle loro spalle, facendo emergere allo stesso tempo tutte le difficoltà che affliggono i team di fondo classifica in questa fase iniziale del campionato.

Buon inizio per McLaren

Mentre Red Bull ha piazzato la seconda doppietta consecutiva con Perez alle spalle dell'imprendibile Verstappen, e Ferrari è riuscita a consolidare il proprio ruolo di principale (?) antagonista alla scuderia di Milton Keynes, a giocarsi la terza piazza virtuale dello schieramento sono in questa fase senza dubbio McLaren e Mercedes. La scuderia di Woking ha avuto un inizio di stagione decisamente migliore rispetto allo scorso anno, ereditando la buona base di partenza della progenitrice MCL60. Nelle prime due uscite stagionali, Norris e Piastri sono riusciti a mettere insieme un buon bottino di punti, il che rappresenta sicuramente un segnale incoraggiante per il team diretto da Andrea Stella: vista la curva di crescita messa in mostra nella passata stagione, sarà da vedere se McLaren riuscirà a far compiere anche quest'anno un ulteriore salto di qualità alla propria monoposto, tale da potergli consentire se non altro di giocarsela costantemente per il podio.

Mercedes in difficoltà, soffre soprattutto Hamilton

Chi invece non sorride affatto è la Mercedes. La nuova W15, attesa come la vettura del riscatto per la scuderia di Brackley, sembra addirittura rappresentare un passo indietro rispetto a quella dello scorso anno. Russell e soprattutto Hamilton non sono riusciti finora ad estrarre l'atteso potenziale dalla monoposto, apparsa piuttosto critica e decisamente “ballerina” al posteriore. In particolare, il sette-volte campione del mondo appare come non mai in difficoltà in questo avvio di campionato, risultando costantemente più lento rispetto alle performance del suo giovane compagno di squadra. Da questo punto di vista, l'inevitabile “scollatura” anche dal punto di vista tecnico tra il team Mercedes ed il suo pilota-simbolo (avviato dall'anno prossimo in Ferrari) non promette nulla di buono in vista del prosieguo della stagione.

Aston Martin può contare solo su Alonso?

L'Aston Martin non ha di certo brillato come in occasione della prima parte del 2023, quando Alonso si era reso protagonista di una serie di piazzamenti sul podio. La nuova AMR24, pur riuscendo a sfruttare in maniera egregia il sistema DRS (come evidenziato a Jeddah) sembra al tempo stesso manifestare qualche problema in più rispetto al passato dal punto di vista della gestione pneumatici. Già in Arabia Saudita si sono comunque viste le prime novità sulla vettura, segno evidente di come si voglia invertire il trend negativo emerso lo scorso anno rispetto ai diretti competitor. Un problema potrebbe invece arrivare dal fronte piloti: se Alonso, che rappresenta il vero e proprio punto di riferimento del team, potrebbe infatti essere “distratto” dalle voci di mercato, dall'altro Stroll appare svuotato e in difficoltà come non mai. L'errore commesso a Jeddah è risultato tanto banale quanto indice di un pilota forse non all'altezza del sedile che generosamente si ritrova ad occupare.

Passo avanti per la Haas in Arabia Saudita
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Haas prova ad emergere dal centro gruppo

Nella lotta di centro gruppo, buona la prestazione in Arabia Saudita della Haas, capace di trovare il primo punto stagionale con Nico Hulkeneberg. Il team americano sembra aver risolto i problemi che lo scorso anno affliggevano in gara la propria vettura, anche se si dovrà prestare attenzione a qualche limite in termini di affidabilità. La Williams sembra aver fatto un altro passo avanti verso le posizioni di metà schieramento, anche se per ora il solo Albon dimostra di avere la consistenza necessaria per portare il team di Grove ad aspirare alla top-10. Weekend complessivamente deludente in Arabia Saubita per la Racing Bulls: un pimpante Tsunoda, in grado di artigliare la Q3 in qualifica, non è bastato per regalare alla scuderia di Faenza i primi punti stagionali. La nuova VCARB01 sta palesando più difficoltà del previsto nella messa a punto, paradossalmente proprio per aver implementato alcune soluzioni della vecchia Red Bull (come la sospensione anteriore pull-rod) sulla propria monoposto. Una situazione che non sta agevolando nemmeno Daniel Ricciardo, apparso impacciato e lento sul circuito saudita.

Continua il “momento no” per Alpine

A monopolizzare le posizioni in fondo al gruppo ci hanno pensato ancora una volta Stake Sauber e Alpine. Per il team elvetico l'unica buona notizia degli ultimi giorni è stata quella legata alla conferma dell'impegno di Audi dal 2026, che rileverà il 100% del team: oltre alle difficoltà palesate dalla C44, qualche episodio sfortunato di troppo non ha certo aiutato Zhou e Bottas nelle prime due uscite stagionali. Notte fonda, invece, in casa Alpine: pur essendo riuscita ad evitare l'imbarazzante ultima fila del Bahrain, l'accesso al Q3 è risultato comunque essere una chimera per le due A524, come poi confermato dal passo gara di certo non esaltante messo in mostra da Ocon. Il guaio al cambio accusato infatti già nel giro di formazione da Gasly rappresenta infatti un ulteriore onta per il team transalpino, già protagonista in settimana di una rivoluzione dal punto di vista dell'organigramma che evidenzia un caos interno preoccupante. Allons enfants de la Patrie…

Marco Privitera