MotoGP | Ufficiale: Marini e Zarco continuano con HRC
I due ex Ducati continuano sotto l'Ala Dorata: se Marini ha firmato fino al termine del 2026, Zarco vanta un biennale con LCR.

Doppia conferma per HRC in MotoGP. A distanza di pochi minuti il colosso di Tokyo ha prima confermato Luca Marini nella formazione interna per la prossima stagione, poi Johann Zarco con LCR Team di Lucio Cecchinello fino alla fine del 2027.
Dall'infortunio alla conferma
Era il 28 maggio quando Luca Marini è caduto rovinosamente nei test in preparazione alla 8h di Suzuka, gara poi vinta proprio da HRC con il collega Johann Zarco. Dislocazione dell'anca sinistra, danni ai legamenti del ginocchio sinistro, fratture allo sterno e alla clavicola sinistra e un pneumotorace: questo il bollettino medico per il #10 della MotoGP. Stagione compromessa e forse anche la carriera, dato che al tempo si dava quasi per scontato il passaggio di Jorge Martín sotto l'Ala Dorata. Ma i giapponesi certe cose le notano e le valorizzano: l'impegno del pesarese nello sviluppo della RC213V e la professionalità hanno avuto la meglio. Il tutto è poi stato sancito dalla doppia 5ª posizione tra Sprint e Gran Premio dell'Ungheria.
Non solo Marini: anche Zarco continua con LCR
Non perde tempo HRC: dopo aver confermato Marini, il colosso nipponico mette la firma anche sul contratto di Johann Zarco. Come l'italiano, Zarco è sceso dalla Desmosedici due anni fa per abbracciare il costruttore più in difficoltà del Motomondiale. Il #5 è stato ampiamente il miglior pilota sulla RC213V, il tutto amplificato dalla storica vittoria al Gran Premio di Francia.

Due anni di contratto per il pilota più anziano dell'intera griglia, che continuerà a correre fino a 37 anni suonati. Probabilmente l'ultimo accordo per uno dei piloti più sopravvalutati di quest'epoca. Per un periodo, nelle negoziazioni, Zarco sembrava aver battuto i pugni sul tavolo per essere promosso nella formazione ufficiale insieme a Joan Mir. Alla fine il transalpino ha preferito l'ambiente famigliare fornitogli da Lucio Cecchinello.
Valentino Aggio
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