F1 | GP Emilia Romagna: Safety o Virtual? Questo è il problema
Due situazioni uguali, decisione diversa: ecco perchè il Direttore di Gara ha optato per questa scelta

Durante la bellissima gara di ieri a Imola abbiamo assistito a qualcosa che per certi versi è sembrato abbastanza anomalo, considerando tutto. Esteban Ocon e Kimi Antonelli, infatti, hanno parcheggiato le proprie vetture praticamente negli stessi punti del tracciato a distanza di diciotto giri l’uno dall’altro, in situazioni fondamentalmente identiche. Perché, allora, dapprima è stata utilizzata una semplice VSC, mentre nel secondo caso si è optato per la Safety Car?
Ocon “parcheggia” e... occupa il posto
Prima di iniziare la nostra disamina, diciamo subito che, tutto sommato, le decisioni prese dal Race Director in questo caso sono sembrate assolutamente corrette. Nella prima situazione, ad Esteban Ocon è stato ordinato di arrestare la propria Haas in uscita dalla Tosa, proprio in prossimità di una delle postazioni dei commissari in cui è presente lo spazio per posizionare una vettura ferma lungo la pista. A quel punto, è stata esposta la Virtual Safety Car, i piloti hanno dovuto procedere seguendo un delta time imposto e i commissari sono potuti intervenire spostando “a spinta” la monoposto americana #31. Cosa che non è avvenuta diciotto passaggi più tardi.
Un’altra noia tecnica ha fermato, infatti, anche Andrea Kimi Antonelli, alle prese con un primo weekend di casa in F1 complicato. La sua gara è stata interrotta anzitempo da un probabile problema all’acceleratore, con la monoposto ferma in una posizione molto simile a quella di Ocon. A questo punto, però, la posizione era già... “occupata” dalla Haas del francese, e per spostare la vettura è dovuto intervenire un mezzo di servizio posteggiato all’altezza della Piratella, quindi molto più avanti e in alto rispetto alla posizione di stop. Non è un caso, infatti, che la W16 del bolognese sia rimasta ferma e immobile per circa cinque minuti, prima che gli stewards potessero iniziare ad intervenire per rimuoverla. Tutto sommato, dunque, difficile avere da eccepire a proposito delle decisioni del Direttore di Gara. Resta, però, una riflessione da fare in merito soprattutto alla Virtual.
La VSC crea troppi squilibri in pista?

C’è una caratteristica che continua a non piacerci, a proposito della VSC, e che anche ieri è parsa evidente. Max Verstappen, infatti, e con lui anche Alex Albon e tutti coloro che si sono fermati durante la neutralizzazione, hanno potuto usufruire di un vantaggio enorme rispetto agli altri, soprattutto coloro che già avevano effettuato la sosta, Leclerc su tutti. Intendiamoci, non che questo abbia cambiato le sorti della gara: Max avrebbe vinto lo stesso senza ombra di dubbio. Dietro di lui, però, diverse condotte di gare sono state completamente stravolte. Insomma, tanti squilibri sono stati creati dalla Virtual, che impone un delta time in pista ma non in pit lane, che peraltro a Imola è lunghissima, e consente a chi effettua la sosta di risparmiare una quindicina di secondi sui rivali.
Ecco, forse una riflessione sul timing, sul momento in cui mettere in pista la Virtual può essere fatta. Antonelli, infatti, non era in una situazione di pericolo, e la vettura non si trovava sicuramente in una posizione che potesse creare problemi al resto dei piloti. Perché, allora, nel momento in cui si opta per la VSC, non si butta un occhio anche alla pista, e non si pensa anche a non falsare troppo distacchi e posizioni? In altre realtà, spesso, la Direzione Gara interviene con un countdown prima della Virtual, in modo che tutti si possano adeguare. Lo ripetiamo: Max non ha vinto per questo, ma si è trattato comunque di una situazione in cui, come sempre accade, qualcuno ha guadagnato un vantaggio enorme rispetto ad altri.
In realtà, forse, è proprio il concetto in toto di Virtual Safety Car che resta un po’ troppo fumoso, perlomeno in F1. L’utilizzo del delta time sembra continuare ad essere molto aleatorio, e forse sarebbe giunto il momento di considerare l’utilizzo del limitatore, in modo da avere la stessa velocità in pit lane e in pista: in questo modo, si andrebbero ad eliminare le varie differenze e i vantaggi che si vanno a creare. Se, poi, a qualcuno venisse in mente di eliminare la VSC una volta per tutte, non saremmo certamente noi ad opporci...
Nicola Saglia