Credits: FIA F2 Official FB page
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Il motorsport è un grande piccolo mondo, fantastico certo, ma anche ricco di contraddizioni spesso inspiegabili. Bene, la situazione di Leonardo Fornaroli è l’esempio lampante di ciò: il piacentino è campione in carica di Formula 3 e attualmente in testa alla serie cadetta, in una stagione fino ad ora consistente e ricca di spunti brillanti. Nonostante ciò, il suo nome non è associato a nessun team e a nessuna Academy di quelle che gravitano intorno al mondo dorato della F1. Arriverà il giorno in cui qualcuno si accorgerà di lui?

In Invicta sicuri: “Sarebbe l’affare del secolo”

Dopo aver conquistato il titolo di F3 la passata stagione con Trident grazie ad un sorpasso mozzafiato all’ultima curva del campionato, peraltro la Parabolica di Monza, in questo 2025 Leonardo Fornaroli ha dimostrato di essere super veloce anche con le più potenti monoposto della serie cadetta. Dopo l’appuntamento di Budapest, in cui ha conquistato la prima vittoria in una Sprint Race, il piacentino guida la classifica con 154 punti davanti ad avversari ben più esperti come Crawford e Verschoor. È evidentemente ancora presto per fare previsioni, ma nella prima parte di stagione ha messo in mostra una crescita e un talento di prim’ordine, che gli hanno permesso di essere sempre tra i primi, nonostante l’adattamento necessario per poter gestire una nuova vettura e un nuovo team.

Nonostante ciò, pare proprio che nessuno tra i team che animano il Circus della F1 si sia fatto ancora vivo per offrirgli un contratto, o quantomeno un appoggio per garantirgli di poter proseguire la sua carriera in un mondo che richiede ingenti quantità di denaro e investimenti in sponsorizzazioni. Una situazione che, al di là di ogni campanilismo e simpatia per il forte pilota emiliano, rasenta il ridicolo, viste soprattutto le spinte di cui godono tanti suoi colleghi che hanno mostrato infinitamente meno in pista. Anche James Robinson, team principal di Invicta Racing, scuderia che lo ha schierato senza indugio e che la passata stagione ha vinto il titolo con Bortoleto, è rimasto sorpreso da questa mancanza di interesse verso Leonardo. Per spiegare meglio il concetto, in un'intervista concessa a Motorsport.com, ha paragonato la situazione a quella descritta nel meraviglioso Moneyball, con Brad Pitt nei panni di Billy Beane, rivoluzionario manager degli Oakland A’s della MLB.

Leo è stato fenomenale sin dall’inizio; tutta la squadra glielo riconosce. Per il secondo anno consecutivo, abbiamo preso il campione di F3, e, naturalmente, le aspettative erano alte. Abbiamo trascorso molto tempo cercando di bilanciare questo per il suo bene. Sono sbalordito da questa situazione, per essere sincero, e non riesco a capire perché non ci sia con un team di F1 interessato a Leo in questo momento. È assolutamente sconcertante che non sia stato annunciato per un ruolo in vista dell'anno prossimo, dato che la maggior parte degli altri piloti nelle prime sette o otto posizioni del campionato fanno parte delle accademie dei team di F1. Penso che Leo possa essere un po' una scelta in stile “Moneyball”. Non fa le azioni eccessive che invece fanno alcuni piloti, non fa balli sciocchi sul podio e non è molto espansivo nei media. Ma avendo lavorato in Formula 1 per 20 anni, sapendo cosa cercano i team nei piloti, posso dire che Leo è un ragazzo eccezionale in termini di sviluppo di un'auto. Penso che se si adottasse un approccio più in stile “Moneyball”, Leo sarebbe la scelta più ovvia per chiunque. Se stai cercando di sviluppare un'auto, hai bisogno di un pilota continuo, che sappia portarti consistenza giro dopo giro, che ti possa dare dati confrontabili in ogni situazione. Lui lo fa come nessuno oggi in F2. Sarebbe il colpo del secolo.

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Leonardo Fornaroli esulta dopo la vittoria nella Feature di Budapest

Entrare in un’Academy sarebbe la scelta giusta?

Il colpo del secolo, certo: peccato che nessuno si sia interessato, perlomeno stando a quello che ci risulta. Il fatto è che oggi per entrare nel Circus sembra necessario fare parte di una delle Academy o degli Young Drivers Program che in pratica tutte le squadre hanno messo in cantiere nell’ultima decina di anni. Il problema è che tutte queste sembrano essere sature. Anche perché, parliamoci chiaro, in tante occasioni più che il pilota vengono presi in considerazione i suoi sponsor, che possono garantire almeno un paio d’anni di permanenza anche se le qualità non sono proprio eccelse e poi tanti saluti. Con buona pace per la ricerca del talento. L’unica tra queste che ad oggi sembra sfuggire a questa logica è quella Red Bull, che ha aperto la strada alle altre. 

Fino a questo momento della sua carriera, Fornaroli ha fatto a meno di legarsi a qualsiasi programma per giovani piloti, facendo in pratica affidamento solo sulle proprie forze a livello di qualità e di sponsorizzazioni. Con merito e successo, verrebbe da dire; ora, però, tutto questo potrebbe non bastare, e non certo per colpa sua. Essere inserito all’interno di uno dei programmi per giovani piloti, al di là delle enormi problematiche e limiti che questi hanno dimostrato di avere, potrebbe essere un game changer, anche se ad oggi non se ne parla. Ed è un peccato. 

Chi farà la prima mossa?

Viene quasi da fare un appello affinché qualcuno faccia un passo verso Fornaroli, se non altro per non lasciare disperdere un altro talento tricolore. La sensazione, però, è che con le arie che tirano sarà molto complicato per lui trovare un posto, anche come reserve driver. Da titolare, poi, peggio ancora: la rivoluzione che ci si appresta a vivere porterà tanti team a cercare, ci si consenta il termine poco elegante, “l’usato sicuro”, anche a discapito della prestazione pura, come abbiamo già avuto modo di sottolineare

Certo, ci sono realtà che potrebbero anche dimostrare un minimo di coraggio in più, e puntare su un pilota che fino ad ora sta dimostrando di essere sempre più veloce e costante a mano a mano che la cavalleria tende a salire. Cadillac, per esempio: la scuderia americana sembra sempre più essere intenzionata a mettere in macchina Perez e Bottas. Chiaro, si tratta di scelte delicate e da ponderare bene, ma è veramente credibile una coppia del genere, formata da due piloti che, oltre ad essere fermi da un anno, da diverso tempo sembravano essere ben lontani dal loro prime, come va di moda chiamarlo adesso, e cioè dal loro stato di forma ideale?

Tra gli altri team potrebbe avere interesse perlomeno a portarsi in casa Fornaroli ci potrebbe tranquillamente stare Alpine, ancora alla ricerca di una seconda guida che sia in grado in qualche modo di aiutare un team sempre più ultimo in classifica. E perché no, prima o poi anche Audi dovrà pensare a mettersi in casa un reserve driver affidabile, e anche Aston Martin si troverà ad affrontare il discorso relativo alla propria coppia, formata da un Alonso sempre in formissima ma ultraquarantenne e uno Stroll a giorni alterni. Resta solo da capire chi volgerà per primo lo sguardo verso il buon Leonardo, nella speranza che non venga disperso l’ennesimo talento di casa nostra. 

Nicola Saglia