Credits: Formula 1 / X.com
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Fino all’edizione 2020 cancellata per la pandemia, il Gran Premio di Monaco è stato una tappa fissa nel calendario di Formula 1, dopo avere fatto il proprio debutto in occasione dell'annata inaugurale del Mondiale. Seppur le sue radici affondino tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale tramite il Campionato Europeo d’Automobilismo, l’edizione 1950 della gara del Principato va ricordata per il primo successo in carriera di Juan Manuel Fangio, ma soprattutto per il debutto ufficiale del Cavallino Rampante.

La Ferrari fa il suo approdo in F1

Tra i cambiamenti alla lista iscritti rispetto alla prima tappa di Silverstone, infatti, spiccò la presenza della Scuderia Ferrari. Dopo aver saltato il GP Gran Bretagna per protesta contro gli organizzatori, Enzo Ferrari schierò tre 125 ufficiali affidandole ad Alberto Ascari, Nino Villoresi ed al francese Raymond Sommer. Una quarta vettura fu affidata a Scuderia Milano per Clemente Biondetti, ma il pilota sardo non riuscì ad arrivare in tempo per la gara. Alfa Romeo rimase con l’allora “Dream Team” composto da Fangio, Farina e Farioli sulle tre 158, mentre Maserati continuò a schierare due 4CLT-58 ufficiali per Louis Chiron e Franco Sol.

Insieme a loro, il Tridente venne rappresentato anche dalla svizzera Scuderia Enrico Platé, con il Principe Bira e con Toulo de Graffenried, e dalla Scuderia Achille Varzi con i debuttanti argentini José Froilan Gonzalez e Alfredo Pian. La Talbot-Lago si iscrisse ma non come team ufficiale, bensì come telaista per le privatiste Écurie Belge, mentre tra gli iscritti figurò anche l’americano Harry Schell con la Cooper T12, una monoposto creata originariamente per la Formula 2 e la Formula 3, che però passò alla storia non solo come la prima monoposto della scuderia britannica a correre un Gran Premio di F1, ma anche come la prima vettura di F1 a montare il motore posteriore.

Le due qualifiche di Monaco e una griglia “mista”

A differenza di gran parte dei Gran Premi dell'epoca, a Monaco le qualifiche venivano disputate tramite due sessioni, una al giovedì e una al sabato: la seconda giornata fu segnata dall’incidente di Alfredo Pian che, finito su una macchia d’olio mentre aveva il sesto miglior tempo, andò a sbattere contro una tribuna, rompendosi una caviglia e finendo anzitempo la sua brevissima carriera da pilota. Dopo aver sospeso la qualifica, la direzione gara decise di dare le prime 5 posizioni della griglia ai cinque piloti più veloci del giovedì, mentre i primi cinque del sabato avrebbero occupato le posizioni dalla sesta alla decima.

Fangio Alfa Romeo GP Monaco F1 1950
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Così Juan Manuel Fangio su Alfa Romeo conquistò la sua prima pole position (1:50.2) di carriera al GP Monaco, piazzandosi davanti al proprio compagno di squadra Nino Farina e a José Froilan Gonzalez su Maserati. Seguirono Phillipe Etancelin (Talbot-Lago) e Luigi Fagioli (Alfa Romeo), mentre Luigi Villoresi, che firmò il secondo tempo assoluto al sabato, partì dalla sesta posizione sulla Ferrari davanti al suo compagno Alberto Ascari e al monegasco Louis Chiron (Maserati).

Dopo un primo giro da paura c’è solo Fangio

Arriviamo così alla giornata di gara con cielo sereno e soleggiato, ma un’ondata improvvisa alla Curva del Tabaccaio causerà un maxi-incidente al primo giro con ben 10 ritirati, tra cui Nino Farina, Luigi Fagioli e José Froilan Gonzalez, con la Maserati dell’argentino che prenderà fuoco (fortunatamente senza nessuna seria conseguenza fisica per i pilot,i se non qualche ustione per Gonzalez). Tra i piloti coinvolti anche Luigi Villoresi che, seppur non riportando danni, si ritrovò la pista ostruita dalle monoposto incidentate e perdette tante posizioni (allora non c’era ancora la bandiera rossa), venendo costretto a cercare una rimonta che però si interromperà al giro 63 per problemi alla trasmissione.

L’unico pilota che evitò guai al primo giro fu proprio Juan Manuel Fangio, con l’argentino che andrà non solamente a vincere la sua prima gara di carriera doppiando tutti gli altri, ma conquisterà anche il primo Grand Chelem (pole, giro veloce e vittoria) della storia della Formula 1. Dietro al pilota Alfa Romeo ci furono gli altri due marchi italiani, con Alberto Ascari che chiuderà secondo per firmare il podio nel debutto della Scuderia Ferrari e con Louis Chiron terzo sulla Maserati. Per quest’ultimo tale risultato lo avrebbe reso l’unico monegasco capace di andare a podio nel suo GP di casa in F1, fino alla vittoria nel 2024 di Charles Leclerc. Chiusero la zona punti il francese Raymond Sommer (Ferrari) in quarta e il Principe Bira (Maserati) in quinta posizione.

Andrea Mattavelli