Credits: Kick Sauber website
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Per la Kick Sauber il 2025 è stato il passo d'addio di una grande storia di motorsport. Il team svizzero di F1 nato nel 1993, ha detto ufficialmente addio alle corse nell’ultimo Gran Premio del 2025. Questa stagione è stato un anno di transizione, prima del totale passaggio ad Audi che subentrerà alla Kick Sauber sulla griglia di partenza nel 2026. La transizione non è stata solo una questione burocratica, ma concreta sotto molti punti di vista. È stato infatti il primo anno da team principal per Jonathan Wheatley, e la prima stagione completa per Mattia Binotto come responsabile del progetto Audi F1. Anche la line-up dei piloti era inedita: Nico Hülkenberg e il rookie Gabriel Bortoleto.

L’ultimo passo prima dell’era Audi

Credits: Kick Sauber official website
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Le transizioni in F1 richiedono tempo, e solitamente vanno ad inficiare sulle prestazioni. Se si guarda la semplicemente la classifica, il team di Hinwil ha chiuso la stagione in una deludente nona posizione nel campionato costruttori, solamente davanti all’Alpine. Ma la stagione 2025 segna per Kick Sauber un netto miglioramento rispetto al 2024. La vettura, la C45, ha dimostrato qualche progresso, specialmente dopo gli aggiornamenti arrivati a Barcellona, tanto che il team ha chiuso l’anno con 70 punti in classifica costruttori, un balzo in avanti notevole rispetto alla stagione, precedente in cui ne avevano raccolti solamente 4.  
Il momento clou è stato il podio conquistato a Silverstone — il primo per Sauber dal 2012 — che ha riportato fiducia nel box e il morale alto in vista della transizione verso il 2026.
Tuttavia, la costanza non è ancora quella di un team di rilievo. In diverse gare la C45 ha faticato a entrare in zona punti, e l’affidabilità è rimasta un punto debole, con tre ritiri per problemi tecnici e una squalifica. Inoltre, nonostante i miglioramenti, il divario anche solo con le vetture di media classifica resta evidente su molte piste.

La stagione 2025 per la Kick Sauber è stata più una stagione di assestamento che di rinascita: non ancora al livello ricercato, ma con segnali chiari di risalita grazie a una vettura migliorata, a un pilota esperto che ha saputo capitalizzare e a un giovane in crescita. Nico Hülkenberg ha riportato sul podio una scuderia che non ci saliva da oltre un decennio, mentre Gabriel Bortoleto ha mostrato lampi di talento e voglia di crescere.

Voto: 6,5

Nico Hülkenberg: il leader silenzioso che riporta la Sauber sul podio

Credits: Kick Sauber official website
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Non si può che cominciare dal momento più importante: arrivato al GP di Gran Bretagna, alla 239ª gara in carriera, Hülkenberg ha centrato il primo podio in Formula 1, partendo addirittura dalla 19ª posizione. Una rimonta memorabile in condizioni miste, che vale come una vera e propria rivincita. Il veterano tedesco ha trascinato la Kick Sauber nelle sue giornate migliori. Oltre al podio, Hülkenberg ha raccolto nove piazzamenti a punti, con una altra top 5 a Imola, chiudendo la stagione con 51 punti. Nico ha finito l'annata in undicesima posizione nel campionato piloti; la top 10 è stata ad un passo fino all’ultima gara, soffiatagli sotto il naso da Fernando Alonso proprio nel GP di Abu Dhabi. 

Il tedesco si è confermato un pilastro: esperienza, consistenza e capacità di sfruttare strategie azzeccate sono state qualità preziose nelle gare complicate, tanto da farlo emergere come miglior interprete della C45. L’unico “meno” resta qualche gara anonima o influenzata da problemi tecnici, ma nel complesso il ritorno a Hinwil è stato più che positivo.

Voto: 7,5

Gabriel Bortoleto tra lampi e cadute: una stagione di apprendistato vero

Credits: Kick Sauber official website
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Per il rookie brasiliano è stata una stagione di luci e ombre. Da una parte, Bortoleto ha saputo dimostrare il proprio potenziale: il sesto posto al GP d’Ungheria è stato il suo miglior risultato, condito da un totale di cinque piazzamenti a punti. Ha avuto una serie di weekend in cui ha mostrato buon ritmo, come quello del Messico, e capacità di qualificarsi per il Q2/Q3. Questo gli ha permesso di accumulare 19 punti, che però sono stati utili solo per la diciannovesima posizione in classifica piloti. Gabriel, in fin dei conti, è riuscito a mettersi dietro solo i due rookie che si sono alternati alla guida dell’Alpine. Il brasiliano, ha pagato la sua inesperienza: alcuni weekend anonimi dove la vettura non ha consentito di esprimersi e quattro DNF in gara, di cui tre a causa di errori o condizioni difficili. In particolare quello del Gran Premio del Brasile, dove ha distrutto la sua monoposto durante l’ultimo giro della Sprint Race; errore fatale che non gli ha permesso di prendere parte alle qualifiche, per poi concludere la gara lunga al primo giro per via di un contatto nel tentativo di salvare un weekend disastroso. È evidente che Bortoleto sta imparando, e lo sta facendo bene, ma il salto ulteriore per ambire a risultati regolari richiede ancora tempo. La sua stagione va considerata come base per il futuro, più che come un bilancio definitivo.

Voto: 6

Simone Cigna