F1 | GP Italia, gara: a McLaren non basta il “fair play”
Monza amara per gli uomini di Andrea Stella, con il muretto protagonista di un team order discusso.

Quando non arriva sul podio a Monza, Ferrari è senza dubbio la grande sconfitta della domenica del Gp d’Italia F1. Oggi, però, la sensazione è che ci sia una scuderia che mastichi ancora di più amaro, e cioè la McLaren; la batosta subita da parte di Verstappen è stata di quelle pesanti, e il team order finale lascia aperti parecchi interrogativi a proposito di team e piloti.
Max superiore nel passo, Lando non può nulla
La partenza aveva forse dato qualche speranza agli uomini di Andrea Stella, con Norris bravo a spingere Verstappen a esagerare e costringerlo a restituire la posizione dopo la Prima Variante. L’illusione è però durata molto poco; quando Max ha ripreso la posizione nel corso del terzo passaggio, infatti, ha iniziato subito a scavare un solco invalicabile per i due piloti di Woking. Non che Norris e Piastri si siano risparmiati, anzi; semplicemente il ritmo era di qualche decimo inferiore a quello tenuto dall’olandese, che tra ieri e oggi ha veramente azzeccato tutto.
Come ha giustamente sottolineato Andrea Stella a fine gara, le vetture di Woking sono state per tutta la stagione le più efficienti dal punto di vista aerodinamico. Questo, a Monza, si è tramutato in un qualcosa di svantaggioso, vista la natura unica dell’Autodromo di Monza; il carico aerodinamico elevato, pur aiutando Piastri nella lotta con Leclerc, con quel bellissimo sorpasso alla Lesmo 1, ha poi in qualche modo tarpato le ali a entrambi i piloti nella battaglia contro Verstappen, che è stato comunque mostruoso, va sottolineato. La gestione delle gomme ottimale, con gli stop molto ritardati per montare gomme rosse, è certamente figlia anche di questo bilanciamento importante e francamente inarrivabile per tutti gli altri.
Arrivando a Monza mi aspettavo che saremmo stati meno competitivi, dal momento che sul dritto siamo leggermente più lenti degli avversari. Siamo certamente la vettura più efficiente a livello aerodinamico, ma oggi in Red Bull sono stati più efficienti e credo che abbiano meritato la vittoria.
Il pasticcio al pit, poi il “fair play”: giusto o sbagliato ridare la posizione a Norris?


Quello che forse rimarrà, parlando della McLaren e del Gran Premio d’Italia F1, è l’ordine di scuderia che ha ristabilito l’ordine nei giri finali della gara. Riassumiamo quanto successo: al giro 45, a Lando Norris è stato praticamente chiesto di lasciare la precedenza al pit a Piastri, sotto attacco da parte di Leclerc autore di un tentativo di undercut. Lando ha acconsentito, e Oscar è rientrato un giro prima del suo team mate. Il quale, però, ha dovuto fare i conti con un problema al fissaggio della sua anteriore sinistra che gli ha fatto perdere diversi secondi ai box e, conseguentemente, la posizione in pista a favore del leader del campionato. A questo punto, è intervenuto il muretto, che ha in pratica ordinato a Piastri di cedere la posizione per poi consentirgli di giocarsi in pista la posizione; l’australiano ha subito accettato, senza creare particolari tensioni. È chiaro, però, che l’episodio ha provocato reazioni contrastanti.
A proposito del pit stop, è chiaro che è molto difficile sapere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Abbiamo agito cercando di rimanere fedeli ai nostri ideali e ai nostri principi. Un fattore esterno è intervenuto a ribaltare la situazione e noi abbiamo ristabilito le gerarchie optando per lo swap.
Partiamo da un presupposto: al di là di come lo si possa giudicare, l’episodio ha mostrato la forza del team McLaren. Come era avvenuto la passata stagione in Ungheria, anche qui il team ha scelto di appianare ogni discussione prendendo una decisione importante in favore di un pilota rispetto ad un altro. Da sottolineare anche la correttezza di Piastri che ha subito ceduto la posizione, nonostante fosse chiaramente ben poco propenso ad eseguire l’ordine.
Resta però un fatto: non si può parlare di fattore esterno che ha alternato il risultato, siamo seri. Il pit stop e la sua esecuzione sono intrinsechi alla F1 attuale, e andare ad evocare fattori esterni per giustificare la scelta è un po’ forzato. Ancora una volta, in realtà, stupisce l’atteggiamento di Norris: quale pilota in lotta con il proprio team mate per il titolo, trovandoselo alle spalle, gli concederebbe la precedenza al pit stop senza lamentarsi? Ben pochi, ne siamo sicuri. Più smaliziato, da questo punto di vista, Piastri, che gli ha lasciato subito la posizione, senza creare discussioni e portandosi alle sue spalle per cercare forse un attacco che poi non è arrivato.
Insomma, la grande forza tecnica della McLaren oggi si è rivoltata contro la squadra di Woking; per il resto, Andrea Stella e i suoi sono rimasti coerenti con la loro storia da corsa. Buon per loro che il margine sul resto del gruppo è ampio; non avere il fiato sul collo aiuta certamente ad essere belli sorridenti, nonostante tutto.
Nicola Saglia