Credits: IndyCar Official website
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Non è solo Alex Palou con i suoi quattro titoli a fare di Chip Ganassi Racing il team da battere in IndyCar. Scott Dixon e Kyffin Simpson sono due piloti di cui parlare: il primo ha chiuso una stagione che lo ha visto ottenere almeno una vittoria in campionato per la 21° volta consecutiva, mentre il secondo ha mostrato una crescita progressiva che lascia ben sperare per il futuro. 

L’inossidabile uomo di ghiaccio agguanta il terzo posto 

Don’t let the old man in cantava Toby Keith, ed è proprio quello che sta facendo Scott Dixon: è il più anziano sulla griglia, ma corre e combatte con la freschezza di un ragazzino, che però ha più di vent’anni di esperienza sulle spalle. La terza posizione finale conquistata in questo 2025 è la dimostrazione che il neozelandese è tutt’oggi uno dei piloti più performanti della line up, in grado di estrarre il massimo dalla sua vettura in praticamente tutte le situazioni in cui si va a trovare. 

La pecca più grande in questo 2025 è forse stata per lui la qualifica; molto spesso, infatti, si è trovato a dover rimediare in gara ad un sabato poco produttivo. Una costante della stagione, ma in realtà non solo di questa, è stata quella di trovarlo alla ricerca di strategie alternative rispetto al resto del gruppo, cercando di sfruttare tutte le caution che si presentavano per sparigliare le carte il più possibile, e in diverse occasioni il piano è riuscito. A Mid-Ohio, poi, è arrivata anche la vittoria che lo ha innalzato ancora di più nella storia della IndyCar, sfruttando forse l’unico grande errore commesso nel 2025 dal mattatore Alex Palou. 

Il terzo posto finale è un risultato se ci pensiamo bene incredibile, che migliora sensibilmente la sesta piazza conquistata nel 2024. Il tutto a 45 anni suonati e non accennando minimamente alla possibilità di un ritiro dalle gare, anzi; la voglia di Scott di continuare a mettersi in gioco è enorme, e sicuramente nel 2026 tornerà tra i grandi protagonisti. Per ora, il presente del team Ganassi ha in lui una pietra angolare su cui costruire il futuro, rappresentato dal pilota al volante della variopinta #8. 

Un duello pazzesco ha chiuso alla grande la stagione di Simpson

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Kyffin Simpson insieme a Dario Franchitti, storica bandiera del team Ganassi

Quando si pensa alle Isole Cayman, difficilmente vengono in mente auto da corsa o piloti. Bene, questa cosa potrebbe anche cambiare a breve, dal momento che uno dei prospetti più interessanti della IndyCar, in questo momento, batte proprio bandiera caymaniana. Kyffin Simpson ha iniziato non benissimo il 2025, ma certamente è uno dei piloti che più di tutti ha messo in mostra una crescita assolutamente consistente, soprattutto sugli ovali, come sottolineato dallo stesso team owner Chip Ganassi. 

Gli ultimi giri della gara di Nashville sono stati veramente da cuore in gola: il duello ruota a ruota con Scott McLaughlin, protrattosi per diversi passaggi, è stato il momento forse più emozionante di tutto il pomeriggio nella città del Tennessee. A spuntarla alla fine è stato il più esperto neozelandese, ma il quarto posto finale di Simpson è sicuramente un risultato che ha mostrato tutte le sue potenzialità, anche all’interno di una struttura come quella del Ganassi Racing, che può puntare su di lui per costruire il proprio futuro all’interno della categoria. 

Non sono mai stato un grande fan degli ovali, ma questa gara è stata fantastica. La mia confidenza anche su questo tipo di tracciati sta crescendo in maniera graduale ma costante. È stato un percorso duro, ma che ho impostato e seguito per tutta la durata della stagione, e chiudere con questa gara è veramente bello. Scott mi ha battuto di pochissimo alla fine, quando ormai avevo finito le mie gomme, ma sono molto contento, comunque, di come è andata. 

Tra le altre cose, Simpson si è preso anche i complimenti dello stesso kiwi, che ha manifestato il proprio rispetto per il modo di correre del rivale e per il suo comportamento nei duelli corpo a corpo. Ora la lunga pausa permetterà a Kyffin e a tutto il team di riavvolgere il nastro e analizzare con calma una stagione tra alti e bassi, certo, ma che rappresenta un buon punto di partenza per il futuro, a partire dal 2026. 

Nicola Saglia