Credits: F1 Official website
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La notizia della firma del nuovo Patto della Concordia tra F1, team e FIA, già in pratica pronto da nove mesi, è arrivata nel corso del weekend scorso, in cui si è tenuto il Consiglio Mondiale della Federazione Internazionale a Tashkent. Come sempre i dettagli sono rimasti in larga parte secretati, ma quello che pare essere emerso è un maggiore introito a livello economico per la FIA stessa, in linea con la crescita messa in mostra dalla categoria in questi anni. 

L’imperscrutabile architrave politico del Circus

Nel corso degli anni, il Patto della Concordia è diventato il documento fondamentale che regola i rapporti tra i tre “gruppi di potere” più importanti all’interno di quello che è il paddock della F1, e cioè Liberty Media (più in generale il promoter), i team e la Federazione Internazionale. Nato nel 1981 per volere di Bernie Ecclestone, è un vero e proprio documento politico che dà la direzione alla governance del Circus e ai suoi maggiori asset commerciali. 

L’accordo appena firmato avrà validità quinquennale, dal 2026 fino al 2030, e questo non è certo un caso. Si tratta, infatti, della stessa lunghezza iniziale del ciclo tecnico che verrà inaugurato a Barcellona nei test di gennaio, quando scenderanno in pista le nuove vetture. C’è insomma una evidente necessità di stabilità per uno sport che si troverà ad essere attraversato comunque da tensioni e problematiche importanti, come è facile ipotizzare. Da un lato, FOM e Liberty Media manterranno una certa indipendenza dal punto di vista commerciale e strategico, mentre la Federazione resterà sovrana per quanto riguarda l’aspetto regolamentare e disciplinare. I team, dal canto loro, accettano questo equilibrio in cambio di importanti vantaggi dal punto di vista soprattutto economico. Soddisfatto dell’accordo raggiunto Stefano Domenicali, CEO plenipotenziario della F1. 

È un giorno importante per il Circus: questo accordo garantisce che la Formula 1 sia nella posizione migliore per continuare a crescere in tutto il mondo. Vorrei ringraziare il Presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem e tutti i team per la collaborazione e la determinazione nel raggiungere i migliori risultati per l’intero sport durante le nostre discussioni. Abbiamo molto di cui essere orgogliosi, ma siamo anche concentrati sulle opportunità e sul grande potenziale che ci attende negli anni a venire. 

Una Federazione più forte

Credits: Red Bull Content Pool

Come detto, la maggior parte degli aspetti del Patto della Concordia rimangono quasi sempre segreti abbastanza imperscrutabili. A proposito del nuovo contratto tra le parti appena ratificato, però, diverse testate inglesi, con The Race in testa, hanno iniziato a rilanciare l’immagine di una FIA più “forte” sotto diversi aspetti, e non solo quello economico. Ben Sulayem, infatti, in passato aveva spesso lamentato una disparità importante tra la crescita economica di Formula 1 e quella di una Federazione costretta a rincorrere sotto l’aspetto normativo e tecnico, spesso senza averne le possibilità in primo luogo economiche. L’esempio classico è quello del budget cap, con la lentezza relativa al rilascio della conformità per i team dovuta semplicemente ad una mole di lavoro aumentata a dismisura. Ecco, ora pare proprio che la situazione possa iniziare a cambiare. 

In una nota esplicativa del Concorde Agreement, infatti, si legge che questo potrà consentire alla FIA stessa di continuare ad investire per migliorare regolamenti di gara e tecnici, oltre che nella crescita degli stewards e della formazione dei commissari. Concetto, questo, ribadito dallo stesso Presidente, peraltro appena rieletto alla guida della Federazione stessa. Una nota, questa, sicuramente positiva per la F1 e per il motorsport in generale. Troppo spesso, infatti, abbiamo parlato e sentito parlare di una realtà che si muove a due velocità, quella velocissima del Circus e quella fin troppo arrancante della FIA e dei suoi rappresentanti in pista. La speranza è che nei prossimi anni si possa in qualche modo progressivamente annullare questo gap che stava iniziando a diventare francamente poco edificante per la categoria e per tutto lo show in generale. Servirà pazienza, però: un cambiamento del genere non può essere immediato e non può avvenire dall’oggi al domani. Se la strada intrapresa è però realmente questa, i risultati potrebbero sicuramente essere positivi; staremo a vedere. 

Nicola Saglia