Il Gran Premio del Portogallo, terza prova del Motomondiale, non ha lasciato un'immagine pulita riguardo l'operato dello Steward Panel. Tra bandiere e pannelli appena installati, limiti della pista e soliti giochi sulla caccia alle scie, la Direzione Gara ha avuto un bel da fare per mantenere calme le acque.

Parlando di Moto3, la squadra capitanata dal tre volte iridato Freddie Spencer ha optato per una riunione post Warm Up. Fulcro del meeting è stato chiarire le penalità scaturite dal rallentamento di massa a fine Q2. Ricordiamo che da quest'anno è stata inserita la regola del 114%, che in breve obbliga i piloti a mantenere un ritmo costante in riferimento ai migliori parziali personali. L'incontro si è dimostrato acceso e due piloti hanno subito la mano pesante dei giudici. Oltre a McPhee e Alcoba, anche Darryn Binder e Deniz Öncü sono partiti dalla Pit Lane. E gli altri? Cosa è successo a tutti i piloti veramente lenti tra il T3 ed il T4?

La risposta arriva proprio da Paolo Simoncelli, direttore di SIC58 Squadra Corse, che non si risparmia nei confronti della Direzione Gara e delle relative decisioni. Simoncelli si è sfogato nel proprio blog settimanale, per chi non lo conoscesse da intendere come un originale recap del fine settimana di gara.

PAOLO SIMONCELLI: "DECISIONI INSENSATE"

"Potrei dire tante cose, narrare le mille peripezie che ogni Gran Premio ci si parano davanti prima di arrivare alla tanto attesa gara… Ma oggi invece porto alla vostra attenzione quello che si è  inventata la direzione gara, di cui a capo c’è ancora il mio amico Freddie Spencer."

"Hanno deciso di dare una multa di 1000€ a me e agli altri team. Secondo loro abbiamo fatto entrare in pista i nostri piloti, volutamente tutti insieme, a tre minuti dalla fine delle qualifiche, creando così un ingorgo, lo stesso che si crea anche all’ inizio quando partono tutti insieme. E seppur neanche io sia d’ accordo sullo spettacolo che offriamo alla gente a casa, di piloti che aspettano i più forti per prenderne la scia e fare il tempo, ad oggi non c’è un regolamento che vieti di uscire quando si vuole."

"Al massimo andrebbero puniti i piloti, non il team. In un momento così difficile in cui spendiamo tra CEV e Motomondiale 60/70.000€ in tamponi (un’altra cosa già discutibile), aggiungi pure le ingiuste regole della direzione gara."

DUE SOLUZIONI: SUPERPOLE O USCITA DAI BOX A SCAGLIONI

Paolo Simoncelli prosegue: "Nei loro uffici sono super disponibili, nulla da dire, ascoltano consigli e sembra che condividano la tua opinione se non che alla fine, fanno come tutti i figli, appena volti loro le spalle fanno quello che vogliono. Sono ormai il trio più chiacchierato del paddock per le loro avvincenti decisioni, con cui volta per volta non fanno altro che avvalorare le nostre tesi a proposito delle loro insensate decisioni.

"E nonostante loro a volte, in seguito si rendano conto di essersi sbagliati, non tornano mai sui loro passi, anzi continuano imperterriti per la loro strada. Fantastici! L'unica regola che possa impedire gli ingorghi, a parer mio, è far uscire i piloti dai box a 5 secondi l’ uno dall’ altro o fare la tanto detestata superpole."

REGOLE POCO CHIARE E SANZIONI IMPROVVISATE

Compreso lo sfogo di Paolo Simoncelli, bisognerebbe attivarsi verso un regolamento dotato di criteri e sanzioni inequivocabili. Nella domenica di Portimão, le penalità sono state comunicate solo pochi minuti prima il giro di allineamento, sebbene le violazioni regolamentari fossero avvenute il giorno prima. Procedure lente, situazioni caotiche e penalità non previste dal regolamento: questi i fattori che provocano continuamente disordini e malcontento. In più c'è chi spinge verso la SuperPole, Andrea Migno in primis, fermamente convinto che sia il format giusto per evitare la caccia alle scie in qualifica. Cosa sia più giusto fare è difficile da dire, ci sono tante variabili tra cui tempi televisivi e organizzativi. Tuttavia, disponendo di una base regolamentare solida, si potrebbe compiere un piccolo passo in avanti per evolvere una categoria ormai comandata da sregolatezza e confusione.

Matteo Pittaccio

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