A Valencia con una gara d’anticipo, grazie alla sesta posizione, Joan Mir con la Suzuki si laurea Campione del Mondo MotoGP 2020. Un titolo che per la casa di Hamamatsu mancava dal 2000, arrivato al termine di una stagione complessa e che sicuramente tutti ricorderemo.

Joan Mir è Campione del Mondo MotoGP

L’attesa in casa Suzuki è durata esattamente vent’anni, da quel 2000 che vide Kenny Roberts Jr. laurearsi Campione del Mondo della 500. Da allora in casa Suzuki sono successe tantissime cose: il passaggio dalla 500 alla MotoGP, l’abbandono nel 2011, l’annuncio del rientro nel giugno del 2013, il ritorno in pista con un progetto completamente nuovo nel 2015 ed in soli 5 anni il titolo MotoGP.

Da un lato Suzuki, dall’altra c’è Joan Mir

Classe 1997 nativo di Maiorca come il 5 volte campione del mondo Jorge Lorenzo. È arrivato in MotoGP lo scorso anno grazie a Davide Brivio che lo ha fortemente voluto a inizio 2018. Dopo il titolo conquistato in Moto3 nel 2017 il passaggio nel team MarcVDS in Moto2 dove conquista 4 podi fino all’esordio in MotoGP lo scorso anno. Una prima stagione in MotoGP funestata da infortuni che lo hanno tenuto lontano dalle piste; nel finale di stagione ha cominciato ad essere un frequentatore assiduo della top10.

Inizio 2020 da incubo

Il 2020 è cominciato male a Jerez con una caduta nel secondo passaggio di gara, la settimana successiva riesce a rifarsi grazie a un quinto posto, ma a Brno è nuovamente costretto ad uno 0 a causa di una caduta. Dopo tre gare Joan Mir si trovava a soli 11 punti contro i 59 del leader del mondiale Fabio Quartararo. Dall’Austria però Mir cambia passo: sette podi in nove gare coronati dalla vittoria di sette giorni fa al GP d’Europa. Anche grazie alla crisi delle Yamaha ed all‘assenza di Marc Márquez si presentava oggi con 37 punti di vantaggio sul compagno di squadra. Gli è bastato chiudere in sesta posizione per laurearsi Campione del Mondo. Un titolo meritatissimo frutto della lungimiranza di Davide Brivio e di tutti gli uomini Suzuki. Coraggiosi ad investire nel talento puro e cristallino di un ragazzo che si merita veramente questa consacrazione.

Mathias Cantarini