La rincorsa al titolo MotoGP di Francesco Bagnaia passa, dopo tre vittorie consecutive, per il suo GP di casa dove proverà a conquistare il quarto successo consecutivo. Durante la giornata di ieri dedicata alle qualifiche, Pecco ha presentato anche il suo casco per questo suo "home GP". Il casco replica uno dei più iconici "hair cut" che Dennis Rodman abbia sfoggiato su un parquet NBA. Sui social e durante la press conference post qualifiche è stato però attaccato da alcuni nostri colleghi per le vicende "extra campo" in cui è coinvolta l'ex stella NBA.

SOTTO I RIFLETTORI, DENTRO E FUORI LA PISTA

Non è passato inosservato il casco di Francesco Bagnaia che qui a Misano celebra la sua gara di casa con un casco dedicato a Dennis Rodman. Alcuni colleghi, va detto per lo più stranieri, hanno attaccato prima sui social e poi durante la conferenza stampa post qualifiche il pilota piemontese per questa scelta. Dopo le consuete domande sull'andamento in pista la parola è passata ai giornalisti che sono andati subito al punto:

Ti volevo chiedere una cosa sul tuo casco per questo GP di casa. E' dedicato a Dennis Rodman, un uomo che ha picchiato una donna...

Pecco ha subito interrotto il giornalista spiegando la sua scelta: "Ti fermo subito prima che tu finisca la domanda. Ho scelto questo casco solo per il suo ruolo all'interno dello sport. Non per quanto riguarda la sua vita fuori dal campo".

Il nostro collega ha così continuato: Rodman oltre ad avere aggredito fisicamente sua moglie, si vanta di essere il miglior amico di Kim Jong-un, il dittatore della Corea del Nord. Non credi non sia un bel segnale dedicare un casco ad un uomo che ha un lato così scuro nella sua vita? Non è un bel personaggio a cui fare promozione per i giovani.

"Lo so, ma è come ho detto. L'ho scelto perché per come è la mia situazione, ora devo pensare fuori dagli schemi per come sono in questo campionato. Ho scelto lui perché sono un fan della NBA, e come sportivo nel suo sport ha fatto la differenza quando era al top della sua carriera. Non l'ho sicuramente scelto per le sue idee fuori dal campo. Ripeto, l'ho scelto perché quando giocava era uno che faceva la differenza e non mi interessa quello che ha fatto fuori dal suo sport".

UN ULTERIORE CHIARIMENTO POI ALLA STAMPA ITALIANA

Pecco puoi parlarci meglio della scelta del casco?

"Non è assolutamente per fare riferimenti a vicende passate. Ho scelto il casco perché a livello sportivo mi piaceva molto. Faceva la differenza e se ne sbatteva un po' in certe situazioni ed è quello che in questa fase di campionato devo provare a fare. Uscendo dagli schemi un po', come è successo oggi. Quindi l'ho scelto per quel motivo lì, quello che faccia fuori dal campo non me ne frega assolutamente niente. Ognuno è libero di fare la propria vita ed è quello che secondo me i giornalisti dovrebbero capire in certe situazioni".

Caratterialmente però in campo lui era l'opposto di te. Tu sei uno molto pacato e tranquillo, lui era una bestia.

"Il suo ruolo era proprio quello, non gliene fregava niente di fare punti. Poteva farlo, l'ha fatto in passato ma il suo ruolo principale era fare il rimbalzista ed il difensore e in quello ha fatto la differenza".

RODMAN E' UMANO E GLI UMANI POSSONO SBAGLIARE

Una cosa è certa, i colleghi "anglofoni" hanno decisamente preso troppo sul serio il casco di Pecco per questa gara della MotoGP. C'è chi è arrivato a scrivere su Twitter: "Per fortuna Pol Pot non era un buon giocatore di tennis". Di questi colleghi abbiamo massima stima per il lavoro che negli anni hanno fatto e fanno all'interno del paddock della MotoGP. Ma è incredibile come si possa pensare di paragonare uno spietato dittatore con un atleta che, come altri, ha degli scheletri nell'armadio. Rodman è sempre stato un personaggio controverso, difficile negarlo. Le sue amicizie sono ben note e per ciò che ha fatto ha già pagato a tempo debito.

La F1 ha una partnership con Aramco, società controllata dalla famiglia reale saudita. Non ci risulta che l'Arabia Saudita brilli come uno tra gli stati più democratici del mondo. Per non parlare della stessa MotoGP che ormai ha grandi legami con le società di trading di cryptovalute. E' risaputo che quest'ultime siano state spesso utilizzate per gli scambi di denaro "in nero" di diverse associazioni criminali, italiane ed internazionali. Spesso un casco è solo un casco: non dobbiamo sempre per forza trovare messaggi secondari.

Mathias Cantarini

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