Finale di gara bollente sul circuito di Catalunya, non solo per i recuperi ed i sorpassi in pista, ma anche per l'apertura della tuta di Fabio Quartararo. Ebbene si, il francese leader della classifica di campionato ha corso le ultime battute a petto nudo indisturbato. Pericolosissimo! In assenza ancora di dichiarazioni della direzione gara e del protagonista, che si è preso un bel rischio, interviene Casey Stoner con un tweet. L'ex pilota australiano è sensibilmente turbato dalla gravità della situazione e se la prende con la direzione gara.

https://twitter.com/official_cs27/status/1401509239474954246?s=28

E la bandiera nera?

Tutti ci siamo chiesti il perchè della mancata esposizione della bandiera nera. Tutti ci siamo chiesti com'è stato possibile che una tuta di protezione nella più alta competizione motociclistica possa essersi aperta in gara. Eppure le immagini sono apparse chiare fin dall'inizio: abbiamo visto la tuta aperta e volare il chest protector in curva lasciando il pilota senza protezione. In tutto questo non c'è stato alcun intervento della direzione gara. Quartararo è stato costretto a proseguire la competizione accartocciato sulla carena per evitare di incamerare troppa aria ed evitare grossi problemi. Cercando di mantenere la posizione davanti a Zarco (3°), va lungo e taglia la curva invadendo la zona verde di long lap penalty. Rientra poco davanti a Miller (4°) e torna giù in carena con la tuta aperta pronto a lottare per la terza posizione. Guarda qui la nostra telecronica in diretta gara.

Dai box trapela l'ipotesi di rottura della zip improvvisa, ma ci sembra alquanto strano che dispositivi di sicurezza di questo livello possano rompersi e lasciare il pilota scoperto così. Bisognerà sicuramente sentire Alpinestars per avere le doverose informazioni sull'accaduto.

Oltre al danno anche la beffa

El Diablo con sangue freddo e lucidità sa quanto siano importanti i punti in campionato e con professionalità porta a casa una gara senza la protezione integrale della tuta. Un grande rischio che non avrebbe dovuto prendersi lui se proseguire o no la competizione. Questo spettava sicuramente alla direzione gara che, per la pericolosità del momento, avrebbe dovuto bloccarlo con bandiera nera. Eppure non è bastato il coraggio di Quarataro di finire la gara, chiudendo davanti a Miller sul podio virtuale, ma è stato anche penalizzato con 3 secondi per essere passato e rientrato sul verde.

Domanda: se invece di raddrizzare la moto, recuperandola e andando lungo tagliando la curva, fosse caduto di cosa staremo parlando noi oggi? Di certo Fabio Quarataro non sarà stato contento di proseguire indisturbato, senza comunicazioni, a oltre 300km/h e dopo essere stati reduci di un bruttissimo lutto di settimana scorsa al Mugello

Tema sicurezza: sono solo tutte parole?

Si parla tanto di sicurezza in pista e poi vediamo Quartararo correre indisturbato come se nulla fosse a causa di un visibile problema con la tuta. Il pilota #20 Yamaha ha continuato a fare il suo lavoro da vero El Diablo professionista e rischiando davvero molto. Ma di certo non è stato un esempio per chi il motociclismo lo vive da agonista o da amatore. E questo non doveva succedere. Nessuna comunicazione in pista, ma la loro prontezza a condividere l'evento sui social in maniera goliardica è stata immediata. E questo fa pensare. Forse il business ha preso fin troppo il sopravvento a scapito della vita delle persone.

Pronto, direzione gara, ci sei? Se ci sei batti un colpo e tra questo e quello che abbiamo visto oggi in Moto3 vi consigliamo di correre ai ripari e di agire subito.

Benedetta Bincoletto