L’ex pilota Aprilia, ora passato sulla Ducati di Sacchetti e del team GoEleven, si racconta dopo la tappa della Spagna: Ci parla delle partenze garibaldine di Jonathan Rea, del livello di Bautista, del contatto con Davies e di quanto si trova bene sulla prossima pista in calendario, Assen.

Complimenti per il weekend di Aragon, peccato per Gara1...

“Già, è stato un bel weekend e sono stato molto contento di come evolveva. Purtroppo l’errore in Gara1 non ci voleva, ma questo è solo l’inizio. Punto al podio già da Assen.”

Le curve prima del rettilineo di Aragon erano complicate per tutte le Ducati?

“Secondo me questa moto nelle staccate è molto forte, sono io che mi devo adattare. Ho avuto anche un problema in Gara1, una parte della carena era danneggiata e tenere la Ducati era diventato molto difficile. Però in Gara2 si è visto come poteva andare realmente.”

Cosa è successo tra te, Rea e Rinaldi?

“Le fasi iniziali della gara sono sempre concitate, ma Jonathan questa volta si è tuffato verso la curva. Purtroppo in quel tratto non c’era spazio per tre piloti, ad aver avuto la peggio è stato Rinaldi questa volta. Dopo la caduta ho ricominciato a spingere e non ci ho pensato più.”

È per quello che hai avuto problemi con un’ala della moto?

“Si, c’è stato anche un contatto successivo a quello. Sono cose che succedono ma ha sicuramente condizionato la mia gara, ho dovuto cambiare mentalità a metà gara: ho pensato ‘ se spingo arrivo sul podio’, ma era troppo pericoloso in quella condizione.”

La domenica però non avevi lo stesso passo.

“E questa è stata la delusione maggiore. Dopo il sabato pensavo ‘ok, domani faccio podio’, ma purtroppo non è stato così. Per me è importante utilizzare il freno posteriore per far girare la moto e nella Superpole Race ho avuto un problema. Aver cambiato tante cose, come le sospensioni ed il setup, non ci ha permesso di dimostrare quanto valiamo. Onestamente non mi aspettavo nemmeno di lottare per il podio già alla terza gara!”

Hai trovato similarità tra l’Aprilia e la Ducati?

“Non molte, sono due moto decisamente diverse. Per fare un esempio la V4 che guido ora è più simile alla MotoGP che usavo nel 2017 piuttosto che la RSV4 Superbike. All’epoca il problema era che quella versione della Desmosedici aveva problemi in inserimento, mentre sulla Panigale e sulla MotoGP nuova hanno risolto questo problema.”

Ti attendi aggiornamenti per questo weekend?

“No, al momento nulla. È molto più importante concentrarsi sulla situazione attuale e sulla moto che abbiamo, c’è ancora tanto da migliorare. È chiaro che siamo ancora una decina di chilometri orari più lenti delle Ducati ufficiali, ma il potenziale è molto elevato.”

Ad Assen il motore non sarà fondamentale. Quanto è avanti Ducati rispetto agli altri?

“Questo vale solo per Bautista, è lui ad avere qualcosa in tasca per poter fare tutta quella differenza. Noi siamo più o meno sullo stesso passo di Yamaha, Kawasaki e a breve anche BMW. La differenza vera la fa solo Alvaro, è abituato a guidare una MotoGP e questo lo aiuta anche se freni e gomme sono diversi.”

A te la pista olandese piace?

“Assen mi piace molto, ho vinto la prima volta in Superbike e anche se non era una delle piste migliori per Aprilia alla fine sono riuscito ad ottenere la vittoria. Non vedo l’ora di scendere in pista, mi manca l’Europa e non vedo l’ora di scendere in pista. La Ducati se la cava bene sui rettilinei ma anche in Olanda saremo competitivi.”

WSBK | DUCATI, DA ASSEN 250 GIRI IN MENO: IL DOMINIO È MERITO DELLA MOTO O DEL PILOTA? Alex Dibisceglia