Dopo tre round stagionali, Alvaro Bautista ha vinto nove gare e conquistato due pole position, battendo ogni record delle piste. Jonathan Rea, nove volte secondo, è già lontano 39 punti, mentre Alex Lowes, terzo nel mondiale, ne paga addirittura 86. Dal round di Assen in scena questo fine settimana, però, le Ducati Panigale V4R inizieranno a pagare questo dominio perdendo 250 giri motore.

Ducati sicuramente non si farà trovare impreparata, tanto che durante i test privati di Aragon di un mese fa avevano già provato un motore con giri limitati in modo da arrivare pronti a questa occasione. Scopriremo nei prossimi giorni quanto l’algoritmo di Dorna inciderà sul regime di rotazione massimo della Panigale V4R. Queste restrizioni entreranno in vigore perchè Alvaro Bautista ha vinto tutte le prime nove gare della stagione. Ma questo dominio è più merito di una moto che ha le ali o di un pilota che è sempre stato sottovalutato?

Durante l’inverno Kawasaki sbruffona. Probabilmente non se lo aspettavano nemmeno loro di trovare un Alvaro Bautista e la nuova Panigale V4R così competitivi. Tanto che Pere Riba, a una settimana dall’inizio del mondiale, aveva risposto così a chi gli chiedeva cosa pensava della nuova Ducati: “La mia personale opinione è che ci sia stato un errore di marketing. Hanno venduto il progetto della nuova moto come impressionante in termini di prestazione, senza però avere prima il confronto con la pista. Di sicuro la Panigale V4 è una buona moto, però non ho visto nulla di eccezionale al momento”. Peccato che, appena pochi giorni dopo, Alvaro Bautista abbia dominato il round d’apertura, infliggendo distacchi abissali al suo pilota.

Ducati ti mette le ali. La Panigale V4R potrebbe vendicare la Panigale V2 che, in sei edizioni, non è mai riuscita a vincere un titolo mondiale. La vecchia V2 è l’unico modello della casa di Borgo Panigale a non aver mai vinto un mondiale nelle derivate di serie. Il mondiale è ancora molto lungo, a maggior ragione quest’anno che le gare per ogni weekend sono passate da due a tre. Però lo strapotere della Panigale messo in mostra in questo primo scorcio di stagione è stato impressionante.

La V4R ha alzato l’asticella, inutile negarlo, il motore progettato da Gigi Dall’Igna, capace di raggiungere i 16.500 giri in configurazione di serie, è stato il responsabile principale dei successi di Alvaro Bautista. Il motore della Panigale VR4 SBK, che per i primi tre round ha girato ad 16.350 giri, ha portato ad Aragon tutti i piloti in rosso oltre i 320 km/h. Peccato che i cavalli servano a poco se lungo il resto della pista non si riesce ad essere competitivi. Le prestazioni di Chaz Davies, Michael Rubén Rinaldi ed Eugene Laverty fino ad Aragon ne sono state la dimostrazione. Fino all’ultimo appuntamento iridato, solo Alvaro Bautista era riuscito a sfruttare a pieno il potenziale della V4R.

Bautista il nuovo cannibale. Fino allo scorso anno Jonathan Rea era considerato il cannibale delle derivate di serie. Negli ultimi quattro anni, su 103 gare corse il nord irlandese ha vinto 56 volte, non salendo sul podio in sole nove occasioni. Alvaro Bautista in tre round sembra aver ridimensionato il quattro volte campione del mondo. In nove round Jonnhy ha incassato 1’16” di ritardo da Bautista, difficile credere che il margine di vittoria di oltre otto secondi a gara siano tutti dovuti al motore della Panigale. Anche perchè se Ducati non avesse convinto Alvaro Bautista a passare nel mondiale SBK, la Ducati più vicina in classifica sarebbe quella di Chaz Davies. Con il gallese che si trova però a 130 punti di distanza da Jonathan Rea, il quale, ora sarebbe involato verso la conquista del quinto titolo mondiale consecutivo.

Alvaro Bautista ha avuto pochissimo tempo per conoscere moto, squadra e gomme; nonostante questo è risultato essere un pilota fenomenale, capace di scherzare con gli avversari in pista. Lo spagnolo in MotoGP ha conquistato tre podi, quando salire sul podio con una moto privata non era comune come oggi. Nel motomondiale purtroppo non ha mai avuto modo di competere ad armi pari con i primi della classe: si pensi all’esordio in Suzuki con la casa di Hamamatsu che ormai era prossima all’abbandono della categoria, il passaggio in Gresini con Honda prima (con la quale ha conquistato i migliori risultati della sua carriera) e Aprilia poi, infine il passaggio a Ducati nell’Angel Nieto Racing Team fino alla fine della scorsa stagione.

Lo scorso anno, dopo una stagione costantemente in top10, a Phillip Island è stato chiamato a sostituire Jorge Lorenzo sulla Ducati ufficiale, comandando a lungo la gara e chiudendo in quarta posizione alle spalle del titolare Andrea Dovizioso. Alvaro Bautista è un top rider e si vede ogni volta che mette le ruote in pista. Da venerdì la Panigale V4R avrà 250 giri in meno, ma Assen non ha molte accelerazioni e premia molto di più una moto ben assettata che una moto potente. Nel caso Alvaro dovesse riuscire a portare a 12 le sue vittorie stagionali, sarebbero davvero problemi per tutti.

Mathias Cantarini