Il campionato Indycar 2021 è pronto a scattare dal Barber Motorsports Park questo weekend. Al momento, però, per gli appassionati italiani non ci sarà la possibilità di seguire le gare della serie americana live. Nessun distributore ha infatti, per ora, acquisito i diritti per le trasmissioni.

Show assicurato, manca il broadcaster

La serie Made in Usa da sempre regala gare spettacolari e spunti interessanti. Ma, soprattutto, è la categoria che contiene al suo interno una di quelle corse che, se stessimo parlando di ciclismo, verrebbe definita una vera “Classica Monumento”: la 500 Miglia di Indianapolis.

La gara che si tiene nel catino dell’Indiana dal 1911 vale da sola una stagione, e spesso una carriera intera. Non è un caso che nel corso degli anni in essa si siano cimentati piloti di prima classe anche europei, a partire da Fernando Alonso, a caccia di quella (per lui) maledetta Triple Crown, finora riuscita solo ad un mostro sacro come Graham Hill, il “Baffo Volante”.

Ma Indycar non significa solo Indianapolis, c’è di più. Anzi: c’è moltissimo di più! Ci sono autodromi mozzafiato, uno su tutti Road America, piste cittadine ricavate in luoghi storici come Long Beach e gli ovali. Questi sono una sfida per i piloti, costretti a mostrare non solo bravura e intelligenza, ma anche e soprattutto coraggio e attributi d’acciaio.

E poi ci sono quei luoghi leggendari che solo il calendario a stelle e strisce può offrire, come Mid-Ohio e Laguna Seca, con il suo Corckscrew e quel sorpasso di Alex Zanardi ai danni di Bryan Herta, che per gli americani è ancora The Pass. Sì, perché noi (meglio, la maggior parte di noi) italiani ci siamo dimenticati dei due titoli vinti dal bolognese, ma da quelle parti se lo ricordano ancora benissimo!

In più, oltre ai luoghi magici, ci sono le storie di uomini e team unici e per noi europei spesso incredibili. Gli spunti in questo senso per il 2021 non mancano di certo. Scott Dixon è chiamato a difendere il titolo dagli assalti di Josef Newgarden, sempre più leader dell’armata Penske. Alexander Rossi, invece, deve riscattarsi dopo un’annata opaca. Ciliegina sulla torta è la bella storia del ritorno alle gare di Romain Grosjean, dopo essere scampato all’inferno di Sakhir.

Tutto molto bello, interessante e per certi versi struggente; peccato che, al momento, in Italia nessun broadcaster abbia pensato ad ottenere i diritti per trasmettere la diretta delle gare.

L’ennesimo smacco ai racefans

 Se la situazione non dovesse risolversi entro il weekend (e il tempo stringe), la mancanza di una programmazione dedicata all’Indycar sarebbe l’ennesimo smacco agli appassionati di motorsport italiani.

Da diversi anni ci siamo ormai rassegnati al fatto che anche per vedere le corse in televisione, e non solo dal vivo, sia necessario pagare un abbonamento. E questo ci può anche stare, soprattutto guardando alla qualità elevatissima del lavoro svolto da Sky e Dazn in questi anni. Quello che stona, però, è il fatto che la seconda categoria più importante del motorsport a quattro ruote dopo la F.1 venga snobbata in questo modo.

Il contratto con il gruppo inglese per la trasmissione della gara in Italia è scaduto a fine stagione 2020. Da quel momento in poi non si è più saputo nulla. E la cosa è alquanto surreale, se si pensa che l’Indycar verrà regolarmente trasmessa in tutti gli altri paesi europei, con Sky a farla da padrona per quanto riguarda i diritti. Addirittura, in Inghilterra sarà il canale Sky Sports F1 quello su cui andranno in onda gli eventi!

Non resta quindi che aspettare una svolta in questi ultimi giorni prima dell’inizio della stagione. Il tempo stringe, e l’appello di LiveGP ai distributori è che riescano a trovare una soluzione, in modo che i fans italiani possano almeno mettersi sereni davanti alla televisione per godersi una delle categorie più spettacolari e cariche di emozioni del motorsport!

Nicola Saglia