È toccato a Pato O’Ward interrompere il dominio Penske di inizio stagione, andando a vincere la prima gara su pista permanente della IndyCar 2022. Il messicano del team Arrow McLaren SP ha sfruttato al meglio l’uscita dalla seconda sosta ai box, dopo una prima frazione assolutamente accorta alle spalle del leader e poleman Rinus Veekay, terzo al traguardo.

Momento chiave al pit con Pato perfetto

La terza vittoria in carriera di O’Ward è maturata al giro 62, quando il messicano ha superato il rivale Veekay , in grande difficoltà con le gomme fredde dopo la seconda sosta. In precedenza, il driver con la vettura in livrea nero-arancio era stato bravo a non perdere il contatto dal leader, ma a tenersi a distanza di sicurezza senza finire sotto attacco dagli inseguitori.

Alla fine, bottino pieno dunque per O’Ward, che ha potuto festeggiare insieme ai membri del suo team la prima vittoria non targata Penske della stagione. La staccata tirata alla curva 6 per la vittoria, poi, è certamente da incorniciare, per un pilota che ha così interrotto un digiuno che durava da Detroit 2021.

Seconda posizione finale per Alex Palou, come al solito perfetto nella gestione gomme, aiutato dalla strategia ottimale preparata dal suo team. Anche lo spagnolo ha potuto approfittare di un terzo stint di gara non certo perfetto da parte di Rinus Veekay, che alla fine ha dovuto accontentarsi del terzo posto. Peccato per l’olandese in forze al team di Ed Carpenter, mentre il driver Ganassi torna in questo modo in testa al campionato, approfittando della giornata negativa dei diretti avversari.

Power ai piedi del podio, Herta è un caso

Dietro i primi tre, la battaglia è stata serrata e spesso senza esclusione di colpi. Ottima la quarta posizione di Will Power, primo tra i piloti del team del Capitano, che ha preceduto Scott Dixon. Grande la rimonta del neozelandese del team Ganassi, scattato ben oltre la top ten.

Sesto Scott McLaughlin, anche lui leggermente in difficoltà sui saliscendi dell’Alabama. Il kiwi ha dovuto resistere per diversi giri agli attacchi di Colton Herta, che a quindici giri dalla fine è andato in testacoda al tornante di curva 6. Il californiano di casa Andretti ha commesso un altro errore che ha vanificato una prestazione fino a quel momento encomiabile. Il figlio d’arte stava facendo una rimonta eccezionale; come detto dopo Long Beach, occorre convertire tutta l’irruenza in qualità in pista, perché il talento è cristallino, ma per essere campioni occorre altro.

Settimo Romain Grosjean, che nel finale ha avuto uno scambio di posizioni con tanto di contatto con un Graham Rahal tutt’altro che contento. Nono Alexander Rossi, mentre solo dodicesimo ha chiuso un Josef Newgarden in grande difficoltà; l’alfiere di punta di casa Penske non è riuscito a ricostruirsi la gara partendo dalle retrovie, nonostante una strategia molto aggressiva su tre soste.

Un’altra gara ricca di emozioni e spettacolo, dunque, su una pista bellissima e piena di difficoltà. Barber incarna lo spirito americano delle corse, con i suoi cambi di pendenza, i curvoni veloci e la ghiaia a non perdonare il minimo errore. Ne sa qualcosa Callum Illot, insabbiatosi al giro 32 per un errore banale, mentre stava disputando il suo miglior weekend da quando corre oltreoceano.

Qui i risultati completi. Appuntamento tra due settimane a Indianapolis, dove l’Indy Grand Prix aprirà la serie di eventi che culmineranno a fine mese con la Indy 500.

Nicola Saglia