La IndyCar dopo un mese ad alta tensione si prende tre settimane di pausa, con la classifica generale guidata da un Marcus Ericsson mai così in forma. In pochi lo avrebbero pronosticato ad inizio stagione, ma lo svedese di casa Ganassi sta mostrando tutta la propria maturità in pista cogliendo al meglio le possibilità che gli si presentano, tirando fuori anche gli artigli quando servono (chiedere a Palou per conferma).

Marcus e Will, la consistenza al potere

Scorrendo la classifica, appare evidente un dato: in testa ci sono due piloti che, al momento, hanno vinto una sola gara a testa. Certo, nel caso di Ericsson, si tratta della Indy 500 che, oltre a tutto il prestigio che porta, elargisce anche doppio punteggio. Ma c’è molto di più: c’è un pilota costante, che sbaglia poco, e che ottiene sempre il massimo dalla sua vettura, arrivando a podio come domenica scorsa a Road America.

Stesso discorso si può applicare alla stagione di Will Power. L’australiano, primo alfiere in classifica di casa Penske, ha ottenuto una vittoria dominante tra i muretti di Belle Isle, a Detroit, dopo una serie importante di piazzamenti, tra cui da menzionare è certamente il terzo posto nel GMR Grand Prix, in una Indianapolis inondata d’acqua che ha dato vita ad una delle gare più pazze della storia. Power è fermo a quota 266 (contro i 293 di Ericsson) anche a causa della battuta d’arresto patita a Elkhart Lake per la toccata con Di Francesco. Di certo, però, c’è che Will ha ritrovato quella competitività che sembrava persa, e per la lotta al titolo il messaggio è chiaro: ci sono anch’io!

Occhio alla risalita di Newgarden

Fa un po’ strano vedere l’uomo con più vittorie in stagione relegato al terzo posto in classifica con 261 punti. Josef Newgarden, due volte vincitore della categoria, è probabilmente uno dei talenti più cristallini in pista. Lo ha dimostrato anche domenica andando a cogliere un successo fondamentale, chiudendo un ciclo di gare che per lui sembrava maledetto e gli aveva tolto parecchi punti. L’inizio di stagione era stato fulminante, con la vittoria al photofinish su McLaughlin in Texas e il successo di Long Beach. Ora il driver di Nashville, Tennessee, ha dato il via alla risalita ed è certamente uno da tenere d’occhio.

Solo quinta posizione con 246 punti per il campione in carica Alex Palou, ancora a secco di vittorie e “eliminato” a Road America da una manovra decisa del team mate Ericsson. Lo spagnolo di Ganassi paga però anche giornate negative come quella sullo stradale di Indy, e dovrà ritrovare la consistenza che lo ha sempre contraddistinto per stare con i primi.

Davanti a lui di solo due lunghezze c’è Pato O’Ward, secondo alla Indy 500 e vincitore a Barber. Il messicano sta mettendo in mostra la crescita sua e del team Arrow McLaren, che inoltre vede lo svedese Rosenqvist ottavo e spesso in grado di lottare con i primi.

Andretti in ritardo, Herta a due volti

Anche il primo alfiere Andretti è un po’ una sorpresa, per quanto visto nelle passate stagioni. Alexander Rossi è in settima piazza a 218 punti, dietro al super veterano e pluri-titolato Scott Dixon. Il californiano ha magicamente ritrovato la competitività nelle ultime due uscite, in cui ha conquistato altrettanti podi e una sublime pole a Road America. La cosa strana è che tutto ciò è avvenuto dopo il suo annuncio del passaggio in McLaren per il 2023, quasi come se si fosse tolto un peso dal groppone.

Chi sta facendo un percorso importante di crescita è sicuramente Colton Herta. Intendiamoci, il figlio di Bryan è un fenomeno del volante, ma sono troppi i punti persi per intemperanze dettate forse dalla giovane età. A Long Beach ha lasciato contro il muretto una vittoria quasi certa, mentre a Barber una manovra azzardata su Newgarden lo ha privato di punti importanti. La vittoria nel GMR GP è sicuramente una perla a cui ora serve dare continuità. La lotta per questa stagione non è ancora finita, ma il percorso è tutto in salita.

Grosjean sottotono rispetto alle aspettative

Dopo la passata stagione, in tanti si aspettavano da Romain Grosjean risultati importanti. Il passaggio al team Andretti sembra però aver creato aspettative difficili da mantenere, e il #28 deve ancora trovare la sua dimensione all’interno del nuovo team. 12° posizione per lui con 174 punti, ma le prestazioni sono sempre più vicine a quelle del gruppo di testa.

Scorrendo la classifica, si nota come i rookies provenienti dal Vecchio Continente siano abbastanza attardati, con Lundgaard 16° e Illot 22°. I due in realtà hanno messo in mostra buone prestazioni, pur mancando in alcuni casi di concretezza, come ha mostrato l’inglese a Barber, dove è andato in testacoda buttando al vento un’ottima top ten. Discorso diverso per Tatiana Calderon, che ha spesso palesato qualche difficoltà in più, trovandosi a lottare per le ultime posizioni con un Jimmie Johnson che fuori dagli ovali continua a mostrare problemi non indifferenti.

Marcus Ericsson è dunque il leader dopo otto gare bellissime, ma attenzione, perché il bello viene ora. Lo svedese e il team Ganassi sono avvisati.

Nicola Saglia