Andiamo a scoprire di più sulla carriera del neo vincitore del campionato FIA F3 Victor Martins, campione tra le fila del team ART Grand Prix. La sua biografia esalta un dato inconsueto, l’inizio tardivo nei kart a 13 anni. Il francese è solo uno dei talenti messi in mostra dal campionato 2022, il più serrato di sempre con ben sei protagonisti a giocarsi la massima posta nell’ultima gara.

Una stagione senza un ristretto gruppo di piloti superiori alla media è inevitabilmente divisiva: è mancato il “crack” oppure si è alzato il livello del campionato? Solo il futuro potrà rispondere a questa domanda ma siamo sicuri che tutti i piloti coinvolti nella lotta al titolo avranno un brillante futuro nel motorsport.

Peccato per un finale così adrenalinico gestito in maniera discutibile. Prima la decisione di non ripartire dopo l’esposizione della bandiera rossa (era davvero necessario non modificare il programma di una Formula 2 già decisa?) poi la lunga e tribolata revisione dei track limits. Non è accettabile che puntualmente il risultato delle gare propedeutiche venga modificato a posteriori, ingiusto per piloti che in pochi istanti si giocano buona parte della carriera (e qualche milioncino investito). La presenza di un sensore dovrebbe certificare con certezza e immediatezza l’infrazione o meno di un limite della pista. Ci aspettiamo una pronta reazione già in vista del prossimo campionato.

Martins vince la F3, campione 8 anni dopo il debutto nei kart

Classe 2001, l’attuale pilota ART ha compiuto 21 anni lo scorso giugno, vantando qualche primavera in più rispetto alla gran parte dei suoi avversari, ma la carriera di Victor Martins non è comune. Il pilota nato a Varenne-Jarcy inizia a gareggiare sui kart solo a 13 anni, un età ben superiore rispetto alla quasi totalità dei colleghi che si sono ritrovati a battagliare in pista a 5-6 anni. Una storia che dovrebbe fare giurisprudenza tra i giovani intenzionati a intraprendere questa carriera.

A 16 anni arriva la vittoria del Mondiale Kart che gli spalanca le porte del mondo formula. Il debutto avviene nel 2017 ben figurando nel campionato F4 francese concluso con una seconda posizione finale. Tre anni più tardi arriva la prima affermazione di rilievo, trionfando nel campionato Formula Renault Eurocup. Martins si laurea campione alla seconda stagione in F3, con 2 vittorie e 6 podi totali, un bottino che certifica l’equilibrio del campionato 2022.

Ora uno sguardo al futuro. La logica vorrebbe un passaggio del pilota francese in Formula 2, sempre tra le fila del team ART Grand Prix. I due posti della squadra sono però attualmente occupati da un Frederik Vesti che merita una seconda chance nella categoria dopo una stagione da rookie in crescendo e un Theo Pouchaire diviso tra un possibile anno in panchina “alla Piastri” o ritentare l’assalto al titolo sfuggito quest’anno. Pare comunque scontato che qualche team decida di dare una chance al neo campione Formula 3, anche grazie al sostegno dell’Alpine Academy, un’ambizione ammessa dallo stesso pilota in una recente intervista.

Tre rookies d’eccellenza

Questa stagione Formula 3 ha messo in evidenza il talento di molti piloti. Dietro al vincitore, sono rookies i piloti dal secondo al quarto classificato. Zane Maloney è probabilmente la più grande sorpresa tra i piani alti della classifica, specie dopo i ripetuti errori commessi nella prima parte di stagione. Tre vittorie nelle ultime tre Feature Race hanno permesso al talentino barbadiano di sfiorare la vittoria del titolo 2022.

In rimonta anche la stagione di Oliver Bearman, del quale avevamo già potuto ammirare il talento nella scorsa annata della Formula 4 Italia. Dopo qualche incertezza nella prima fase è diventato nelle ultime gare il pilota di punta del team Prema. Più costante la stagione di Isack Hadjar, rovinata in extremis da un clamoroso errore nella qualifica di Monza. Per tutti e tre i piloti l’ambizione sarà il passaggio di categoria, destino al quale andrà in contro, con tutta probabilità, anche Arthur Leclerc.

Stagione no per gli italiani

Purtroppo l’annata non ha regalato grandi gioie per gli alfieri italiani. Francesco Pizzi ed Enzo Trulli hanno forse pagato lo scotto di arrivare troppo presto nella categoria. Un altro aspetto fondamentale per la buona riuscita della stagione è il team con il quale si gareggia. Pizzi è stato l’unico pilota di Charouz a marcare un punto, non molto meglio è andata a Trulli e al team Carlin, protagonista a sprazzi con il solo O’Sullivan. Federico Malvestiti non è riuscito a marcare punti dopo esser subentrato a stagione in corso, dal secondo round di Imola, con il team Jenzer, scuderia con la quale aveva già gareggiato nel 2020.

Samuele Fassino