Finalmente è giunto il turno di Sebastian Vettel di saggiare la nuova SF1000, l’arma Ferrari per la stagione di Formula 1 appena iniziata. Il tedesco ha preso il volante della Rossa nel pomeriggio del Montmelò, inanellando 73 giri e salendo al sesto posto nella classifica cronometrica.

In Ferrari non hanno cercato la prestazione. Piuttosto, il loro obiettivo è stato di capire a fondo la neonata di Maranello. Il ferrarista ieri non ha potuto prendere parte alla prima giornata per via di qualche linea di febbre, tanto da portare ancora i postumi con una parlata un po’ più "nasale" del solito.

Domanda d’obbligo, quindi, sul suo stato di salute e sulle prime sensazioni della monoposto.

“Ho ancora leggeri postumi dell’influenza, nonostante ciò ho girato tranquillamente in pista e portato a termine il programma che ci eravamo prestabiliti. L’obiettivo, in queste prime giornate, è di macinare quanti più chilometri possibile. La SF1000 si è comportata subito bene, abbiamo immediatamente notato l’incremento di downforce (carico aerodinamico).”

Approfondendo il discorso, Vettel ha riportato un’attenta analisi della rossa:

“Con l’incremento di carico c’è sempre maggior drag (resistenza aerodinamica), ma non abbiamo valori indicativi per dire effettivamente quanto siamo veloci in fondo al rettilineo. Le sensazioni sono buone e il grip generato in curva è aumentato. Ora dobbiamo vedere se reagisce bene alle variazioni di set up. È un lavoro lungo ma interessante: mi è sempre piaciuto lavorare al fianco degli ingegneri e sviluppare una macchina. Per ora possiamo dire che il livello di affidabilità è buono e questo è un dato importante, considerando che l’anno scorso ne abbiamo un po’ sofferto.”

Le prestazioni, già in questi primi due giorni, sono nettamente migliorate rispetto ai test dello scorso anno, ma è una normale evoluzione:

“Ovviamente la ricerca e lo sviluppo in Formula 1 è incessante e, giunti alla fine di un ciclo tecnico, tutti i team sono più vicini sia a livello di soluzioni che di raffinatezze aerodinamiche. Ma è ancora troppo presto per dare un verdetto definitivo. Un ruolo cruciale, ancora una volta, lo rivestiranno le gomme.”

Non poteva esserci domanda in merito al nuovo sistema visto sulla Mercedes W11, vale a dire il DAS (Dual Axis Steering):

“Per utilizzarlo significa che la soluzione è legale, anche se è un modo innaturale di usare il volante. Sicuramente è una sensazione strana per il pilota tirare verso di se lo sterzo: sembra quasi che si sfili. Fortunatamente ci sono state le riprese TV, altrimenti difficilmente l’avremmo notata. La sensazione che ho avuto, a un primo sguardo, è che ora una Formula 1 si guidi più come un aereo che come un’auto: è come avere una cloche fra le mani! È come se per correre ti diano in dotazione delle infradito anziché delle scarpe da running. Il DAS è certamente un’innovazione tecnica da tenere d’occhio, come lo fu l’F-Duct anni fa, ma non credo sia una soluzione che da sola basti per vincere i Gran Premi.”

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Dal nostro inviato – Michele Montesano