Sono passati 44 anni dalla morte di Peter Revson, pilota americano pieno di talento che ha sacrificato tutto per coltivare la sua passione per le corse automobilistiche.

Peter Revson morì per un incidente durante una sessione di test sul circuito del Kyalami, pochi giorni prima del Gran Premio del Sud Africa. L'americano per correre rinunciò all’eredità della sua famiglia; il nonno era infatti il fondatore della casa cosmetica Revson.

GLI INIZI

Peter nacque a New York il 27 febbraio 1939, e cominciò a correre a sedici anni in gare amatoriali per poi comprare una Morgan, tenendo la famiglia all’oscuro di tutto.

Quando i suoi intuirono la passione di Revson, decisero di tagliarli i fondi, ma l’americano non cedette e vendette tutto ciò che aveva per continuare a correre e andare in Europa.

Una volta arrivato in Europa, Peter spese gli ultimi soldi per comprare una Formula Junior Cooper e un camion per trasportare la monoposto e per dormire.

Revson cominciò ad ottenere ottimi risultati in Formula 3 e battendo campioni del calibro di Jochen Rindt e Denny Hulme. Questi risultati portarono Reg Parnell ad assumerlo per correre la stagione 1964 di Formula 1.

LA PRIMA STAGIONE IN FORMULA 1 E IL RITORNO IN AMERICA

Per ragione economiche, Revson si iscrisse nella prima gara di campionato con il nome Revson Racing America e non riuscì a qualificarsi con la sua Lotus. Nelle altre gare della stagione, invece, partecipò sotto le insegne della Reg Parnell Racing e terminò il campionato senza un punto.

Il suo miglior risultato per quella stagione è il quarto posto ottenuto nella gara non valida per il campionato corso a Solitude.

Terminata la stagione di Formula 1, Revson decise di tornare in America per disputare alcune gare e racimolare soldi per l'annata successiva.  Vinse la gara a Sebring insieme a Skip Scott e durante questo periodo stringe amicizia con Teddy Mayer e suo fratello minore Timmy, pilota veloce che perse la vita in un brutto incidente durante una gara in Formula Tasman nel 1964. Pochi anni più tardi, anche Revson perse suo fratello Douglas in un incidente avvenuto durante una gara automobilistica.

Questi due terribili lutti consolidarono l’amicizia nata tra Revson e Mayer. Nel 1969, Peter partecipò per la prima volta alla 500 miglia di Indianapolis, concludendo la gara al quinto posto e ottenendo il titolo di “ Rookie of Year”.

L’anno dopo, l’americano vinse la 12 ore di Sebring insieme a Steve McQueen su una Porsche 908. Tornò anche a correre la 500 miglia di Indianapolis, terminando al 22° posto.

DI NUOVO LA FORMULA 1 E POI LA MORTE

Dopo questi successi, Revson tornò in Formula 1 con la Tyrrell al Gran Premio degli Stati Uniti, ma non riuscì a qualificarsi.

Partecipò con la Mclaren nel campionato Can Am, dove con cinque vittorie ottenne il titolo piloti. La casa madre lo chiamò allora per sostituire Chris Amon alla 500 miglia di Indianapolis, dove ottenne la pole e la seconda posizione.

A questo punto, a Woking decisero di ingaggiarlo per correre la stagione 1972 di Formula 1. Il pilota ottnene quattro podi e il quinto posto in classifica piloti. Venne confermato anche per la stagione 1973, in cui ottenne due vittorie e il quinto posto finale in classifica piloti.

Dopo aver rifiutato il contratto offerto da Mclaren e Ferrari, Revson decise di passare alla Shadow per correre la stagione 1974. Le prime due gare per il pilota americano si conclusero entrambe con un ritiro.

Il 22 marzo, Peter stava effettuando alcuni test con la sua DN3 sul circuito di Kyalami, quando la sospensione cedette e la monoposto andò ad impattare contro il guard rail.

I soccorsi arrivarono subito, ma risultarono inutili, poiché Revson morì sul colpo a causa del terribile impatto.

 

Chiara Zaffarano