Gli anni in cui i rinnovi di contratto o gli ingressi in F1 venivano annunciati e salutati con banali formule di rito, sembrano superati e retaggio di un lontano passato, come dimostra la recente querelle tra Alpine ed Oscar Piastri.

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Come abbiamo avuto modo di vedere ieri, prima l'Alpine ha dichiarato l'ingresso di Oscar Piastri nella line-up della scuderia di F1 per il 2023, seguita da un messaggio via social media nel quale laconicamente indica che "non guiderò per l'Alpine il prossimo anno".

La vicenda presenta delle analogie molto evidenti con la recente controversia tra Alex Palou e la scuderia di Chip Ganassi in IndyCar. Anche in quel caso la scuderia prima ha pubblicato un annuncio, poi seccamente smentito via social media dal pilota. Le similitudini, però, finiscono qui. Da una parte abbiamo un rinnovo contrattuale, dall'altra un ingresso in una nuova categoria. La scuderia di Chip Ganassi aveva fatto uscire il comunicato del rinnovo corredato da "dichiarazioni" del pilota, nel caso di Alpine il pilota non diceva niente.

Entrambe le vicende sembrano sottolineare dei problemi nelle finalizzazioni contrattuali. Lasciando da parte il caso di Palou e guardando con più attenzione quello di Oscar Piastri con Alpine, notiamo come, probabilmente per la prima volta nella storia della F1 attuale, un pilota proveniente da una categoria propedeutica ne rifiuti l'ingresso. Abbiamo sottolineato più volte come la scalata verso la F1 sia un obiettivo primario per i giovani piloti e che abbia numerosi passaggi obbligati e sottenda un certo back-up finanziario. Dire "no" risulta abbastanza strano.

Perché "no"?

Oscar Piastri fa parte del programma junior di Alpine dal 2020 ed il talento cristallino dell'australiano lo ha visto campione ogni volta che ha scalato categoria. Nel 2019 vince la Formula Renault Eurocup, nel 2020 la F3 e nel 2021 la F2. Sfortunatamente la congiunzione sportivo-finanziaria attuale lo ha visto "parcheggiato" come pilota di riserva per l'Alpine in F1 nel campionato attuale. Un anno praticamente fuori dal giro, mentre nel Circus entrava Zhou Guanyu e le scuderie assicuravano posti a Nikita Mazepin, Nicholas Latifi o Lance Stroll, dotati di palmares meno pesanti.

Purtroppo la storia avrebbe avuto lo stesso corso anche nel 2023, se Fernando Alonso non avesse repentinamente lasciato la scuderia transalpina in direzione Aston Martin. Secondo i rumors, Alpine, prima della fuoriuscita di Alonso, stava già lavorando su una collocazione alternativa in chiave 2023 per il pilota australiano. Durante il GP di Francia il CEO di Alpine Laurent Rossi aveva fatto intendere l'intenzione di fare un "prestito" ad una scuderia avversaria.

Qui-pro-quo

Probabilmente il qui-pro-quo di tutta la vicenda dovrebbe risiedere in due punti chiave. Primo: il blando trattamento riservato da Alpine al proprio pilota che ha spinto entrambe le parti a studiare "soluzioni alternative" per la F1 nel 2023. Secondo: l'avere coperto in fretta l'uscita di Alonso, con Alpine forte di qualche vincolo contrattuale attivabile con il suo protetto e l'entourage di Piastri sicuro di avere a disposizione un loop nelle disposizioni contrattuali junior dal quale svincolarsi.

Negli ultimi tempi, va sottolineato, il workflow dei progetti junior in F1 sembra avere trovato parecchi inciampi, risultando meno lineare ed efficace rispetto a quanto succedeva, ad esempio, ai tempi di Sebastian Vettel con Red Bull. I programmi hanno incominciato a vedere una progressiva riduzione dei posti disponibili nel Circus. Plausibili ragioni di bilancio prevedono che se da una parte entrano nuovi talenti nei junior team, dall'altro capo della filiera qualche nome, anche pesante, fuoriesca.

In prospettiva futura il discorso diventa interessante. Da una parte Oscar Piastri deve avere qualche soluzione alternativa nel taschino per entrare in F1, probabilmente in un "giro" che metta a frutto le capacità di guida. Le voci di corridoio parlano di McLaren o un ingresso nella galassia Red Bull. Dall'altra vedremo cosa farà Alpine. I transalpini hanno offerto un volante a Piastri: lui non ha accettato e ora dovrà sostenere la responsabilità della scelta, ma le modalità con cui la vicenda procede lasciano le porte aperte a risoluzioni inaspettate. Time will tell.

Luca Colombo