Il 10 novembre 1995, durante la sessione di prove del venerdì pomeriggio del GP d’Australia ad Adelaide, Mika Hakkinen è protagonista di un violento incidente. Il pilota, sbattendo la testa, perde coscienza e rimane per alcuni giorni in coma presso il Royal Adelaide Hospital. Proprio questo drammatico episodio rappresenta un punto di svolta nella carriera del finlandese, che tornerà in pista più forte che mai.

L’incidente

Il GP d’Australia è l’ultimo appuntamento del mondiale F1 1995. Quello di Adelaide è un circuito difficile, un cittadino che non perdona gli errori. Durante le libere del venerdì pomeriggio, a causa del calo di pressione della posteriore sinistra, la McLaren di Hakkinen finisce in testacoda, per poi saltare sul cordolo all’esterno della Brewery Bend prima di impattare brutalmente contro le barriere ad oltre 200 km/h. Il casco sbatte contro il cockpit, causando una frattura al cranio del pilota. L’intervento del medico di gara Sid Watkins è tempestivo e, dopo aver eseguito una tracheotomia sul posto, il finlandese viene trasportato in ospedale. Qui rimane in coma per alcuni giorni, ma al suo risveglio l’obiettivo è tornare in pista al più presto.

La seconda vita di Hakkinen

Una sfida enorme, si temeva per il peggio ed invece ecco Mika Hakkinen di nuovo in pista nel 1996. Ancora una volta in Australia, questa volta però a Melbourne, che fa il proprio debutto in Formula 1. Da quel momento in poi, nonostante la McLaren non sia ancora a livello dei migliori, il finlandese stupisce tutti con un quinto posto finale e staccando il suo nuovo compagno David Coulthard lontano di oltre un secondo in qualifica.

Dal 1997, invece, grazie all’arrivo di Adrian Newey, la via imboccata dal team inglese è quella giusta e Hakkinen, nonostante dei problemi di affidabilità, riesce a conquistare la prima pole position e la prima vittoria in carriera. L’anno seguente cambiano i regolamenti e Newey progetta una monoposto vincente: il finlandese la sfrutta al meglio ed è da qui che nasce la rivalità con Michael Schumacher.

Due titoli mondiali per il finlandese nel ’98 e nel ’99, quest’ultimo condizionato anche dall’infortunio di Schumacher a Silverstone, ma sicuramente anche quello più combattuto, con Ferrari e McLaren molto vicine per prestazioni.

Nel 2000 e nel 2001 invece è la Ferrari la squadra da battere e Hakkinen, complice anche la nascita del figlio Hugo, non ha più le stesse motivazioni. Lascia la Formula 1 alla fine del 2001 ed in un’intervista rilasciata negli anni seguenti affermerà che senza quell’incidente di Adelaide probabilmente la sua carriera sarebbe stata più lunga. Se consideriamo però che fino a quel momento la sua carriera non è mai decollata, forse quell'incidente rappresenta l'inizio della nuova vita di Mika Hakkinen.

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Carlo Luciani