Haas chiude il campionato di F1 2022 con 37 punti all'attivo e l'ottavo posto nel Costruttori: la scuderia americana migliora nettamente il trend delle ultime due stagioni. Oggettivamente parlando era difficile fare peggio, soprattutto con un progetto sul quale l'ufficio tecnico già lavorava da un paio d'anni. Buono il contenimento dell'affaire Mazepin, ma alcune situazioni hanno fatto affiorare nuovi dubbi e problematiche che sembrano croniche.

K-Mag is back

Chi avrebbe mai pronosticato un ritorno in F1 per il danese, soprattutto con Haas? Nessuno, ma del resto le sliding doors hanno da sempre segnato il mondo del Circus, basti pensare ai motivi che hanno portato Michael Schumacher in pista. Pareva una scelta di comodo, con Kevin impegnato a riprendere mano con le monoposto da F1, invece fin da subito risulta la decisione più azzeccata.

Magnussen porta i due terzi dei punti della scuderia ed una (fortunosa, ma, in fondo, chi se ne importa?) pole position. Il danese ha migliorato qualcosa rispetto al passato? Sì, ma rimangono alcune domande irrisolte su dove siano effettivamente i suoi limiti. Il contributo di Kevin genera una sola domanda: dove avrebbe puntato la Haas se avesse potuto impiegare Nikita Mazepin? Quasi sicuramente non dove l'ha portata K-Mag.

Voto: 7

Mick segna punti, ma non basta

Lo sapevamo che Mick non è Michael e il 2022 da una dimensione tangibile al concetto. Schumacher doveva tenere fede al trend per cui durante la seconda stagione migliora e consolida quanto imparato nella prima. Effettivamente il tedesco tiene fede all'aspettativa, ma non in maniera "spettacolare" o lineare. Il confronto con il compagno di squadra, fuori dal giro da un anno, nelle prime gare assume i contorni dell'impietoso.

Una volta raccolti i primi punti, la stagione di Mick prende una piega discreta, senza infamia e senza lode. Alla fine mette assieme metà dei punti guadagnati dal compagno, ma con un conto del meccanico più salato. Eventualità che probabilmente non ha aiutato con la questione del rinnovo, che non arriva. Vale la pena anche capire cosa voglia fare la FDA "da grande", ma questo rappresenta una domanda fuori contesto. Sgombriamo il campo da ogni dubbio: Mick non ha portato via il volante a nessuno e rimane un onesto professionista del mestiere.

Voto: 6

Scuderia: meglio rispetto al recente passato, ma rimangono i soliti problemi

Il team diretto da Guenther Steiner arriva nel 2022 forte di un progetto curato ormai da due anni, che porta la firma di Simone Resta. La partnership con Ferrari inizialmente pare rafforzata, dopo la "svolta" impressa da Sauber con Alfa Romeo. La stagione parte subito in salita con l'invasione in Ucraina, la fuoriuscita di Nikita Mazepin e, conseguentemente, dello sponsor Uralkali. In tutta onestà la privazione del pilota russo non rappresenta un grave danno, mentre i soldi dello sponsor, per una scuderia che ha un determinato modello di business, sì.

In Haas tengono botta finanziariamente e dal passato ritorna Kevin Magnussen, che mette in mostra un avvio di stagione scoppiettante. La vettura va bene a inizio campionato, ma poi, come succede sempre in casa Haas, va via via perdendo di competitività. Il problema è cronico, quindi bisogna trovare una soluzione, se esiste. Per fortuna i grotteschi siparietti di una gestione difficile tra i piloti sono solo un ricordo del passato. A fine stagione danno il benservito a Mick Schumacher, ingaggiando per il 2023 Nico Hulkenberg. Come inquadrare nel futuro un rapporto do-ut-des con Ferrari? Ne riparleremo il prossimo anno. In ogni caso, dopo aver tenuto la testa sott'acqua per troppo tempo Haas ritrova la linea di galleggiamento.

Voto: 7

Luca Colombo