L’approdo di Nico Hulkenberg nella scuderia di Gene Haas pare ormai cosa fatta e si attende solo l’ufficialità dell’accordo. Il tedesco piace molto al patron del team americano, che sembra aver convinto anche il team principal Gunther Steiner, tanto che l’annuncio potrebbe arrivare già durante il weekend brasiliano. Ma sarà davvero la scelta giusta per la squadra di Kannapolis?

Un “usato sicuro” che non delude

Per valutare un eventuale arrivo di Hulkenberg in Haas, bisogna partire da un dato fondamentale. Il biondino di Emmerich am Rhein è un ottimo pilota, che a lungo tempo è stato nel mirino dei top team, Ferrari in testa. Il suo debutto nel 2010 con Williams fu assolutamente convincente, con quella incredibile pole di Interlagos che fece gridare al fenomeno più di un addetto ai lavori.

Peccato che si trattò di un acuto isolato. In tutte le 184 presenze collezionate, infatti, Nico non raggiunse mai il podio, sprecando anche una ghiottissima occasione nel GP di casa 2019, quando guidava la Renault. Attenzione, però, perché il dato nudo e crudo può essere fuorviante. In diverse situazioni, pur mancando il bersaglio grosso, Hulkenberg ha estratto il massimo dalla sua vettura, tanto da essere messo sotto contratto da Ferrari per il dopo Massa.

Ecco, la decisione di Maranello a fine 2013 di annullare l’accordo e di preferirgli il rientrante Raikkonen per la stagione successiva si può definire lo spartiacque della sua carriera, che avrebbe certamente potuto prendere una piega diversa. In ogni caso, Haas si porterebbe a casa un pilota molto veloce e con una grande esperienza, ma con un enorme punto di domanda.

In panchina da tre anni

Sì, perché da tre anni a questa parte, Hulk riveste il ruolo di pilota di riserva, prima per Racing Point e poi per Aston Martin, da quando il team di Silverstone ha cambiato brand. Intendiamoci, quando è stato chiamato in causa ha sempre fatto bene, a partire da una incredibile terza posizione in griglia per il 70th Anniversary Gp nel 2020. Ma tre stagioni in panchina rischiano di farsi sentire.

Certo, abbiamo visto negli ultimi anni che in realtà questo potrebbe non essere un problema. Alonso è tornato dopo due anni in contesti completamente diversi e non ha mostrato segni particolari di patimento da questo punto di vista. Magnussen, con la stessa Haas, dopo essere stato chiamato in extremis a sostituire Mazepin, è sembrato addirittura più in palla ad inizio stagione che non alla fine. Inoltre, Hulkenberg ha sostituito Seb nelle prime due gare di questo campionato; non è quindi totalmente a digiuno di guida con vetture dell’ultima generazione.

C’è però un altro dato, che riguarda questa volta il team. Salutare Schumacher per Nico significherebbe togliere un posto alla Ferrari Driver Academy, di cui Mick è portabandiera nella massima serie. Questo potrebbe avere ripercussioni sul rapporto tra il team americano e Maranello, che, invece, avrà un bisogno sempre maggiore di incrementare la partnership. L’addio di Sauber al marchio Alfa alla fine della prossima stagione e l’ingresso di Audi nel 2026, infatti, costringerà Ferrari e Haas a lavorare sempre più a stretto contatto. In quest’ottica, un sedile a Kannapolis per le eventuali nuove leve del team di Maranello sarà di importanza fondamentale.

Nicola Saglia