Sir Lewis Hamilton non è più un ragazzino. Ad evidenziarlo, le 36 candeline sulla torta che il neo-baronetto della Regina Elisabetta ha spento nelle scorse ore. E chi si attendeva un bel regalo da parte della Mercedes, magari sotto forma di un faraonico rinnovo contrattuale, è rimasto...deluso. Ma a che punto siamo realmente nell'estenuante trattativa che vede il sette-volte campione del mondo ancora senza un sedile confermato per il 2021?

A poco più di due mesi dal via del Mondiale, tutti i sedili del Circus di Formula 1 sono già stati assegnati. Tutti, tranne uno. Già, perché l'accordo per il rinnovo tra Lewis Hamilton e la Mercedes per il 2021 tarda ad arrivare. Alimentando le voci più disparate, ma al tempo stesso ponendo in evidenza un dato di fatto. Ovvero che il gap tra domanda e offerta non è ancora stato colmato. Nonostante le vittorie a ripetizione, nonostante un matrimonio che (apparentemente) più felice di così non potrebbe essere.

Eppure, anche i sodalizi più stabili a volte nascondono delle crepe. A furia di battere ogni record, Hamilton e la Mercedes hanno volutamente tralasciato un...piccolo particolare in vista del 2021. Vale a dire quello di sedersi seriamente attorno a un tavolo per parlare di futuro. Al punto che, in una situazione evidentemente paradossale, quello del 44 britannico è ancora l'unico posto "teoricamente" libero sulla griglia. Teoricamente: perché l'accordo "deve" andare in porto. E così sarà, a meno di clamorosi (e al momento improbabili) colpi di scena.

IL "PRECEDENTE": SENNA-MCLAREN

Non è la prima volta che una trattativa che vede al centro un pluri-campione del mondo si protrae a oltranza. Per certi versi, questo piccolo...romanzo riporta alla mente quanto accaduto nella stagione 1993. In tale occasione, gli attori protagonisti furono Ayrton Senna e la McLaren. Da un lato, il fuoriclasse brasiliano, forte di tre titoli già in saccoccia e in lista d'attesa per la Williams. Dall'altro il team britannico, ben lontano dall'armata invincibile che negli anni precedenti aveva inanellato successi a ripetizione. Risultato? Un contratto "a gettone", rinnovato di gara in gara, almeno fino alla firma definitiva avvenuta in Luglio a Magny Cours. Certo, in questo caso l'accordo Hamilton-Mercedes promette di rivelarsi ben più celere. Però...

Le parti hanno faticato parecchio per trovare un'intesa. Inutile nasconderlo: Hamilton pretende troppo. E la Mercedes, pur non intendendo affatto rinunciare a quello che, a tutti gli effetti, è diventato un vero e proprio brand ambassador, ha preso tempo. Soprattutto in tempi di Covid-19, le risorse a disposizione sono tutto, tranne che illimitate. Un aspetto che però sembra non sfiorare nemmeno il buon Lewis, pronto a spendersi per le battaglie sociali e politiche, ma molto meno disponibile a ritoccare il proprio stipendio...

INEOS PUNTA ALLO SCACCO MATTO

Un ruolo decisivo a favore del campione britannico potrebbe essere giocato da Ineos, il gigante petrolchimico recentemente entrato a far parte del capitale azionario del team. Forte del suo 33%, il suo presidente Jim Ratcliffe sembra essere infatti disposto a tutto pur di accontentare un elemento imprescindibile del calibro di Lewis Hamilton per il 2021 e oltre. Il quale potrebbe così contare su un rinnovo almeno biennale, unito a quello di uomo immagine del marchio una volta appeso il casco al chiodo.

Insomma, sembra essere solo una questione di tempo. Eppure, le settimane passano. Con George Russell che, in attesa di sostituire Bottas dal 2022, un pensierino deve pur averlo fatto. Perché la storia insegna: nella Formula 1, mai dire mai...

Marco Privitera