Il mitico primo giro sul bagnato di Ayrton Senna a Donington, grazie al quale il brasiliano riuscì nell'impresa di passare dal quinto al primo posto nello spazio di poche curve, è stato narrato sotto innumerevoli forme. Ma con ogni probabilità, colui che meglio di chiunque altro può consentirci di rivivere al meglio quelle emozioni è la persona che ebbe modo di raccontare in diretta televisiva quei sorpassi entrati nella storia della Formula 1. A distanza di trent'anni, Guido Schittone (presente in cabina di commento per Italia 1 insieme ad Andrea De Adamich) è tornato per LiveGP.it a parlare di quel freddo pomeriggio inglese che consegnò definitivamente "Magic" alla leggenda.

UN GIRO ENTRATO NELLA LEGGENDA

La Formula 1 arrivava nel 1993 per la prima volta nella sua storia a Donington. E con una situazione di classifica del tutto inaspettata: al comando del Mondiale, dopo le prime due prove, si trovava infatti Ayrton Senna con 16 punti, reduce dal successo colto nella gara di casa a Interlagos condizionata dalla pioggia. Una pioggia che aveva estromesso dai giochi il favorito numero uno nella corsa al titolo, ovvero Alain Prost, da sempre poco avvezzo alle condizioni di asfalto bagnato. Una situazione che, al contrario, riusciva ad esaltare le doti del brasiliano, capace di mettersi in luce per la prima volta proprio in condizioni estreme nove anni prima a Montecarlo, quando solo la bandiera rossa interruppe la sua rimonta verso il successo ai danni del francese.

Nel frattempo, però, molte cose erano cambiate: i due avevano vissuto anni turbolenti in McLaren, con il confronto sportivo trasformatosi nel tempo in una feroce rivalità. Dopo aver voltato pagina ed vissuto la controversa esperienza in Ferrari, Prost era rientrato proprio quell'anno alle corse al termine di un anno sabbatico, prendendo il posto di Nigel Mansell nella formidabile Williams campione del mondo. Senna, al contrario, viveva una situazione del tutto opposta: insofferente di fronte alla scarsa competitività della McLaren, aveva stipulato un contratto "a gettone" con Ron Dennis, riservandosi la possibilità di interrompere il rapporto con il team di Woking qualora i risultati non fossero arrivati. Eppure...

SCHITTONE: "LA GARA PIU' INCREDIBILE CHE ABBIA MAI COMMENTATO"

Guido, alla vigilia di quella gara, c'era la sensazione palpabile che sarebbe potuto accadere qualcosa di inaspettato rispetto ai pronostici della vigilia? Soprattutto considerando che si arrivava dal successo sul bagnato di Senna in Brasile e che proprio in quelle condizioni il brasiliano si esaltava...

Ricordo che Ayrton a Donington andò subito fortissimo nelle libere, svoltesi sul bagnato. Invece, al termine delle qualifiche era molto arrabbiato, poiché si sentiva impotente in condizioni di asfalto asciutto nei confronti dello strapotere Williams. Che infatti monopolizzò la prima fila dello schieramento, con Senna solo quarto alle spalle di Schumacher. Oggettivamente, era lecito attendersi qualcosa di particolare da lui sotto la pioggia, ma nessuno avrebbe mai pensato che potesse farlo con quella facilità. E' stata una di quelle imprese da lasciare tutti a bocca aperta, forse il Gran Premio più incredibile che abbia mai commentato.

Questo la dice lunga, visto che in quegli anni non mancarono le gare rocambolesche e con risultati a sorpresa...

Chiaramente ci furono anche altri Gran Premi con degli esiti inaspettati. Penso soprattutto alla vittoria colta da Olivier Panis a Monaco, nel 1996. Ma quella di Senna fu particolare, poiché si trattò di una vera e propria impresa sportiva. Capace di evidenziare come il pilota, in determinate situazioni, potesse ancora fare la differenza nonostante un mezzo inferiore.

Senna era poi in un periodo particolarmente turbolento dal punto di vista contrattuale, come evidenziato anche dall'infinito "tira e molla" con Ron Dennis...

Diciamo che si lamentava parecchio, non era affatto contento della situazione che stava vivendo in McLaren. Ma questa condizione di inferiorità tecnica gli permise di fare delle gare incredibili, nonostante avesse un motore con 40-50 cv in meno rispetto alla Williams. Quanto fatto nel corso di quel primo giro lasciò tutti a bocca aperta.

Credits: Twitter @McLarenF1

LA COPERTINA DI AUTOSPRINT

Ed in quella situazione così particolare, Senna tirò fuori tutto il proprio talento. Ricordo ancora la copertina di Autosprint, che il martedì seguente uscì in edicola con un titolo assai eloquente: "Questione di cuore".

Fu una gara difficilissima per Prost. Lui si fermò sette volte ai box e finì addirittura doppiato. Una volta conclusa la telecronaca, andai ad intervistarlo e sembrava proprio un cane bastonato. Era frastornato, cercava delle scuse ma la realtà è che sembrava davvero sorpreso dalla facilità con cui fu superato da Senna. Fu una gara molto particolare, come ne accadono ogni 20-30 anni, che tra l'altro mise in luce anche un giovanissimo Barrichello. L'impresa di Senna mi ricordò per certi versi quella che fece Jim Clark parecchi anni prima a Monza, quando la sua magnifica rimonta fu vanificata proprio all'ultimo giro poiché rimase senza benzina. Sono quelle imprese che rimangono negli annali, su una pista dove in passato aveva anche gareggiato Nuvolari con l'Auto Union e dove non era affatto facile sorpassare. Senna però la conosceva bene, avendoci gareggiato da giovane sia in Formula Ford che in Formula 3, e sfruttò questo fattore a proprio vantaggio.

Una curiosità: tu e Andrea a fine gara vi eravate subito resi conto di ciò che avevate commentato? Ovvero della portata di quella gara che sarebbe poi entrata nella storia?

A pelle c'era la sensazione di aver vissuto qualcosa di straordinario. Purtroppo a fine gara non c'era modo di soffermarsi ad analizzare quanto accaduto, poiché il nostro programma ci imponeva di recarci subito nel paddock per effettuare le interviste ai piloti. E di quel giorno, più che la felicità di Senna, mi ricordo proprio la delusione e lo smarrimento dipinto sul volto di Prost. Ma in seguito, soprattutto dopo la scomparsa di Ayrton, quella gara divenne una sorta di simbolo. Destinata a non essere mai dimenticata.

Marco Privitera