Renault ha formalmente presentato una seconda protesta nei confronti di Racing Point, in seguito al GP d'Ungheria. A quanto si apprende, la protesta si basa sugli stessi punti del regolamento con la quale Renault aveva fatto ricorso in Stiria.

In una specie di déjà-vu, con la bandiera a scacchi calata a Budapest, Renault presenta una nuova protesta nei confronti di Racing Point: i punti del regolamento toccati dalla protesta sono gli stessi del reclamo sporto al GP di Stiria.

A Spielberg gli "oggetti del contendere" erano i condotti dei freni, simili a quelli della AMG Mercedes W10 del 2019. In Ungheria non è ancora chiaro quale sia il punto oggettivo su cui è basata la protesta dei transalpini. Secondo Tombazis della FIA, questa ulteriore protesta è una "formalità".

Le indagini sul ricorso del GP di Stiria sono ancora in corso. La FIA punta ad una decisione da definire entro i Gran Premi di Silverstone e Tombazis aggiunge che se la Renault volesse protestare ad ogni gara, sarebbe libera di farlo.

In ogni caso, la questione tecnico-regolamentare potrebbe essere più spinosa di quanto si pensi. Del resto, però, le ottime prestazioni della Racing Point (in Ungheria entrambe le vetture sembravano disporre di un passo simile a quello delle Red Bull) hanno fatto scattare più di un campanello di allarme in casa Renault, che si è vista letteralmente scavalcare (dall'oggi al domani) da una scuderia che fino alla passata stagione era una sua diretta competitor.

Leggi anche: F1 | Gp Ungheria: Ferrari ancora in grande difficoltà

Luca Colombo