All'Hungaroring c'è qualcosa che scotta più dell'asfalto rovente: è la rivalità tra Hamilton e Verstappen, che si è nuovamente infiammata dopo l'esplosione di Silverstone ed è destinata a durare ancora a lungo.

NELLE PUNTATE PRECEDENTI

Hamilton e Verstappen si contendono il mondiale. Nel GP di Gran Bretagna il britannico tocca il suo rivale, che finisce violentemente contro le barriere, e riceve una penalità di 10 secondi che sconta al successivo pit stop. Malgrado la sanzione, Hamilton vince il GP di casa festeggiando noncurante della situazione del pilota olandese, in ospedale per accertamenti.

La polemica prosegue sul piano politico: Verstappen polemizza sui social per i festeggiamenti di Hamilton, Red Bull si appella alla direzione gara (che respinge il ricorso) e fin qui sembra tutto finito...

...E INVECE NO!

Le qualifiche del GP di Ungheria di fatto rappresentano un nuovo capitolo della vicenda. Verstappen, che nel Q3 è apparso in difficoltà per scarso grip e ha girato più lentamente anche rispetto a Bottas, ha ancora un tentativo a disposizione e per giocarselo si accoda a Hamilton. Il britannico, autore di un giro nettamente più veloce rispetto a quello del pilota Red Bull, decide dunque di rallentare vistosamente nell'out-lap.

Alle spalle di Hamilton ci sono le due Red Bull, con Verstappen davanti a Perez. Il pilota messicano, incolpevole, prende bandiera a scacchi al termine del suo out-lap. L'on-board camera è eloquente: Perez è furioso, batte i pugni contro il volante.

Verstappen e Hamilton, per due secondi, hanno tagliato il traguardo prima dello scadere del tempo. I loro hot lap sono disastrosi, più lenti di un secondo e mezzo rispetto ai passaggi precedenti. Il loro passaggio nell'out lap è di 1:50 circa, ben lontano dall'1:30 che la direzione gara considera valido come giro dietro Safety Car, ma non sembra esserci investigazione.

Lewis Hamilton in sintesi ha rallentato moltissimo nel suo ultimo out lap non solo ostacolando Verstappen e Perez, ma anche rovinando di fatto il suo ultimo tentativo. Tutto questo per tenere dietro la Red Bull del suo rivale, che era comunque in difficoltà.

DEJA-VU, I'VE JUST BEEN IN THIS PLACE BEFORE

Il finale del Q3 è qualcosa di già visto prima, per l'esattezza due anni fa a Monza. In F3 causò l'esposizione della bandiera rossa, in F1 invece consegnò la pole a Charles Leclerc ma di fatto diede il LA per l'introduzione della nuova regola.

Qualcuno potrebbe dunque dire che la Sprint Qualifying è l'unica via per evitare il ripetersi di questa situazione, chi vi scrive però è di un altro avviso: Hamilton è stato il "bombarolo" che di fatto ha nuovamente scatenato la deflagrazione, dopo aver acceso la miccia nello scorso weekend con il contatto che ha causato il ritiro di Verstappen.

Dal punto di vista del risultato nulla da dire, è il Lewis Hamilton che conosciamo, un 7 volte campione del mondo sulla vettura attualmente imbattibile. La sportività però ha vissuto tempi migliori: al di là del gesto, dalle tribune arancioni si è levata una pioggia di fischi e "buu" a cui l'anglo-caraibico ha risposto nelle interviste post-qualifica dicendo che "non fanno altro che dargli la carica".

A questo punto possiamo aspettarci letteralmente di tutto, sia in pista che fuori. I due piloti sicuramente continueranno a lottare, anche a suon di post sui social network, ma sarà guerra anche sul piano politico tra Red Bull e Mercedes. La telenovela tra Hamilton e Verstappen prosegue, ma ciò che ci aspetta lo vedremo solo nelle prossime puntate.

Beppe Dammacco

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