Il GP d'Ungheria ha regalato un'altra domenica dimenticabile per i tifosi Ferrari, con entrambe le vetture doppiate e il solo Vettel nei punti. Andiamo ad analizzare il momento negativo della scuderia di Maranello, partendo dalle dichiarazioni rilasciate nel fine settimana di Budapest.

Una situazione molto deludente

Subito dopo la gara, Mattia Binotto ha dichiarato: "La nostra gara odierna è stata molto deludente. Dopo le qualificazioni almeno speravamo in una gara migliore, ma così non è stato."

Il direttore tecnico ha poi aggiunto: "Le ragioni devono essere analizzate. Sicuramente mettere Charles sulle gomme morbide non è stata la migliore scelta. (...) Sul momento pensavamo che fosse la scelta migliore, in quanto ci aspettavamo piovesse a breve, ma così non è stato."

A posteriori, la gestione delle gomme si è rivelata sbagliata e ha marchiato la gara di Leclerc, tuttavia l'azzardo non era del tutto campato per aria, dato che quasi tutti, al muretto box, si aspettavano un rovescio durante il Gran Premio.

Fosse piovuto, probabilmente oggi parleremmo di una fine strategia elaborata tra il muretto box e il pilota.

Due settimane di analisi

"Dopo tre gare penso che la Ferrari non possa essere contenta della situazione", ha riassunto Binotto. Stando a quanto dichiarato a Budapest, la Ferrari impiegherà i quindici giorni tra la gara di Budapest e gli impegni a Silverstone per analizzare le prestazioni.

Ovviamente, l'analisi delle prestazioni aiuterà a "capire meglio il passo gara". Per quanto il concetto sia piuttosto semplice, l'entità e la struttura del lavoro saranno piuttosto articolata. Se in Stiria il problema risiedeva sostanzialmente in una PU "spompata", il budello dell'Hungaroring ha evidenziato delle lacune anche nella percorrenza di curva.

In altre parole, la concorrenza sembra aver lavorato meglio sulla meccanica e sull'efficienza aerodinamica delle proprie monoposto, con il risultato di disporre di una migliore velocità in curva e un migliore utilizzo delle gomme.

Trenta punti in tre gare

Oggettivamente il problema PU si è fatto sentire anche in Ungheria e gli effetti, in generale, sono abbastanza evidenti. Dopo tre gare, le scuderie motorizzate Ferrari mettono assieme trenta punti, praticamente un quarto dei punti raccolti dalla sola AMG Mercedes. O sono distanziate di 21 punti dai motorizzati Renault, che contano una scuderia in meno.

All'inizio del fine settimana ungherese, Binotto aveva rilasciato una dichiarazione con la quale sottolineava come le nuove direttive tecniche avessero intaccato le prestazioni delle unità propulsive.

Tale dichiarazione, da un punto di vista tecnico, è un po' sibillina, perché non parla esplicitamente dell'accordo tra FIA e Ferrari sulle PU dello scorso anno, ma da sola non spiega l'improvviso calo di prestazioni se si confrontano le unità Ferrari con quelle Mercedes, Honda e Renault.

Una situazione inaspettata?

Un'altra dichiarazione degna di nota rilasciata da Binotto è la seguente: "Penso che ai test di Barcellona avessimo visto di non essere abbastanza veloci, ma non ci aspettavamo una situazione del genere."

In Ferrari dunque si aspettavano di non essere al top in questo avvio del 2020, ma non pensavano di essere così indietro. E, aggiungiamo noi, sembra che le cause di questo declino nelle prestazioni non siano del tutto note.

Subito dopo il GP d'Austria era stata ventilata la possibile virata verso una SF-1000 "versione B", tuttavia, non avendo bene nel mirino quale sia l'area sulla quale lavorare, una strada simile potrebbe essere inutile.

Non avendo un problema tecnico principale da affrontare, infatti, porterebbe a generare degli aggiornamenti i cui effetti potrebbero interferire tra loro, rendendo sostanzialmente vana anche la sola speranza di poter migliorare le prestazioni. Inoltre i test contingentati e le limitate attività di sviluppo consentite, porterebbero la Ferrari a lavorare su un difficile approccio da "buona la prima".

Considerando l'attuale situazione è realistico aspettarsi uno sforzo da parte della scuderia di Maranello per migliorare le prestazioni, ma è oggettivo pensare che i miracoli non siano dietro l'angolo e non si possano risolvere tutti i mali tecnici con un colpo di bacchetta magica.

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Luca Colombo