Il venerdì di Città del Messico non ha dato grandi risposte in termini prestazionali, ma l’affidabilità e il grip precario sembrano già dei fattori. Nei due turni di libere, tutti i piloti hanno lamentato difficoltà nel creare il giusto downforce sul tracciato americano, con un illustre protagonista a farne le spese.

L'affidabilità in Messico complica le sessioni dei rookies

Con ben cinque rookies al volante, la prima sessione di prove libere poteva essere la grande occasione per alcuni giovani talenti di mettersi in mostra in vista di un futuro impegno nella massima serie. Lo è stato solo in parte, visto che l’affidabilità ha condizionato il lavoro di gran parte dei ‘talentini’.

Il più sfortunato è stato Pietro Fittipaldi, che ha concluso il suo turno di libere con soli nove giri all’attivo. Per il terzo pilota Haas l’ultimo tempo a oltre sei secondi dalla vetta dopo esser stato costretto a fermare in pista la monoposto a seguito di una fumata dal posteriore. Non molto meglio è andata a Jack Doohan che conclude sole tredici tornate, in diciannovesima posizione.

Non ha potuto chiudere la sessione nemmeno Liam Lawson, anche se il problema tecnico non ha condizionato il programma visto che lo stop è arrivato solo nei secondi finali del turno. Tutti i team hanno portato pacchetti ad-hoc per rendere più efficente il raffreddamento delle monoposto, una sfida visto lo stress al quale sono sottoposte le power unit su questo tracciato, al pari dell’impianto frenante.

Il grip tradisce Leclerc

In entrambe le sessioni del venerdì anche la mancanza di grip ha condizionato il lavoro. Due le vittime illustri: prima Max Verstappen che nel primo turno non è riuscito a evitare un testacoda dopo una serie di constrosterzi, mentre nel pomeriggio Charles Leclerc ha stampato la propria vettura contro le protezioni, distruggendo il retrotreno. Un imprevisto che non dovrebbe condizionare il programma odierno del pilota monegasco.

Samuele Fassino